Piece of Art, Seongjoong

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Ship: Seongjoong (Seonghwa x Hongjoong);
Genere: Fluff;
Trama: Trovarsi nel posto giusto al momento giusto permetterà l'incontro di Hongjoong e Seonghwa, che per la prima volta hanno l'occasione di vedere dal vivo il loro quadro preferito.
Word Count: 1200 parole.

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Quando Seonghwa fu atterrato a Milano, non aveva dubbi su quale sarebbe stata la sua prima tappa: la Pinacoteca di Brera. Prima di tutto, però, fece il check-in e si sistemò all'hotel, assaggiò del cibo tipico e si fece una bella dormita.

La mattina seguente, all'apertura delle 8 e 30, era già in fila per entrare. Aveva scelto un periodo in cui sapeva che non avrebbe trovato tanta gente, perciò non dovette aspettare molto prima di poter finalmente entrare.

Si fece un giro, soffermandosi su diversi quadri che trovava spettacolari, ma ne aveva uno solo in mente che non vedeva l'ora di vedere: "Il Bacio" di Hayez.

Era da sempre il preferito di sua madre, che purtroppo morì improvvisamente quando lui aveva ancora solo 17 anni. Adesso erano passati diversi anni, eppure non avrebbe mai dimenticato quanto sua madre amava quel quadro. In qualche modo, lo legava ancora a lei, per questo ci teneva a vederlo dal vivo, significava tanto per lui.

Era un suo sogno, e, quando finalmente ebbe guadagnato abbastanza soldi per organizzare il viaggio, non perse l'occasione per realizzarlo.

Con la sua andata tranquilla e curiosa, mentre si guardava attorno, lo raggiunse, e ci si ritrovò davanti. Rimase incantato. I suoi occhi percorsero ogni singolo dettaglio di quel dipinto raffigurante un bacio, che aveva visto tante di quelle volte, ma nessuna aveva mai avuto lo stesso effetto di vederlo dal vivo.

Una lacrima solcò il suo viso. Era stupendo, gli rimase inciso nel cuore. Era come se stesse rivivendo la primissima volta in cui sua madre glielo mostrò.

Poté giurare di aver sentito ancora una volta la sua voce, che gli spiegava la storia di quel dipinto. Rivedeva la sua mano, che gli indicava qui piccoli dettagli che al tempo gli erano sfuggiti. E rivedeva i suoi occhi, che le si illuminavano mentre guardava quel dipinto.

La sensazione gli fece venire i brividi. Questo lo riportò alla realtà, e si rese conto che affianco a lui si era posizionato un ragazzo poco più basso di lui, che teneva gli occhi fissi sul dipinto con un sorriso sul viso.

Forse lo sguardo di Seonghwa era troppo insistente, perché all'improvviso lo sconosciuto si voltò verso di lui. Subito Seonghwa distolse lo sguardo, imbarazzato, e le sue guance si colorarono di un leggero rosso. Mandò via quella leggera lacrima che aveva bagnato la sua pelle di porcellana; sapeva che non molti avrebbero potuto capire cosa significava per lui quel dipinto, quindi preferiva nascondersi, continuando a contemplarlo in silenzio.

-"Bello, vero?" Disse lo sconosciuto. La testa di Seonghwa scattò nella sua direzione.
-"Anche tu sei coreano." Disse dopo averlo sentito parlare, sorpreso. Doveva ammettere che lo spaventava un po', viaggiare da solo in un luogo così lontano da casa sua di cui non conosceva la lingua, quindi aver trovato qualcuno della sua stessa nazionalità lo rassicurava.

Lo sconosciuto dai capelli castani gli mostrò un sorriso.
-"Sono venuto qui solo per questo." Ammise, riportando gli occhi sul dipinto davanti a sé.
-"Anche io." Ribatté Seonghwa, con un tono di voce incredulo. Non poteva credere che qualcuno amava quel dipinto tanto quanto lui da farsi ore e ore di aereo solo per vederlo dal vivo.

-"Era il preferito di mio fratello, prima che la morte me lo portasse via." Confessò, e chiuse gli occhi. "Aveva solo 15 anni." Sussurrò, la sofferenza era evidente nel suo tono di voce.
La confessione dello sconosciuto, allora, diede la forza a Seonghwa di fare lo stesso, sia per liberarsi che per non farlo sentire solo.

