5. Happiness

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And when i felt like i was an old cardigan,
under someone's bed
you put me on and said i was your favourite

Harry Styles

Quando quella mattina apre gli occhi, ci mette qualche secondo a realizzare che il ballo non fa parte di un sogno dal quale si è appena destato.

Sorride, non riesce a smettere di farlo. Affonda la faccia nel cuscino e sbuffa felice.

La sera prima, sembra essere solo frutto della sua immaginazione, non gli sembra di averlo davvero vissuta. Sente i ricordi discostati dal suo corpo, come se non fossero propriamente suoi.

È arrivato a casa con qualche minuto di anticipo sulla matrigna, ha fatto appena in tempo a nascondere la scarpetta, che stranamente non si era trasformata, sotto il mucchio di cenere nel camino, sicuro che nessuno avrebbe mai frugato lì in mezzo. Dopo aver sentito qualche commento sul ballo, al quale non aveva prestato troppa attenzione, si erano tutti ritirati nelle proprie stanze e lui aveva sfilato la scarpetta, ripulendola dalla cenere, mettendola all'interno di una scatola ora nascosta sotto ad una delle numerose assi malmesse.

Si tira a sedere, guardando il castello dalla finestra, incredulo che dopo anni a sognarlo, lo abbia finalmente visto e vissuto per qualche ora.

L'ombra del profumo delicato di Louis gli aleggia ancora intorno, come se non fosse trascorso nemmeno un attimo e si fossero separati da forse una manciata di secondi.

Ma no.

Sono trascorse ore, da quando ha incrociato quegli occhi per l'ultima e dal momento in cui le loro labbra sono diventate conoscenti, anche se solo per qualche secondo.

In un riflesso spontaneo, si sfiora con i polpastrelli, la superficie del labbro inferiore e traccia il contorno dell'arco di cupido, negli esatti punti in cui Louis ha lasciato la sua presenza che sembra quasi indelebile.

Gli manca.

Sa che con quella mancanza, non può farci nulla, se non cacciarla via. Non sono destinati a rivedersi, questo lo sa e lo sapeva anche prima che quella sera avesse un principio concreto. È andato da lui con la consapevolezza che quella sarebbe stata l'ultima volta. Nella sua testa, superare questa cosa, appariva più semplice e nel pensarci, non aveva mai percepito il cuore raddoppiare il suo carico e il petto sprofondare. Il sole che entra timido dalla finestra, filtrato dalle tende che ha cucito, lo infastidisce mentre gli solletica la pelle nuda delle spalle, il sole, inevitabilmente gli ricorda Louis. È una cosa a cui dovrà abituarsi, le cose belle evidentemente lo riporteranno sempre al ricordo di quegli occhi blu. Non sa con quante cose positive si interfaccerà nel corso della sua vita, ma sa già che ogni cosa farà echeggiare dentro la sua testa, anche se in maniera sfumata, una reminiscenza della felicità che aveva desiderato e che aveva, per qualche ora, ottenuto.

Non sa che ore siano, ma sa che quella mattina, può prendersi il lusso di alzarsi con comodo, senza preoccuparsi di colazioni non preparate o panni non ancora stirati. Sa bene che prima dell'ora di pranzo, nessuno in quella casa lascerà la propria camera. Ieri sera, sono tornati dopo mezzanotte e lui, si è già portato avanti con tutte le faccende, quindi è libero di sfilare la chitarra da sotto al letto e prenderla finalmente tra le mani.

Non compone da un po' e ora che le dita toccano il legno liscio, coperto da una sottile patina di polvere, si rende conto di quanto abbia sentito la mancanza di quell'abitudine che nemmeno si ricorda di aver interrotto.

Accorda lo strumento, con delicatezza, accarezzando le corde e pizzicandole senza troppa violenza. Pensa a Louis e sa che nelle sue canzoni, parlerà fin troppo spesso di lui, non gli importa, è l'unica maniera che ha per non far scivolare via quelle emozioni e mantenerle vive sulla sua pelle, non solo come ricordo.

Cinderella |L.S.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora