XIII capitolo - La festa di fidanzamento (2/2)

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Christina osservò incuriosita i calici innalzati ed ebbe l'impressione che tutti stessero cercando di affogare qualcosa nell'alcol.

C'era chi bagnava appena le labbra scarlatte, sperando che la delusione per un amore mancato sbiadisse all'improvviso; poi, c'era chi ingurgitava le bollicine in un sol sorso e pregava affinché esse zittissero i bisbigli della colpa; c'era chi ingoiava lo champagne convinta di poter anestetizzare il dolore e, infine, c'era chi sorseggiava da un bicchiere colmo di rassegnazione.

Era una festa e, nonostante i balli, le risate, i brindisi e le congratulazioni, aleggiava nella sala una livida tensione.

I sussurri, i sorrisi ammiccanti e le torve occhiate erano un fendente che rischiava di trapassare il corpo dei due novelli fidanzati, tramortendoli nel loro peccato.

I due, intanto, intrattenevano gli ospiti conversando amabilmente, e non assecondarono il chiacchiericcio molesto di chi voleva scoprirne l'inganno; Katharina, dal canto suo, evitava d'imbattersi in Alexander, più per timore di tradire i propri reali sentimenti piuttosto che per acredine nei suoi riguardi.

Alexander aveva tentato di avvicinarsi a lei, nel contempo Katharina gli sfuggiva tenendosi ancorata al braccio del suo promesso sposo.

«Sembrano davvero felici e innamorati», gli angoli della bocca s'innalzarono, ma c'era alienazione nello sguardo di Hannah; aveva osservato la coppia per tutta la serata e, a ogni sorso di champagne, l'odio che provava, misto a un penoso struggimento, rischiava di traboccare dalle labbra.

Odiava tutti.

A incominciare da quell'inetto di Alexander, la cui stupidità li aveva spinti in quella farsa - perché non aveva dubbi che per Katharina non fosse altro che una messinscena.

Detestava la futura sposa, colpevole di aver irretito il suo Maximilian con l'elargizione di un'innocenza che, in realtà, non possedeva.

Aborriva il padre della futura duchessa Eisner Von Eisenhof che non la smetteva di gongolarsi per la fortuna che gli era piombata addosso.

Avrebbe strozzato volentieri Christina, benché quest'ultima non apparisse affatto felice; forse - si convinse Hannah - invidiava la sorella o non le andava a genio Maximilian nelle vesti di cognato.

Rifuggiva finanche Gustav Eisner Von Eisenhof, lo zio dello sposo, che gironzolava tra gli invitati con lo stupore di chi non aveva ben inteso cosa stessero combinando i nipoti.

Poi, c'era lui. E lui, non lo odiava affatto.

Anzi, più Maximilian sfuggiva ai suoi tentativi di adescamento, più Hannah s'incatenava alla brama di possederlo. E più scovava il modo per catturarlo.

«Sarà perché lo sono davvero» Alexander rispose risoluto e cercò di allontanarsi dalla rabbiosa contessina, doveva, però, zittire prima ogni sua fastidiosa allusione. «Sono innamorati da tempo e, finalmente, mio fratello si è deciso a chiederle la mano.»

«Che strano, ho sempre pensato che foste legati sentimentalmente tu e Katharina» azzardò lei, passando dal reverenziale voi a un informale tu. Non erano mai stati amici e, neppure, ambiva a diventare sua confidente; immaginava, però, che ora volessero entrambi la stessa cosa. Hannah credeva che Katharina avesse acconsentito a sposare Maximilian in virtù di un accordo tra le due famiglie, e forse anche per un dispetto verso il traditore Alexander, mai si sarebbe aspettata che la bizzarra proposta fosse stata suggerita proprio da lui. «Non dirmi che non ti scoccia sapere che la tua amata, a breve, si concederà a tuo fratello» provocò, conscia di addentrarsi su un terreno accidentato. «Tutto per assecondare un impulso. Se fossi stato più intelligente, o almeno avresti avuto maggior accortezza e riserbo, adesso staremmo brindando alla tua felicità.»

La sposa di CainoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora