~Serata a sorpresa~

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Quel giorno era strafelice. Sarei uscita con lui. Era pomeriggio e dovevo incominciare a prepararmi. Si sono lenta.
Mi feci una lunga doccia,mentre cantavo a squarciagola. Dopo mi truccai e mi misi un paio di pantaloni rossi e la maglia del l'hard rock caffè. Ero pronta però prima volevo sapere dove saremo andati.
"Ciao Mark dove andiamo?"
Dopo poco mi rispose.
"Sorpresa! non te lo dirò finche non arriviamo. Sono sotto casa tua"
Presi le chiavi e la borsa. Scesi le scale elettrizzata e salutai mia madre.
Lo vidi appoggiato alla macchina, una volvo nera, che mi salutò da lontano.
Dio quanto era bello. I suoi occhi, i suoi capelli, tutto quanto. In quel momento capii perché tante ragazze gli andavano dietro. "Hey come va?" Mi risveglia dal mio coma, sperando che non se ne fosse accorto che lo fissavo.
"Bene, tu?" "Ora meglio" arrossii.
Lui mi aprì la portiera facendomi segno di entrare. Entrai, e dopo lui partii. Andava abbastanza veloce, ma non mi dava fastidio. Lui abbassò il finestrino e appoggiò il gomito fuori. Ogni tanto lui si girava verso di me e mi sorrideva, io cercavo di ricambiare ma forse non mi riusciva così bene.
La macchina si fermò e lui parcheggiò. "Mi spieghi dove stiamo andando?"
"Non riesci proprio ad aspettare?" Disse ridendo. "No, non ce la faccio proprio"
"Manca poco" Uscimmo dalla macchina e ci misero a camminare in una piccola strada e dietro l'angolo c'era il cinema. Che stupida non ci avevo pensato. "Mi porti al cinema?" Gli chiesi. "Si"
"A vedere cosa?"
"Andiamo a vedere città di carta" "o mio dio! Il libro é bellissimo, il film sarà fantastico. Come facevi a sapere che mi piace città di carta?"
Mi sentivo euforica, era strano che lui sapesse i miei gusti.
"Beh ho letto sulla copertina della tua teca città di carta, quindi pensavo che ti piacesse"
Lui si stava guardando i piedi, e le sue guance erano diventate più rosse. Buttai le mie braccia intorno la suo collo. "Grazie" Lui cinse le sue braccia sulla mia schiena. "Di niente piccola" Ora ero io quella che arrossiva.
Ci stacammo dal nostro abbraccio, giá avevo nostalgia del suo petto contro il mio.
Mentre entravamo nel cinema saltellavo come una bambina di tre anni in in negozio di caramelle.
Prendiamo i popcorn ,un litro di Sprite per me ed entriamo nella sala di proiezione.
Il film inizia e io mi incanto guardando le scene del film sul mega schermo. Mentre bevo la mia Sprite, mi accorgo che Mark mi stava fissando nel buio della sala. Io gli sorrido, e anche lui sfoggia i suoi denti bianchi. Mi sento avvampare le guancie, e lui mette una mano sul ginocchio.
Dentro di me scoppio come un vulcano sentendo le sue dita affusolate sulla mia gamba. Riprendo a guardare il film, sconcentrata dalla sua presenza.
Finisce il film, e la sua mano é ancora sul mio ginocchio.
Si accendono le luci e vedo che mi guarda senza sbattere le ciglia.
Mi prende per mano e mi porta fuori il cinema correndo. Ci fermiamo vicino un muro pieno di graffiti e li mi bacia.
All'inizio era un bacio dolce e leggero. Anchio ricambio come meglio sapevo. Dopo il bacio si trasformò in forte e pericoloso.
All'inizio mi piacque, mi morse il labbro inferiore con poca forza finché diventò brutale.
Mi cinse con le braccia i fianchi e mi avvicino a sé.
Misi le mie mani sul suo petto. La sua lingua si infilò nella mia bocca, e si incontrò con la mia.
Nel petto provavo la più strana sensazione del mondo. Sembrava un insieme tra fortuna e felicità. Non avevo più aria nei polmoni, e sapevo che stavo ritardando quindi feci forza sulle braccia per allontanarmi da lui, anche se avrei voluto continuare.
Lui si ferma e mi guarda minaccioso, e mi accorgo che i suoi occhi si cupiscono.
"Perché vuoi smettere?" Chiede lui con voce anormale.
"D-devo ritornare a casa" dico spaventata.
"Non credo proprio" guarda l'orologio "abbiamo ancora due ore."
"Ti prego, almeno andiamo da un'altra parte, non so, a fare un giro al parco" chiedo.
Non mi sentivo le ginocchie.
"No,restiamo qui, forse dopo cambiamo posto"
Cerco di spingerlo con le braccia via, ma lui con uno scatto mi prende le mani e le tiene strette sopra la mia testa con una sua grande mano.
"Lasciami" urlo.
"Non ti sente nessuno qui"
Mi divincolo tra le sue gambe, ma senza risultati perché lui mi blocca con le sue ginocchia.
Sento qualcosa di duro che mi preme sul fianco destro, e so che cosa é, ma cerco di non pensarci.
Lui inizia a baciarmi il collo con foga e in tutti i punti in cui mi aveva baciato incominciò a succhiare con tanta forza che mi fece male.
Urlai, ma con scarsi risultati.
"Ripeto, non ti sente nessuno" mi sussurra nell'orecchio. Avevo paura, perché lui é più alto e forte di me quindi mi avrebbe poturo far qualsiasi cosa anche senza il mio consenso. Io mi fidavo di Mark, non pensavo che poteva essere così... non so, rabbioso.
Cercai per la millesima volta di scappare dalle sue mani, ma lui mi strinse ancora più forte.
"Peggiori solo le cose Acacia"
Continuò sempre più velocemente a mordermi e a succhiarmi il collo, da sotto l'orecchio, fino alla clavicola e oltre.
Sapevo che mi sarebbero rimasti i segni e questo mi preoccupava non poco.
Finì, e mi guardò con un sorriso trionfante, ma anche malefico e perverso.
Non avevo coraggio di guardarlo nei occhi, quindi lui mi prese il mento e lo alzo finché i miei occhi incontarono i suoi.
Mi lascio le gambe libere dalle sue ginocchia forti, e allento un pò la presa dai miei polsi.
"Ora ce ne andiamo"
Mi prese dalla vita e mi posò sulla sua spalla, mentre lui teneva i miei polpacci.
Io continuavo a battere i pugni sulla sua schiena ed a urlare, ma lui era impassibile.
Si dirise verso la macchine che era dietro l'angolo.
Lui si fermò senza motivo e mi accorsi cbe c'era qualcuno davanti a lui.
"Cosa gli stai facendo?" Gli chiese il ragazzo a Mark
"Niente" aumento la presa sulla mia caviglia per farmi segno di stare zitta.
Da dietro le spalle di Mark non riconoscevo il ragazzo, ma avevo giá sentito quella voce.
"Non é vero, lasciala" gli dice minaccioso.
Lui fa finta di niente.
"Ripeto, lascia Acacia, subito"
Come faceva a sapere il mio nome quel tizio?
Sento che Mark si irrigidisce e mi lascia scendere.
Mi giro verso ^il mio eroe^ e mi accorgo che é Blake.
"Adesso vattene via"
Mark apre la portiera della macchina poco distante e se ne va via.
"Stai bene?" Mi chiede toccandomi la spalla. Io indietreggio. E se non mi potessi fidare neanche di lui?
"Di me ti puoi fidare" dice con voce dolce.
"Come faccio a fidarmi di te, se pochi secondi fa é successo...quello? Di lui mi fidavo e io ti conosco da poco" gli dico con voce troppo alta.
"Ti capisco, ma te non mi conosci da poco." Dice le ultime parole a bassa voce, quasi sussurando.
"Di cosa stai parlando?"
"Lascia stare"
Ci guardiamo per un pò negli occhi.
Forse di lui potevo fidarmi,avevo un presentimento buono su di lui.
"Cosa ti ha fatto?" Mi chiede guardandomi nei occhi scuri.
Spostai i capelli dal collo e gli feci vedere i segni rossi, che sarebbero diventati tra poco viola, sul collo.
Lui con tocco leggero sfiora la linea di lividi e io faccio una smorfia dal dolore, anche se lieve.
"Vuoi che ti accompagna a casa?" Mi chiede premuroso.
Ci dovevo pensare se lui fosse stata un altra persona, ma ripeto, c'era qualcosa di lui che mi dava.fiducia.
"Si grazie"
Lui si passa una mano tra i capelli e mi sorride.
Mi fa segno di seguirlo, e io resto dietro di lui.
Arriviamo ad una smart nera ed lui mi apre la porta del passeggero e io entro.
Partiamo, e vedo che lui é nervoso, perché tamburella le dita sul volante.
"Mi dispiace" mi dice, a bassa voce, quasi non lo sentivo.
"Per cosa?"
"Per quello che ti é successo" si vedeva che era dispiaciuto.
"Dovrebbe essere lui dispiaciuto" gli dico arrabbiata.
"Lo so, e se fosse stato per me gli avrei tirato due pugni in faccia e ..."
Lo fermo facendogli segno con la mano
"Non sarebbe cambiato niente tanto era già successo questo" e indico il mio collo.
La macchina si ferma, e mi accorgo che siamo già arrivati a casa.
Lui scende dal auto e viene ad aprire la mia portiera.
Gli sorrido e anche lui ricambia.
"Grazie per avermi salvato, senza di te non saprei cosa sarebbe potuto succedere."
"Di niente Acacia,ci vediamo domni a scuola" nei suoi occhi vedo una scintilla.
"Certo, ciao"
Vado verso il cancello di casa pensando a come faceva sapere Blake l'indirizzo di casa mia. Mi giro per chiederlo, ma lui giá non ce.
Alzo la felpa verso il collo per non far vedere il segno a mia madre del livido e salgo nella mia stanza.
Pensavo a quanto é misterioso Blake, che mi ha salvato senza conoscermi,che sa il mio nome senza neanche averglielo mai detto e che sa dove abito.
Mi preparai per andare a dormire e decisi mentalmente che domani non sarei andata a scuola, anche perché ero vicina a Mark.
Mi guardai il collo allo specchio del bagno, e vidi che stava diventando giá viola, come le mie labbra,gonfie per i bacia troppo forti.
E pensare che quello é stato il mio primo bacio.

La storia di AcaciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora