Nelle settimane precedenti"Abigail Cooper, oggi è il tuo giorno. Lo segneremo sul calendario, per festeggiare da qui ai prossimi vent'anni".
Fiona Murray sventolò una copia del quotidiano per il quale lavoravano da tempo, senza troppa gloria a dire il vero. Ci affondò il viso e annusò la carta pregna d'inchiostro: "Finalmente, riceverai la promozione che meriti!", sentenziò.
Era raggiante e, a furia di sorriderle, cominciò a risollevare anche il suo umore. Non che Abigail non fosse soddisfatta del suo lavoro, anzi: il suo ultimo articolo stava rimbalzando sulle pagine delle centinaia di migliaia di copie uscite quella mattina e chiaramente anche in Rete. Era un vero scoop, la messa all'angolo per il candidato repubblicano che puntava a diventare sindaco di New York.
Puntava: la sua corsa politica era appena finita, ed era tutta opera sua. Di Abigail Cooper.
O, meglio, sua e del fidanzato di Fiona, che aveva le conoscenze giuste al posto giusto e si era procurato una magica password per avere accesso a documenti riservatissimi. Documenti che adesso erano sulla bocca dell'intera Grande Mela.
Se solo il suo spirito fosse stato in salute. Abigail soffriva: quello era il periodo in cui era morto suo padre, di conseguenza ogni successo perdeva di valore, di fronte a una mancanza alla quale non si era ancora rassegnata. Ed erano passati già cinque, infiniti anni.
"Hai stoffa, ragazza. Non veniva fuori uno scandalo così, fammi pensare, dai tempi di Nixon...", la sentì mordere una brioche.
Abigail restò in silenzio a bere un caffè quasi freddo, mentre aspettavano che l'ascensore si fermasse al cinquantatreesimo piano del grattacielo che le inghiottiva ogni mattina. Quello della sede della PNBN, Press News Broadcasting Network, un nome impronunciabile che di rado pronunciavano anche loro. In ogni caso, la PNBN consentiva a due reporter ancora in ascesa di vivere rincorrendo ogni capriccio, e tanto bastava.
"Avanti", la gomitata che Fiona le sferrò con aria complice, per un pelo, non fece saltare il tappo del caffè.
"Attenta", le sussurrò Abigail, contrariata. "Non potrei sopportare di entrare in ufficio il giorno della mia affermazione tra i reporter che contano con una grossa macchia marrone sulla camicetta di seta", rise.
No, mai. Sarebbe stata una macchia sulla sua carriera professionale, pronta al decollo. Il segno premonitore di un disastro, in somma.
"Sei troppo tesa, Abby. Dovresti imparare da me". Fiona Murray era una seguace tardiva di quelle filosofie sull'approccio alla vita consapevole che lei invece rifuggiva, pur avendo già tagliato il traguardo dei trenta. Anche dei trentatré, a essere sinceri.
L'ascensore saliva, saliva, saliva e l'adrenalina cresceva.
"Sentiamo", Abby espirò lentamente. "Come posso migliorare?".
Fiona batté la mani, soddisfatta: "Sapevo mi avresti dato retta, Cooper. Comincia dalla tua scrivania".
La fronte di Abigail si arricciò.
"Non preoccuparti, intendo dire che con una promozione cambierai ufficio. Te ne daranno uno tutto tuo. Raccogli le tue cose e infilale in uno scatolone: servirà a calmarti i nervi, pur avendo ben chiaro cosa ti sta capitando".
"Bene, sembra facile". Tutto qui? Pensò, invece. Il piano numero cinquantatré arrivò prima che se l'aspettasse. E, mentre si stava perdendo tra qualche ragionamento di troppo, dovette farsi largo in mezzo alla calca che riempiva l'ascensore, per uscire il prima possibile. "Nient'altro?", faticò a sfilarsi dall'intrico di gambe, valigette e cravatte, prima di vederle sparire al di là delle porte automatiche.
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Cheyenne
RomanceUna giornalista alla ricerca della verità, in un mondo dove tutto si nasconde. Un uomo che lotta per la giustizia, ma ha smesso di combattere per se stesso. E un altro che difende il suo sangue, che ancora impregna la terra. "Cheyenne" è la Stori...