Capitolo 17

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Rhys osservò la porta di legno chiudersi dietro le spalle di Jedd e aspettò qualche secondo prima di prendere un fiammifero dalla scatola che Jedd aveva sempre vicino la scrivania e accedere con esso la candela sul quale era posizionato il colino per la ceralacca. Jedd in quel momento non gli aveva lasciato altra scelta se non quella di fare tutto alle sue spalle: suo padre era innocente.

Rhys guardò la cera rossa sciogliersi lentamente mentre si mordeva il labbro inferiore per il nervosismo e poi prese la lettera che aveva già pronta da mesi posandola con calma sul tavolo dopo averla riletta per l'ennesima volta. Finalmente la cera si sciolse e il ragazzo la fece colare delicatamente sul foglio per poi prendere l'anello sigillo del suo ragazzo, che teneva anche lui sempre sulla sua scrivania, e farlo aderire alla cera. Rimase a spingere l'anello sul foglio per qualche secondo prima di toglierlo delicatamente ed osservare quella che in quel momento era diventata una lettera ufficiale del re.

Rhys sospirò pesantemente mentre il suo cuore continuava a battere all'impazzata riponendo con calma l'anello sigillo sul piano della scrivania e poi spegnere la candela sperando di non lasciare la minima traccia di quello che aveva appena fatto.

Con le lacrime che volevano uscirgli a forza dagli occhi, sentendosi davvero male per aver usato il sigillo del suo ragazzo per quella lettera, nascose la lettera nella tasca posteriore dei suoi pantaloni per poi uscire dalla camera di Jedd con molta calma.

Il suo ragazzo gli aveva detto che poteva andare tranquillamente dal padre e Jedd era davvero l'unica persona che doveva avvisare della sua partenza quindi poteva non restare un momento di più in quel castello e raggiungere il padre alla prigioni: prima lo liberava e meglio era per lui visto che poteva ritornare velocemente al castello. Anche se il padre sarebbe stato libero grazie a lui non aveva la minima intenzione di rinunciare a Jedd. Jedd era il suo ragazzo e lo amava da morire anche se non era mai riuscito a dire "ti amo" a Jedd pensando di correre troppo. Aveva trattenuto davvero tante volte quelle due parole che a volte gli era anche sembrato di scoppiare ma aveva davvero preferito aspettare. Rhys però in quel momento era certo di una cosa: una volta tornato al castello dopo aver liberato il padre avrebbe detto "ti amo" al suo ragazzo.

Rhys continuò a camminare con calma per i corridoi come se fosse un giorno qualunque visto che non aveva la minima intenzione di dire in quel momento anche agli altri che sarebbe andato via per un po'. Probabilmente sarebbe stato via per un mese contando il tempo che gli serviva per arrivare alla prigione, quello per trovare una sistemazione provvisoria al padre e infine per tornare al castello.

Nessuno lo considerò minimamente mentre usciva dal castello e anche quando si diresse alle stalle per richiedere un cavallo nessuno gli fece domande cosa che apprezzò davvero molto anche se si sentì ancora più in colpa. Se solo non fosse stato il ragazzo del principe, cosa che conosceva solo chi lavorava al castello visto che Jedd aveva deciso di non dare ancora la notizia a tutto il regno, non avrebbe mai avuto quel trattamento anzi avrebbe dovuto camminare per arrivare alle prigioni di pietra.

-te ne vai così, senza salutare- Rhys sospirò voltandosi verso Damien ringraziando di non essere ancora salito sul cavallo.

-non starò via molto e ho anche avvisato l'unica persona che ero in dovere di avvisare- parlò tranquillamente il moro.

-quindi il principe Jedd sa che te ne stai andando-

-si e sa anche il motivo- continuò Rhys -e come ho detto prima non ho salutato nessuno perché non starò via molto e tra massimo un mese sarò già qui-

-credevo non avessi niente da fare oltre che essere il fidanzato dell'erede al trono di Yentari- continuò ridacchiando Damien e Rhys si morse il labbro inferiore.

-non sempre le cose vanno lisce come l'olio Damien- disse Rhys -a volte cose che non possiamo prevedere si mettono tra noi e la nostra tranquillità-

-fa buon viaggio Rhys, vedendo il cavallo sarà davvero parecchia strada, e sta attento. Non ho nessuna intenzione di dire al mio principe che il suo ragazzo è stato ucciso da dei banditi-

-so difendermi bene Damien e fino a tre anni fa vivevo in un paesino in mezzo ai boschi non ho minimamente paura dei banditi-

-prima era un ragazzino che si vedeva chiaramente provenisse da un villaggio sperduto. Rhys anche se sono passati solo tre anni sei cresciuto e la tua corporatura non è più quella di una persona che a stento riesce a mangiare un pasto al giorno. Sta attento è l'unica cosa che ti chiedo e non per me ma per il tuo ragazzo-

-presterò attenzione Damien- si ritrovò a dire Rhys che non ci aveva minimamente pensato a quando potesse essere cambiato in quegli anni. Damien di certo lo sapeva meglio di lui visto che era anche stato il primo ad accoglierlo li al castello, colui che si era fidato delle sue capacità di apprendimento. Rhys dopo quelle parole salì in groppa al cavallo pronto a spronarlo dalle redini per partire.

-e ricordati che senza di te il tuo principe non avrà il suo dolce-

-eh?- domandò sconvolto Rhys osservando nuovamente Damien che stava ridacchiando.

-non fare il finto tonto so che non riesci a non far contento il tuo ragazzo e anche se hai cercato di nasconderlo so che gli portavi sempre i dolci-

-non so di cosa tu stia parlando- continuò a fare il finto tonto Rhys per poi spronare il suo cavallo a partire e quindi impedire a Damien di continuare quella conversazione: confermarlo avrebbe significato mettere nei guai Jedd e come sempre lui non voleva che il suo bel principe potesse essere scoperto. Il suo bel principe del quale già iniziava a sentire la mancanza ma doveva assolutamente portare suo padre fuori da quella prigione e poi sarebbe tornato da Jedd e sarebbe stato completamente suo.

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