Mi giro e indovinate?
Charlotte...
Le ragazze mi si piazzano davanti quasi per istinto e subito iniziano a controbattere.
"Oddio Charlotte ci hai già sfracassato i coglioni per oggi, che ne dici di rimandare a domani?"
Giuly batte il cinque a Victoria mentre Cristina rimane vicino a me come a volermi proteggere.
Charlotte invece dice qualcosa a Jennifer che si avvicina a Victoria e le tira un pugno.
Lei cade all'indietro tenendosi il naso e le tre galline scoppiano a ridere.
Giuly allora si avvicina a Jennifer e la prende per i capelli sbattendole la testa contro gli armadietti.
Nicole invece si avvicina a lei e tenendola per i polsi la gira verso Jennifer che inizia a a tirarle svariati pugni sullo stomaco.
Victoria nel frattempo si è alzata e con il naso sanguinante si avvicina a loro e tirando un calcio a Jennifer la fa cadere a terra.
Victoria allora ne approfitta e si rialza iniziando a colpire Nicole.
Cristina dopo aver scambiato un'occhiata con le ragazze mi prende per un polso e inizia a trascinarmi lontano da lì.
Charlotte però se ne accorge e correndo verso di noi mi prende e mi getta a terra.
"Che c'è puttanella, senza le tue guardie del corpo non sai fare niente?"
Provo a formulare una frase di senso compiuto ma la paura mi attanaglia lo stomaco e come sempre l'unica cosa che riesco a fare è abbassare lo sguardo.
"Visto?! Sei solo una puttana!"
Cristina si avvicina e fronteggiandola le risponde a tono
"Qua l'unica puttana è davanti a me"
"Ma come osi?!" "Ma dai troia del cazzo pk non ti levi dai coglioni?"Non fa in tempo a finire la frase che Charlotte la prende per i capelli e gettandola a terra inizia a riempirla di calci e pugni.
La vista mi si annebbia e registro solo lontanamente la folla di persone intorno a noi prima di correre verso di loro e prendere Charlotte di peso lanciandola due o tre metri più in là.
Sapete una cosa? Fanculo tutti! Questa stronza deve soffrire.
Mi avvicino e con gli artigli che premono quasi dolorosamente sui polpastrelli mi metto sopra di lei e inizio a colpirla.
Una, due, tre, quattro volte sulla guancia destra, e poi di nuovo su quella sinistra.
E continuo a colpirla, ancora e ancora, e sinceramente mi sto chiedendo come faccia a essere ancora cosciente.
Ferma Zoe, fermati.
La ucciderai se continui così...
La goccia che fa traboccare il vaso è però una voce esterna che urla il mio nome.
È Daniel, e solo ora mi rendo conto di cosa ho fatto.
Charlotte è un groviglio di sangue. Rosso su rosso.
La rabbia però è tutt'altro che svanita, ma anzi, quando alzo gli occhi e incontro quelli di Daniel la voglia di strangolarlo è talmente tanta che gli artigli fuoriescono pronti ad attaccare.
È però quando sento uno stimolo sulla schiena che mi rendo conto di cosa sto diventando.
Quasi immediatamente mi alzo dal corpo ormai inerme di Charlotte e cercando una via d'uscita tra la folla di persone intorno a noi corro verso il bagno.
Entro e mi chiudo a chiave dentro uno di essi.
Le ali appaiono dalla mia schiena e gli artigli bramano qualcosa da graffiare. I canini si allungano e la rabbia aumenta a dismisura.
Devo calmarmi, e l'unico modo che conosco è... il dolore...
Calma Zoe
Pugno
Calma Zoe
Pugno
Calmati Zoe
Pugno
Calmati Zoe!
Pugno
Calmati Zoe!!
Pugno
CALMATI CAZZO!Mi fermo solo quando sento dei passi farsi sempre più vicini alla porta.
Il panico mi assale quando sento una voce chiamarmi.
"Zoe sei qui?"
"Va via..."La voce mi esce incrinata dalla paura. Se entrasse adesso mi verrebbe completamente trasformata, e io non posso permetterlo.
"Zoe dai fammi entrare" Cristina continua a provare a farmi uscire, ma la rabbia è ancora lì, pronta ad esplodere, e in questo momento parlare è l'ultima cosa di cui ho bisogno.
"So che sei sconvolta ma posso aiutarti se mi lasci entrare"
Gli artigli fuoriescono ancora più di prima e dando un pugno alla porta faccio l'unica cosa che so fare... Allontano le persone che mi vogliono bene.
"Va via cazzo! Non ti voglio sentire, non ti voglio neanche vedere! Vattene!"
Sento dei respiri accelerati e poi dei passi che si allontanano.
Mi giro verso il muro distrutto e sporco di sangue.
L'ho fatto io quello...
Mi accovaccio a terra fissando le mie mani sporche di sangue che si stanno rimarginando.
Le nocche distrutte si ricompongono in un paio di secondi, e l'unica cosa che rimane è lo sporco su di esse.
Mi riavvicino al muro pronta a ricominciare quello che Cristina ha interrotto.
Lo so che è sbagliato, ma è l'unico modo che conosco per sentirmi meglio...
E così continuo.
Continuo per talmente tanto tempo che il dolore mi annebbia la vista, ma non per questo ho intenzione di fermarmi.
Continuo ancora e ancora, o almeno continuo finché non sento un urlo dietro di me.
Cristina è in piedi, una forcina incastrata nella serratura e lo sguardo fisso su di me.
Guarda prima gli artigli, poi i denti e infine le ali. Sento il suo battito accelerato, e l'odore della paura forte e chiaro nell'aria.
Gli occhi finiscono sulle mie mani che stanno guarendo per la seconda volta oggi, e subito dopo sul muro completamente frantumato dietro di me.
Il panico mi assale e faccio per andarmene, ma una presa leggera sul polso mi fa voltare.
"Quindi... Quindi è per questo che hai paura dei luoghi affollati... Hai paura che la gente scopra cosa sei..."
Annuisco lentamente e abbasso lo sguardo.
Lei si avvicina ancora di più e inizia a toccarmi le ali.
Io la fisso sconcertata per un paio di secondi prima che lei si giri all'improvviso verso di me e inizi a saltellare intorno a me
"Io lo sapevo cazzo! Io lo sapevo che non eri umana!"
Il mio sguardo diventa, se possibile, ancora più sconcertato, mentre lei continua ad analizzarmi il corpo.
"Ma quindi... Tu cosa sei?"
No ok, non resisto più.
"Ma non sei, che so, preoccupata? Spaventata? Terrorizzata?"
Lei mi guarda e scoppia a ridere.
"Ma sei seria? Se avessi voluto ucciderci l'avresti fatto molto tempo fa"Il sorriso mi nasce spontaneo e lei corre verso di me abbracciandomi.
"Non mi hai ancora risposto comunque, cosa sei?"
La guardo per un paio di secondi e spalancando le ali rispondo.
"Io sono il massimo predatore, io sono energia allo stato puro, io sono l'essere più potente dell'universo!"
...
"Io sono un angelo dell'oscurità."
STAI LEGGENDO
𝑨𝒏𝒈𝒆𝒍 𝒐𝒇 𝒅𝒂𝒓𝒌𝒏𝒆𝒔𝒔
Paranormal"Essere diversi non è bello... Essere diversi significa dolore... Essere diversi vuol dire essere un mostro..." O almeno è questo che viene ripetuto a Zoe da tutta la vita. Perché lei è diversa. Lei è potente. Lei è un angelo, ma non uno qualsiasi...