Capitolo 27. Il bar

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Oltreverso, prima rotta del Millemondi

Astrotreno, verso la periferia galattica

Giorno 220 SIS


Il bar si trovava effettivamente due piani più in giù.

Dovette scendere anche due piani di scale di servizio, visto che tutti gli ascensori del loro convoglio erano guasti.

Dai monitor mezzi sfasciati posti a pochi intervalli regolari tra loro, notò, senza prestarci troppa attenzione, che era appena passata la mezzanotte standard stellare.

A ogni modo, una volta arrivato alla porta, indugiò un attimo prima di aprirla. 

Quando poi la spinse, fu investito da un'aria pesante di chiuso, sudore e anche qualcos'altro di più indefinibile.

Fu come attraversare un portale verso un'altra realtà. 

Alle luci bianche e asettiche del resto dell'Astrotreno, si contrapponeva un'atmosfera di oscurità e luci stroboscopiche.

La musica, o per meglio dire, quell'insieme di suoni cacofonici, che faceva impazzire una folla di vari esseri in strane e inelegantissime danze, sembrava volesse spaccargli i timpani per una pura questione di principio.

Per il viaggiatore abituato a utilizzare solo mezzi pubblici planetari, usare quelli interplanetari come gli Astrotreni poteva essere spiazzante. 

Non solo per il salto nella dimensione oltreversale o per il fatto di viaggiare a diverse unità di misura superiori a quelle della luce.

Soprattutto per il fatto che gli Astrotreni erano attrezzati per essere delle mini città sparate in una dimensione parallela a quella fisica e che, a dispetto dello stravolgimento delle leggi fisiche più ostiche da quel punto di vista, necessitavano di tempi alquanto lunghi per giungere a destinazione.

Troppo lunghi soprattutto per i mezzi popolari in servizio nei fine settimana planetari, che dalle zone centrali portavano alle periferie galattiche, da dove venivano la maggior parte dei pendolari che lavoravano in pianeti come Rotuga e gli altri astri del suo quadrante.

Solo nella prima parte del giorno stellare standard appena iniziato sarebbero giunti alla meta, per un totale di quattordici ore stellari di viaggio.

Prima parte del giorno e non mattina. 

Perché sì, Rotuga era uno dei pochi pianeti nel Millemondi la cui durata di rotazione e il suo ciclo coincidevano con i tempi del giorno stellare standard. Ma per Abeal e l'assoluta stragrande maggioranza dei corpi celesti della galassia non era affatto così.

Praticamente sarebbero arrivati a destinazione a notte fonda.

Da tempo immemore, i grandi capi del Millemondi avevano intuito che permettere alla forza lavoro sottopagata e senza troppo da perdere di stare troppo tempo costretta insieme in una grossa scatola di metallo, a parlare magari di quanto schifosa fosse la loro situazione e come si dovesse fare qualcosa per migliorarla e senza poter sfogare il nervosismo indotto dal jet lag, non fosse proprio la migliore delle cose.

Da qui, l'idea.

Perché non costruire aree di svago e divertimento per i passeggeri durante gli interminabili viaggi oltreversali?

Sempre da qui, vennero fuori i bar con le sale da ballo, i ristoranti e le osterie, le cucine, le zone dello shopping, i casinò, i locali per spogliarellisti e spogliarelliste e case chiuse.

Qualche malpensante moralista ogni tanto insinuava che così si favorissero attività criminali e degrado, ma d'altronde quando mai qualcuno non insinuava qualcosa su qualcos'altro?

Per sua fortuna, Achero non era il tipo da perdere tempo su certi pensieri.

E così una volta entrato, si diresse direttamente verso un punto libero lungo il bancone.

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Angolo dell'Autore: Buongiorno mondo! E Achero torna a fare il pieno. In effetti era da un po' che non beveva qualcosa XD

Vediamo che succede adesso al bar.

Continuo sempre a ringraziarvi per leggere queste parole e vi do appuntamento al prossimo capitolo.

Ciaooo

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