Capitolo 1

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Uscì dal suo alloggio quando il sole era già alto.

Si fece largo in un corridoio squallido, scese per le scale crepate del palazzo e non incontrò nessuno fino al piano terra.

Al bancone tetro dell'ingresso c'erano il portinaio e il suo assistente. Lo fissavano guardinghi mentre si avvicinava.

Non li biasimava. Aveva svegliato e terrorizzato loro e praticamente tutti gli occupanti del suo piano quella notte.

Alto e impostato il capo, un po' più tarchiato l'altro. Lineamenti tipici degli abitanti del posto. Calvi e glabri, color cobalto della pelle sporcato da macchie cineree e segni di cicatrici e bruciature.

Erano due brave persone.

Si erano prodigati particolarmente ad aiutarlo qualche ora prima, calmando anche la truppa di condomini infuriati per il casino che era successo.

Giunto lì, scambiò alcuni convenevoli con l'assistente mentre si preparava a pagare l'affitto dell'ultimo mese.

L'altro li fissava.

L'orlo della manica era fissato con un paio di spuntoni alla spalla destra della camicia, quella che reggeva il moncherino del braccio.

- Tenga!

Si voltò per vedere la mano a mezz'aria che reggeva un sacchetto marrone.

- Mi scusi?
- Si tratta di qualche erba in polvere che ho comprato a un emporio qui vicino sempre aperto.
- Ah. La ringrazio. Beh lo aggiunga pure al conto del...
- Non ce n'è bisogno.

Lo inquadrò al meglio che gli permettevano i postumi dell'incubo e la stanchezza. Aveva un'espressione dura che nascondeva qualcos'altro.

- So cos'ha visto questa notte.

La stanza vibrò per un attimo e visto che non replicava, il capo continuò.

- Io ho perso mio figlio durante la guerra. Posso solo immaginare cosa le sia successo.
- La guerra... Sì...
- Le prenda. Il padrone del negozio è un mio amico. Non ci sono problemi.

Cercò di declinare cortesemente l'offerta ma l'altro fu irremovibile.

Alla fine se ne andò con il sacchetto di erbe dentro lo zaino da viaggio.

Era una bella giornata.

La guerra, pensò.

Non c'era andato lontano in effetti, anche se le cose per lui erano un po' più complesse.

Decisamente più complesse.

Tirava una brezza leggera che gli scompigliava delicatamente i vestiti, un paio di pantaloni e camicia di lino bianco avorio più un gilet color chateaubriand ricucito in più punti.

Si portava dietro un pesante sacco da viaggio pieno di roba che avrebbe dovuto consegnare a chi di dovere fra qualche ora.

In effetti c'era il tempo di una deviazione.

Magari per la locanda che stava aprendo le porte dall'altra parte della strada.

Chissà che liquori offrivano a pranzo.

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