Roses, Seongjoong

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Ship: Seongjoong (Seonghwa x Hongjoong);
Genere: Angst;
Trama: Seonghwa sapeva bene quanto Hongjoong, il ragazzo che amava da anni, andasse pazzo per le rose. E quella stessa sera aveva intenzione di dichiarare il suo amore con quei fiori. Ma il destino aveva altri piani per la mente.
Word Count: 1270.

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Seonghwa quella sera era nervoso come non lo era mai stato in tutta la sua vita. Quello sarebbe stato il giorno in cui avrebbe dichiarato il suo amore ad Hongjoong, il ragazzo che gli aveva rubato il cuore.

Ricordava perfettamente come si erano conosciuti qualche anno prima. Era un tranquillo pomeriggio autunnale, e Seonghwa era molto frustrato. Non riusciva a trovare un lavoro stabile, e faceva fatica a pagare l'affitto alla fine del mese.

Si era ritrovato in una collina deserta, che non aveva mai visto prima. Si stese sul prato verde e chiuse gli occhi, lasciandosi sfuggire un sospiro.

Qualche minuto dopo, immerso nella quiete di quel posto, sentì dei passi provenienti da dietro di sé. Così si sollevò e si voltò, posando gli occhi su un meraviglioso ragazzo dai capelli castani.

-"Scusami, non volevo svegliarti." Disse, avvicinandosi a Seonghwa e sedendosi poco più distante da lui.
-"Non stavo dormendo, non ti preoccupare." Ribatté il maggiore con un piccolo sorriso sulle labbra, causato dalla dolcezza di quello sconosciuto.

I loro sguardi si incrociarono, poi comparve un sorriso anche sul volto del castano.
-"Hai qualcosa tra i capelli." Disse. Sulle guance di Seonghwa comparve un po' di rossore, mentre l'altro toglieva dei fili d'erba che si erano incastrati tra le sue ciocche corvine.

-"Grazie." Ribatté con un po' di timidezza, distogliendo lo sguardo dal viso dello sconosciuto e portandolo sul favoloso paesaggio che si estendeva davanti ai loro occhi. Lo stesso fece il ragazzo seduto affianco a sé, e trascorse qualche secondo di silenzio prima che riprendesse a parlare.

-"Mi chiamo Hongjoong, comunque." Disse con un piccolo sorriso sulle labbra, tenendo lo sguardo fisso di fronte a sé. "Ti vedo spesso da queste parti, ma non ho mai voluto disturbarti." Ammise poi, facendo di nuovo colorare di rosso le guance del corvino.

-"Io mi chiamo Seonghwa. È un piacere conoscerti." Rispose, voltandosi verso l'altro e sorridendogli. Solitamente non dava mai così tanta confidenza ad uno sconosciuto, ma in lui vedeva qualcosa che lo rassicurava. In lui vedeva una... possibilità, che, forse, avrebbe potuto cambiargli la vita.

Ed il suo sesto senso non sbagliava. Per i cinque anni che seguirono, Hongjoong divenne una parte fondamentale della sua vita. Lo aiutò a trovare un lavoro che gli forniva tutti i soldi di cui aveva bisogno, riuscendo ad acquistare una casa in una bella zona e a non avere alcun tipo di problemi economici.

Trascorreva le giornate con lui e gli fece conoscere molti di quelli che diventarono i suoi migliori amici. Seonghwa non ci mise molto a capire che quello che provava per lui si trattasse di amore.

Gli bastò solo un anno per innamorarsi perdutamente di quel ragazzo. Eppure era certo che lui non provasse lo stesso, nonostante cercasse di mandargli segnali di ogni tipo per dargli una svegliata.
Insomma... nel loro primo incontro, ricordava di aver visto un piccolo briciolo di interesse da parte del minore. Sarà stato che aveva la testa troppo tra le nuvole, annebbiandogli la vista e nascondendogli la realtà, ma lui rimase in questa convinzione.

Seonghwa non era un tipo che si arrendeva facilmente. Lo avrebbe fatto solo quando avrebbe ricevuto un rifiuto esplicito. E così, cinque anni dopo, si ritrovava a rendersi il più carino possibile per uscire con lui.
Si sarebbero dovuti incontrare tre ore dopo per fare una semplice passeggiata, eppure si stava già preparando, creandosi film mentali ad ogni occasione che gli si presentava.