-"Anche per me significa tanto. Era il preferito di mia madre, che mi ha lasciato diversi anni fa." Disse, portando gli occhi sul soffitto per evitare che gli sfuggisse qualche lacrima.

Lo sguardo dello sconosciuto tornò di nuovo su di lui, ma non aveva la forza di ricambiare.
-"Mi dispiace. Sono felice che tu abbia avuto l'occasione di vederlo." Disse, posando una mano sulla sua spalla. "Piangere non è segno di debolezza. È una reazione completamente umana. Non vergognarti di piangere."

Quelle parole, finalmente, spinsero Seonghwa a guardare il castano e gli avevano fatto venire una certa voglia di conoscerlo. In lui riusciva a vedere un'anima pura, nonostante fosse solo uno sconosciuto e non sapesse nulla di lui.

I propri occhi incontrarono i suoi, e in essi riusciva a vedere una gentilezza fuori dal comune, che non aveva mai visto in nessun altro prima.

Il castano sembrò leggerlo nella mente.
-"Sono Hongjoong, comunque." Disse con un sorriso, mettendo le mani nelle tasche dei suoi pantaloni. Spontaneamente, anche sulle labbra di Seonghwa si disegnò un sorriso.
-"E io sono Seonghwa. È un piacere conoscerti." Rispose, volendo che quella conversazione andasse avanti.

-"Quanto ti fermerai qui, Seonghwa?" Gli domandò il castano, riportando gli occhi sul dipinto davanti a loro.
-"Domani mattina ho l'aereo per Seoul. E tu?" Rispose, spostando anche lui lo sguardo sul dipinto. Infondo, non era certo che quell'opportunità si sarebbe potuta ripetere, quindi voleva godersi quell'esperienza al massimo.

-"Anch'io." Ribatté il castano. Percepì la sua esitazione, per un momento, prima che parlasse di nuovo. "Hai programmi per la giornata?"

Seonghwa fu sorpreso dalla domanda; doveva ammettere che aveva voglia di passare più tempo con Hongjoong, nonostante lo avesse appena conosciuto.
-"No, sono qui da solo e dopo questa visita non ho nulla in programma."

Il castano esitò nuovamente.
-"Lo stesso vale per me. Pensavo... potremmo passare questa giornata assieme. Se ti va, ovviamente, non vorrei sembrare uno psicopatico, chiedendoti così dal nulla-"
-"Ne sarei davvero felice." Rispose Seonghwa, e nel suo tono di voce emergeva la sua chiara felicità.

Da quel momento, nessuno dei due disse più nulla. Uno affianco all'altro, rimasero a contemplare il dipinto davanti a loro senza dire una parola.

La giornata proseguì bene. Non ci fu nemmeno un briciolo di imbarazzo, nonostante si fossero conosciuti giusto qualche ora prima.

Non sapevano se definirlo un appuntamento, ma ciò che sapevano era che quel tempo passato insieme era stato prezioso, e qualcosa era scattato fin da subito tra di loro.

Quando Seonghwa guardava Hongjoong, si rendeva conto che non voleva lasciarsi scappare una persona come lui. Quando lo sfiorava accidentalmente, desiderava poterlo toccare ancora e ancora, perché la sua presenza lo faceva sentire al sicuro. Quando parlava, qualsiasi cosa dicesse, restava incantato ad ascoltarlo, si sarebbe addormentato col suono della sua voce.

D'altro canto, Hongjoong si sentiva onorato di essere colui che riusciva a far sorridere Seonghwa. Si sentiva onorato di poter sentire il suono della sua risata. E uno come lui, lo voleva nella sua vita per sempre.

Così, si erano innamorati. E due anni dopo si erano ritrovati ancora una volta lì, a Milano, mano nella mano davanti a un dipinto raffigurante un bacio, che adesso aveva assunto un ulteriore importante significato per i due. All'inizio, per entrambi era legato a qualcuno che avevano perso, ma adesso era anche ciò da cui era nato il loro amore incondizionato.

Ma ogni volta che Hongjoong distoglieva lo sguardo dal dipinto e guardava Seonghwa, realizzava che la vera opera d'arte la aveva al suo fianco.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 09 ⏰

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