L'intrattenimento

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Quella sera sarei uscita con Vincent, l'amico di sempre, quello a cui raccontavo tutto quello che succedeva nella mia vita. Misi le prime cose che trovai in mezzo, un pantalone nero e una maglietta della Puma. Mi truccai e scesi le scale di casa. Vincent era sotto casa che mi aspettava. 

V: ''Hey Maya, tutto bene?''

Mi chiese guardandomi stranito, come se avesse già capito che fosse successo qualcosa.

M: ''Si Vincent, devo raccontarti un sacco di cose''

Salii in macchina e gli raccontai di Jacob. Siamo stati a parlarne per quasi tutta la serata. Vincent è un grande amico, fa parte della famiglia da ormai tanto tempo. Come se fosse un mio fratello maggiore. Quando ero giù di morale, perchè magari avevo litigato col mio ragazzo, lui c'era sempre. Non avrei nemmeno dovuto insistere, sarebbe subito corso sotto casa a prendermi. Non ho mai pensato di provarci con lui, perchè è un amico che non voglio perdere. E' un ragazzo semplice, lavora come autista dei treni, è la sua passione. Ogni volta che riesco a vederlo, mi parla sempre del suo amore verso i treni. E' così carino quando ne parla, riesce sempre a mettermi un sorriso sulle labbra. 

V: ''Ieri per la prima volta ho guidato un treno merci, non puoi immaginare che fatica!''

M: ''Hai viaggiato tanto?''

V: ''Alla fine penso sia stato il giusto. Almeno sono riuscito a vedere da lontano, nuove città''

Risi. 

In effetti non aveva tutti i torti, con la scusa che lui guidasse i treni, riusciva a vedere delle città. Non potendo però visitarle di persona, si accontentava di vederle attraverso i finestrini dei treni. Che bello viaggiare, credo sia una delle poche cose che farei sempre. Vedere il mondo è uno dei miei sogni. Magari un giorno, riuscirò a realizzarlo.

Quella sera, Vincent, mi portò in un nuovo pub che avevano aperto nel centro della città. Locale accogliente, pieno di gente che, con il loro tono alto di voce, quasi non riuscivo a sentire il rumore dei miei passi sul parquet. Prendemmo un drink, un piatto di patatine e continuammo a parlare per tutta la serata di quello che mi era successo. Andammo a pagare e mi riaccompagnò a casa. Arrivata in camera, inviai un messaggio a Jacob. Mentre mi misi il pigiama, controllai il telefono, sperando che Jacob mi inviasse un messaggio. Poco dopo, trovai entrambe le spunte blu sul mio messaggio. Jacob mi stava scrivendo.

J: ''Hey tu! Già di ritorno? Pensavo facessi più tardi''

M: ''No, non oggi.''

Non potevo dirgli che non aspettavo altro che tornare a casa per sentirlo, quindi sviai la conversazione e gli chiesi cosa avesse fatto in queste ore. Era bello ascoltarlo. Lo avrei fatto per ore. Avrei voluto che la nostra conversazione durasse tutta la notte, ma ci salutammo perchè lui, la mattina seguente, avrebbe dovuto svolgere dei servizi. L'indomani, fù lui il primo a scrivermi il buongiorno, così da farmi iniziare la giornata col sorriso. Mentre era in macchina, mi chiese se potevamo sentirci al telefono, per fargli compagnia. Non esitai un attimo e lo chiamai.

J: ''Buongiorno, mattiniera?''

M: ''Quasi sempre ormai''

J: ''Perchè? Lavori?''

M: ''No, sto studiando per laurearmi, mi manca un anno e forse riuscirò a laurearmi entro questi 3 mesi''

J: ''Che bello! In cosa dovresti laurearti?''

M: ''Interior design.''

J: ''Cioè aggiusti le case?''

Risi. 

M: ''No, arredo le case''

Ridemmo entrambi.

J: ''Quindi potrò chiamare te per migliorare la mia casa''

Quanto avrei voluto poterlo fare. Usare la scusa dell'arredamento, solo per vederlo tutti i giorni. Chiudemmo la chiamata con un saluto, che ci saremmo sentiti poi, più tardi. Tornato a casa mi mandò un messaggio, chiedendomi se avessi voluto fare videochiamata dopo pranzo. Gli dissi che per me andava bene. Quel giorno credo d'esser stata una scheggia nel mangiare.

Accesi il computer e aspettai che mi chiamasse.

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