Erano passati cinque anni, e quella sarebbe stata la sera in cui Park Seonghwa avebbe dichiarato il suo amore al ragazzo per cui aveva perso la testa, Kim Hongjoong.
Infondo, non poteva passare la vita ad aspettare che fosse l'altro a fare il primo passo, non sapendo nemmeno se ricambiasse o meno.

Quella sera, Seonghwa uscì un'ora prima per comprare delle rose, sapendo bene quanto Hongjoong le amasse. Si mise ad aspettarlo in un vicoletto poco più distante da casa sua, dove si sarebbero incontrati.

Il tempo passava, e così l'ansia cresceva sempre di più, minacciando di far esplodere il petto di Seonghwa. Trascorse un'ora, ed erano le 20 in punto.

Controllò il cellulare, ma non era arrivato nessun messaggio. Cercò di restare calmo, qualche minuto di ritardo non sarebbe stato un problema. Eppure i minuti continuavano a passare, e di Hongjoong non c'era traccia.

Erano ormai le 20.30, quando finalmente Seonghwa si decise a chiamarlo. Per sua sorpresa, rispose dopo solo un paio di squilli.
-"Joongie? Stai arrivando?" Gli domandò, stringendosi le rose al petto.

-"Oh, ehm, giusto. Senti, ho fatto una cazzata." Pronunciando quelle parole, una piccola risatina poté essere udita dall'altro lato del telefono.
-"Che intendi?" Chiese il corvino, non capendo a cosa si stesse riferendo.

-"Beh, uhm... hai presente quel ragazzo con cui mi stavo scrivendo qualche tempo fa, quello che mi interessava? Beh, credo sia più che semplice interesse. Un paio di ore fa ho preso il treno e l'ho raggiunto a Busan, per fargli una sopresa. E... credo proprio che anche io gli piaccia." Sussurrò con eccitazione.
-"Ah." Seonghwa poté giurare di aver sentito il proprio cuore spezzarsi.

Il suo corpo iniziò a tremare, mentre le lacrime cominciavano a rigare le sue guance. Bastarono quelle parole a buttare giù tutte le convinzioni che si era creato in quei cinque anni.
-"Hwa? Tutto bene?" Chiese Hongjoong, preoccupato per il maggiore. "Davvero scusami tanto se non ti ho avvertito prima, pensavo non ci sarebbe stato alcun problema, visto che ci vediamo così spesso. Appena torno ti prometto che usciamo."

Seonghwa, di quelle parole, non ne sentì neanche una. Non ci poteva credere, non ci voleva credere.
-"Hwa?" Sentì dall'altro lato del telefono, e questo lo fece finalmente tornare in sé.
-"Non fa niente Joongie." Rispose, sforzandosi a farsi comparire un sorriso sulle labbra e faticando a mascherare la sua voce tremolante. "Divertiti. Ci sentiamo." Lo rassicurò, chiudendo gli occhi e cercando di controllare il suo respiro.

-"Grazie, Hwa. Ci vediamo." Furono le ultime parole di Hongjoong prima che la chiamata terminasse.

E Seonghwa rimase immobile, congelato. Cinque anni di attesa per il momento giusto erano appena stati buttati al vento. Ma non era quello che gli importava. Ne avrebbe attesi anche dieci, se era necessario. Solo... non riusciva a smettere di pensare a quanto fosse stato stupido.

Si era innamorato così facilmente, e con la stessa facilità si era lasciato spezzare il cuore. Certo non era colpa di Hongjoong. Magari i suoi segnali non erano stati abbastanza chiari, e forse si era abbandonato troppo al mondo dei sogni.

Posò la schiena contro il muro, fissando gli occhi sul cielo scuro che si estendeva sopra la sua testa. Un sospiro uscì dalle sue labbra. Poi si diede un colpetto sulla coscia come per darsi la forza di cui aveva bisogno, e si staccò da lì.

Prese a camminare per le vie buie di Seoul, lasciandosi cadere le rose dalle mani; non aveva la forza di sostenere sia quelle che il suo cuore infranto. Aveva troppo da trascinarsi dietro: il dolore, la rabbia, l'incredulità. Ma soprattutto, il terrore dell'amore; ciò che lo aveva fatto sentire così vivo fino a quel momento lo aveva distrutto in un solo istante e con lui aveva straziato il suo cuore, mentre il vento freddo che soffiava quella sera spazzava via tutti i pezzettini in cui si era infranto.

Ateez OneshotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora