NICOLÒ FAGIOLI

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Che rabbia madonna. Che delusione. Sono riusciti a pareggiare, a casa nostra. Non abbiamo tirato fuori le palle fino alla fine. Avrei potuto dare di più, ci tengo ad arrivare in finale, davvero. Alla fine della partita do la mano a qualcuno, ma non a tutti perché corro subito verso lo spogliatoio, con qualche lacrime che scappa. Chiara mi ha guardato tutto questo tempo, ha guardato il nostro disastro, ma, almeno, non dal vivo. È rimasta a casa con 38 di febbre, anche se la volevo davvero qui. Entrano anche gli altri miei compagni di squadra tutti col volto basso, alcuni con un espressione triste, altri delusi e altri cercano di tirare su il morale a tutti e di pensare alla ritorno. Fa ancora più male quando perdi con la squadra che ami davvero, e contro la squadra che odi di più. Lo spogliatoio si svuota e ci salutiamo tutti. Chiara mi ha chiamato un paio di volte ma non ho risposto, non ho proprio voglia di parlare.
" amore, stai bene? Perché non rispondi? "
Vedo illuminarsi lo schermo
"non voglio non mi rompere il cazzo "
Ok, non volevo scrivere così, le dita sono andate da sole. Quando sono nervoso me la prendo con tutti. Ogni cosa che mi circonda mi fa arrabbiare.
Devo risolvere questa cosa altrimenti non riuscirò a dormire stanotte e non voglio che lei stia male. Ho le chiavi di casa sua perciò arrivo davanti alla porta e apro senza fare rumore. So che è sveglia, ha visualizzato il mio messaggio dove le dicevo che sarei venuto, per non spaventarla. Entro in casa e la trovo sul divano che guarda lo schermo del suo telefono. Appena entro mi lancia uno sguardo disinteressato e sbuffa
rumorosamente. Ok, questo non aiuta a non farmi innervosire di più.
Spegne il telefono e si mette a gambe incrociate sul divano mentre io rimango in piedi, un po' distante da lei. Sorrido nel vedere che ha ancora addosso la mia maglia della Juve. Si vede che non sta bene, ha delle occhiaie che le marcano il viso, il trucco sbavato e i suoi occhi spenti, ma è dannatamente bella.
"Dove...dove sono i tuoi?" "Sono via per qualche giorno, sono partiti stasera" annuisco e metto le mani nelle tasche del mio pantaloncino. "Perché sei qui se volevi essere lasciato in pace?" Domanda sarcastica lei e io sbuffo infastidito. Non ho voglia di litigare, ma, a quanto pare, lei se l'é presa. Sono troppo orgoglioso per dirle che mi dispiace, ma non so cosa fare. Sono venuto per scusarmi e non voglio fare nemmeno questo.
"Nicolò..." mi richiama lei. Amo quando mi chiama così. "Io non ho niente da dirti. Se è così anche per te, vattene" dice dura. Vattene. Fa male quelle parola. La guardo negli occhi, cercando di dirle tutto quello che tengo dentro. "Non hai sentito?! Vattene!" Dice con le lacrime agli occhi. Mi nasconde qualcosa, non è arrabbiata solo per il messaggio, lo percepisco. Le prendo le mani e si scansa. "Cos'hai amore? Che succede? Da un po' sei strana" Abbassa gli occhi a terra cercando di trattenere le lacrime. Le alzo il mento e i nostri occhi si incastrano. "Ci sono io con te" Dopo questa frase inizia a singhiozzare e la stringo tra le mie braccia. Continua a piangere inumidendomi la felpa. Dopo essersi calmata va a sedersi sul divano, facendomi segno di sedermi accanto a lei. "È solo...un brutto periodo diciamo. Per tutto." La guardo non convinto "intendi tra di noi? O è successo qualcosa?" Sospira. "Papà...gli è...gli è tornato il tumore" dice con la voce spezzata. La guardo dispiaciuto e comprensivo e lei continua. "Da qualche settimana" "Amore, perché non me lo hai detto? Avrei potuto starti accanto..." "Non importa...non volevo distrarti dalla Juve." Sentivo che c'era dell' altro. "Amore... sfogati con me" le passo un braccio intorno alle spalle e lei tira su col naso. "Beh, da quando...insomma...ho iniziato a mangiare di meno e..." dopo questa frase sento gli occhi inumidirsi. No, non di nuovo. Non deve sempre soffrire solo lei. Dovrei darle conforto e non devo piangere, almeno non davanti a lei. "Sto iniziando a dimagrire, ti prego non pian-" le si spezza la voce ed io l'abbraccio. Le prendo il viso tra le mani e fingo un sorriso. "Guardami. Stai tranquilla, ti aiuterò io, sempre, te lo prometto. Ti assicuro che supereremo anche questa, perché sei fortissima. Pensi che...pensi che aiuti piangere? Te lo dico io, no. . Soprattutto se si ha un sorriso meraviglioso come il tuo. Quindi smettiamola di piangere tutti e due. Sono sicuro che ce la farà, lui è forte quanto te. E anche tu ce la farai, anzi, c'è la faremo." Annuisce convinta con la testa bassa.
"Bella maglia comunque, è di un gran figo!" Dico per smorzare la tensione. "Mmm...è un po' scarso e penso parecchio antipatico..." dice ironica lei, col suo bellissimo sorriso. "Ah sì?" Inizio a farle il solletico. Lei non riesce a non ridere e mi prega di smettere, ma io continuo torturandola. "Ok...ok" urla senza fiato. "È simpatico, bello, intelligente..." continua a parlare ma mi perdo nei suoi occhi e la sua voce risulta ovattata. La bacio dolcemente e lei ricambia approfondendo il contatto. Ci dimostriamo il nostro amore e penso di innamorarmi ogni giorno di più di questa ragazza.
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Ciaooo, come va? Sto pubblicando poco perchè con la scuola ovviamente è più difficile. Questa One shot è per PARTITECALCIO, spero ti soddisfi. Ditemi cosa ne pensate del capitolo e se vi è piaciuto e se vi va lasciate una🌟
Grazieee🫶

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