Non si chiamava Ohcumgache, ma tutti lo chiamavano così. Con il nome che era stato del capo Piccolo Lupo.No, lui era semplicemente John.
John, il Cheyenne.
E John il Cheyenne, a Springs Creek nell'ovest dell'Oklahoma, lavorava come commesso in un supermercato anonimo, costruito dentro un ammasso di lamiere su una strada trafficata che conduce a Concho. Fronte alta e sguardo fiero, sorriso spento e quel velo acquoso a coprirgli perennemente gli occhi, qualcuno sosteneva avesse poteri magici, perché il bisnonno era stato un autorevole sciamano.
Nessuno sapeva di cosa fosse capace e di quali forze naturali John si servisse per smuovere gli eventi. Erano leggende, anche quelle. Ma a Springs Creek, un puntolino dell'Oklahoma sotto la bandiera degli Stati Uniti nell'anno del Signore 2020, si vociferava praticasse strane guarigioni, che fosse cioè un uomo medicina.
"Ehi, gattino".
Sì, avete sentito bene. C'era qualcun altro che lo chiamava e lo considerava come gli pareva. Qualcuno a cui non importava dare retta alle voci dei compaesani, piuttosto era solito menare le mani. O, come quella mattina, stringere nel pugno un taser e puntarlo contro un passante per pura provocazione. E odio, insopprimibile odio.
John si voltò lentamente, le braccia spalancate e la solita espressione irriverente sul viso. I tratti allungati da Lupo. "Steve Bischoff", pronunciò con solennità e disgusto insieme. "Mi sorprendi. Non hai di meglio da fare che scodinzolare dietro a un gattino?". Detto ciò, si fermò per osservare lo sceriffo Bischoff dritto negli occhi, due pupille che sembravano essere state tagliate nel ghiaccio.
"Credevo di averti rimesso al tuo posto mesi fa, Cheyenne. Però...", lo sceriffo emise un sospiro teatrale e uno dei suoi sopraccigli scuri si inarcò lievemente: "Però, stai continuando a darmi fastidio. Trami contro di me, cerchi di sabotare l'ordine costituito, non ti rassegni al verdetto della storia: so tutto, sai? Mi mancano solo le prove".
Non si rassegnava, John. Questo era vero. Non avrebbe potuto.
Batté le suole sull'asfalto che stava percorrendo per andare al lavoro, in quella fredda mattina di aprile: "Avete costruito strade", abbassò le braccia in segno di sfida. "Avete alzato città. I pochi di noi che sono rimasti sono stati obbligati a integrarsi tra quartieri e grattacieli. Sappiamo a stento da dove veniamo".
"Si chiama civilizzazione, idiota".
"No", John premette le unghie contro i palmi. Nessun fastidio sarebbe stato più acuto del dolore che i suoi avi e la sua famiglia avevano sopportato per secoli, tra spargimento di sangue ed emigrazione forzata. Premette ancora più forte. La sua infanzia non era stata dettata da nient'altro che un unico scopo: dimenticare. Così, lui era diventato John e sua madre era stata Alice e suo padre Brian. Eppure, erano nati da Danzatrice di Stelle e Bella Voce. Nessuno dei suoi aveva mai dimenticato.
"Il vostro è stato prima un massacro dei corpi", sibilò sforzandosi di trattenere il pianto. "Poi della nostra cultura. Adesso, pretendete di massacrare quello che ci rimane, l'identità. Ma tu, sceriffo, stai calpestando la nostra terra", batté di nuovo le suole. "Non importa quanto asfalto ci incolliate sopra e quali confini ci abbiate tracciato. La terra appartiene a noi, tutta intera. Tu sei solo un ospite qui".
"Attento, John". Steve Bischoff prese a girargli intorno, mantenendo l'arma sempre direzionata contro. Un uomo dello stato armato contro un indiano inerme. "Risse, resistenza a pubblico ufficiale, sobillazione. In questi anni, ti stai costruendo la reputazione giusta per passare a miglior vita; te ne rendi conto?".
John restò immobile, mentre il cuore lo martellava dentro: "Mi uccideresti per così poco?".
"Se devo, non avrò pietà".
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Cheyenne
RomanceUna giornalista alla ricerca della verità, in un mondo dove tutto si nasconde. Un uomo che lotta per la giustizia, ma ha smesso di combattere per se stesso. E un altro che difende il suo sangue, che ancora impregna la terra. "Cheyenne" è la Stori...