CAPITOLO 9

38 6 0
                                    

Aldebaran volteggia nel cielo, dalle draconiere vengono scagliati i dardi di balista, ma il drago, essendo in movimento e non più accerchiato, è un bersaglio meno facile da colpire. I proiettili sibilano nell'aria, alcuni riescono quasi a sfiorarlo, ma poi proseguono disperdendosi nelle lande desertiche.

Lentamente l'alba cede il posto al giorno pieno, i caldi raggi solari rendono il deserto un forno rovente dove una cappa di calura emerge dalla sabbia simile a una nube. Aldebaran è visibile in tutto il suo splendore, le lucenti scaglie nere, brillanti come solo quelle di un dorato oscuro possono essere, riflettono coi loro riflessi aurei i raggi solari; il drago è immenso e inferocito, difatti la creatura gonfia il petto, serra le fauci e inspira profondamente prima di scatenare il suo inferno di fuoco.

Aldebaran soffia creando un immenso cono di fiamme capaci di vaporizzare anche le rocce, un paio di draconiere si trovano sulla traiettoria e vengono distrutte dalle fiamme e di loro non resta che cenere al vento. Le altre dieci manovrano e ritentano l'accerchiamento, nuovi dardi vengono scoccati e uno ferisce di striscio la spalla destra del dorato. Aldebaran ruggisce di rabbia e dolore e si slancia nuovamente nel cielo, non può rimanere fermo, se ne rende conto, a ogni soffio diviene un bersaglio facile e le draconiere hanno il tempo di manovrare e mirare. Un paio di volte tenta di avvicinarle, ma subito gli armigeri e i mozzi sono pronti e scagliano le reti uncinate che per poco non lo colpiscono. Se anche solo una dovesse agganciarsi il drago si trascinerebbe dietro tutta la rete a maglie metalliche e nel volo gli uncino ghermirebbero la sua pelle, ogni tentativo di liberarsi la farebbe solo stringere maggiormente.

Il Dorato oscuro si tiene a debita distanza, ma le draconiere lo inseguono veloci, non ha modo di seminarle temendo che queste diano poi la caccia a Belial. Tenendosi a distanza il suo soffio diviene inutile e il drago volteggia nel cielo prendendo tempo, cambia spesso direzione e alla fine non fa altro che descrivere un ampio cerchio. Aldebaran è ferito, solo un graffio per il drago che ne ha rovinato le scaglie all'altezza della spalla destra e un rivolo di sangue cola dal taglio provocato dal dardo, gocce che cadono dal cielo finendo nella sabbia del deserto; sangue che le sabbie sembrano assorbire, come se qualcosa sotto la loro superficie se ne nutrisse; dal cielo questo strano fenomeno non è visibile e inconsapevole il drago nutre con la propria linfa vitale qualche creatura nascosta nel profondo delle sabbie e che al momento si mantiene ben nascosta.

I timonieri si stanno abituando a quell'inseguimento difatti manovrano più rapidamente le draconiere e una nuova pioggia di dardi viene scagliata verso il dorato, Aldebaran li schiva eppure nuovamente uno lo prende di striscio lacerandogli il fianco sinistro, un ruggito rabbioso sfugge al drago che rallenta dolorante; le sue scaglie dure come l'acciaio vengono battute da dei semplici dardi, il dorato non ne capisce il motivo fin quando non nota che le ferite sembrano aperte da un acido che ne corrode le squame. Veleno, in un attimo Aldebaran comprende, i dardi sono imbevuti di veleno che distrugge le scaglie e chissà che altri effetti può avere su di lui una volta entrato in circolo. La risposta arriva rapidamente, una vertigine lo fa vacillare, poi una seconda e la vista si sfoca, in quell'attimo di smarrimento le reti uncinate vengono scagliate contro Aldebaran, le ali si impigliano nelle maglie e gli uncini si conficcano nelle membrane delle ali, il dorato oscuro precipita al suolo, finendo riverso nella sabbia, il cielo gli è ora negato e le Draconiere lo accerchiano, i dardi puntati pronte a finirlo.

Aldebaran si sente per un attimo impotente, in balia del nemico, la furia cresce nel petto del drago quando cade al suolo e viene privato del suo dominio nel cielo. Il Dorato oscuro affonda le zampe nella sabbia e si fa forza rialzandosi, stanco, ferito e vacillante per colpa del veleno, alza il muso verso le Draconiere; ruggisce facendo tremare l'aria. Mozzi, marinai e timonieri esultano vedendo il drago a terra, sotto tiro, il Sacerdote annuisce soddisfatto, il re dei cieli, l'ultimo dei dorati è caduto. Raccoglie le forze, in un ultimo disperato tentativo, le fauci ornate di denti aguzzi vengono schiuse e il drago inspira profondamente, accumulando sempre più aria. Dalle draconiere si accorgono che l'immensa creatura si prepara a soffiare ma viene raggiunto da parole di scherno, le navi sono fuori dalla sua portata e lui è a terra inerme. Aldebaran non si arrende, serra le fauci mentre la sacca dove nasce il soffio ribolle come la sua ira, l'ultimo dei dorati non accetta d'essere battuto ne privato del volo; inarca il collo, mira le draconiere con sguardo minaccioso e infine soffia. Qualcosa in lui è cambiato, sia in forza che determinazione: adrenalina, rabbia, umiliazione, furia... hanno scatenato nel dorato la forza di reagire e dar vita al secondo soffio.

Demons IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora