"Dove sono i suoi genitori?"
Cerco rapidamente un modo per sviare la domanda, dato che per ovvi motivi non ho la più pallida idea di dove si trovino i miei genitori, ma essendo leggermente cretina, ma leggermente eh, non riesco a trovare una scusa migliore di -emm...- e perciò continuo a tenere la bocca chiusa. Il dottore probabilmente sospetta quello che sto pensando pk dopo pochi secondi inizia a parlare.
"Tu ce li hai dei genitori?"
Quasi immediatamente impallidisco per la domanda, pk spiegare che sono stata arrotata mentre scappavo per i boschi da due pazzi psicopatici che mi torturavano non mi sembra molto conveniente. Ma se continuo a stare zitta non ci vorrà molto prima che capisca che i genitori non li ho, e probabilmente indagherebbe sul mio passato, scoprirebbe che sono un essere sovrannaturale e mi rispedirebbe nell'inferno dove sono cresciuta!
No, non posso assolutamente permettere che accada una cosa del genere!
Magari se dicessi una mezza verità...Prendo un respiro profondo e cercando di non svenire un'altra volta inizio a parlare.
"Non ho idea di dove siano i miei genitori perché... - Faccio una breve pausa dove mi concentro per riuscire a risultare il più triste possibile, e appena mi ritengo soddisfatta continuo a parlare - Bhe, perché quando ero piccola sono stata rapita e perciò non so più niente della mia vera famiglia -respiro profondo- qualche giorno fa sono scappata per riuscire finalmente a vivere una vita normale, ma purtroppo quando ho attraversato la strada sono stata investita... Mi dispiace veramente tanto..."
Speriamo se la sia bevuta...
Quando finalmente alzo gli occhi, quello che vedo è un uomo che piange, una dottoressa traumatizzata, e un ragazzo molto interessato.
Quando finalmente il dottore riesce a smettere di piangere mi rivolge nuovamente la parola.
"Mi dispiace molto signorina, davvero, ma purtroppo è ancora minorenne e non posso lasciarla andare senza un supervisore, e siccome non ha parenti a cui chiedere di occuparsi di lei dovrò affidarla agli assistenti sociali, e nei peggiori dei casi finirà in un orfanotrofio"
Cazzo. No, non può succedere, non posso tornare in uno di quei posti, ci morirei, vi prego aiutatem-
"Allora signorina? Che ne pensa?"
Il mio monologo interiore viene interrotto dalla voce del dottore che probabilmente fa riferimento ad un qualcosa che è stato detto precedentemente, ma essendo io molto distratta non ho idea di cosa abbiano detto."Mi scusi dottore ma non ho capito, può ripetere la domanda?"
Che imbarazzo...
"Ma certo, il ragazzo che l'ha portata qua ha proposto di farla alloggiare nel suo stesso college, in modo da farle seguire le lezioni e farle avere una vita normale. A lei andrebbe bene?"Le voci mi arrivano ovattate alla testa, e per la prima volta da molto, moltissimo tempo non è per una cosa negativa.
Presa dalla felicità mi alzo di scatto e facendo un'imbarazzante corsetta arrivo da quel ragazzo e lo abbraccio.
Lui inizialmente rimane sorpreso, ma poco dopo ricambia l'abbraccio.
***
"Allora biancaneve, come ti chiami?"
Sono in macchina con quel tizio per andare al... Com'è che si chiamava? Bho, per andare nel luogo dove vivrò, quando la mia attenzione viene catturata dalla sua voce, o meglio, dal nomignolo che mi ha affibbiato.
"Come mi hai chiamato scusa?"
La mia voce esce bassa, probabilmente per la paura che ho di parlare di fronte a un'altra persona -da aggiungere alle numerose fobie sviluppate in quel posto di merda- ma abbastanza piccata per fargli capire quanto sia innervosita e contraria a quel nomignolo del cazzo."Biancaneve, mi sembra ovvio, o forse preferivi piccola bugiarda?"
Gli occhi per poco non mi balzano fuori dalle orbite per la sorpresa, e quando mi giro verso di lui lo trovo a ridacchiare tra sé e sé.
"Non avrai mica pensato che io abbia creduto alla cazzata del rapimento vero?" Non ottiene nessuna risposta da me e perciò continua a parlare
"Se ti fosse realmente successa una cosa del genere saresti molto più traumatizzata di così, e poi avresti sicuramente pianto"Il cuore mi batte all'impazzata, ma non posso neanche dargli torto visto che effettivamente una persona normale sarebbe scoppiata a piangere a raccontare quelle cose. Ma io ho fatto una promessa dopo la morte di Sophie, e intendo rispettarla. Non piangerò mai più, nemmeno una volta.
Mi giro verso il ragazzo misterioso e per sviare l'ultima affermazione decido di rispondere alla prima domanda che mi ha fatto.
"Il mio nome è Zoe, il tuo?"
Lui mi guarda un attimo prima di sorridere e rispondere. Mamma mia quanto è bello il suo sorriso...
"Zoe mmm? È un bel nome, molto, molto bello. Io sono Daniel, il fantastico Daniel!"
Una risata mi nasce spontanea dal petto quando aggiunge l'ultima frase con la voce da idiota e una posa assurda. Lui smette immediatamente di scherzare e si gira verso di me.
La risata mi si gela nel petto e la paura di aver fatto qualcosa di sbagliato mi attanaglia lo stomaco."H-ho fatto qualcosa d-di s-sbagliato?"
Lui mi guarda improvvisamente in modo molto più dolce e con voce pacata inizia a parlare: "Ma no Zoe, non hai fatto assolutamente niente di sbagliato, stavo solo ascoltando la tua risata perché..." "Perché?" chiedo subito io "Bhe perché è bellissima"Quando finisce di parlare sono coloro rosso pomodoro, e di conseguenza mi giro di scatto verso il finestrino.
Lui ridacchia e poi torna a guardare la strada.
"Nessuno ti ha mai fatto un complimento vero?"
Non riesco a parlare, e perciò faccio lentamente il segno 'no' con la testa, sempre rimanendo girata verso il finestrino. Lui sospira e poi ricomincia a parlare.
"Non so cosa tu abbia passato finora, e sinceramente non voglio neanche immaginarlo, non so se tu sia stata rapita davvero, e non so neanche se i tuoi genitori siano morti oppure o, ma adesso sei qua, e non importa cosa hai passato, perché quello non è più importante, pensa solo al presente, e smettila di tormentarti con quello che è successo, pk adesso non potrà più toccarti in alcun modo"
Fa una breve pausa e poi continua.
"Zoe, benvenuta nella tua nuova casa!"
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𝑨𝒏𝒈𝒆𝒍 𝒐𝒇 𝒅𝒂𝒓𝒌𝒏𝒆𝒔𝒔
Paranormal"Essere diversi non è bello... Essere diversi significa dolore... Essere diversi vuol dire essere un mostro..." O almeno è questo che viene ripetuto a Zoe da tutta la vita. Perché lei è diversa. Lei è potente. Lei è un angelo, ma non uno qualsiasi...