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Prima di arrivare a Milano io e Andrew, parlavamo molto, tanto che lui mi chiese anche quando dovevo venire su, anche lui era contento perché entrambi sapevamo che almeno finalmente potevamo viverci, ed era stato così carino e premuroso, ma come sempre io ho rovinato tutto.

Feci un commento del tutto fuori luogo, lui se la prese, perché penso che in qualche modo lo abbia ferito, ma non volevo farci apposta, ho provato a fargli capire il mio punto di vista più volte, ma a quanto pare non voleva comprenderlo.

Nel frattempo io mi trasferì a Milano e lui continuava a non parlarmi.

Iniziai l'accademia, ma di lui non c'era traccia. Iniziai a cercare lavoro, spedii curriculum ovunque, ma niente neanche del lavoro c'era traccia.

Più passavano i giorni e più dovevo fare il conto con le mie emozioni e mi resi conto che forse lui mi mancava davvero più del dovuto.

Avevo praticamente, incosciamente messo tutta la mia vita in stand-by a causa delle mie mille domande su di noi.

Mi chiedevo se io gli mancavo, tanto quanto a me mancava lui. Mi chiedevo se quello che provassi fosse amore. Mi chiedevo se era la mia persona. Mi chiedevo se mi stavo solo illudendo. Mi chiedevo se avevo idealizzato tutto io, ma non credevo dato che molte cose le facevamo in due, come lo scrivere chat un po' a luci rosse.

Sapevo che c'era attrazione, ma sentivo che c'era anche molto altro, però cercavo di non pensarci e andare avanti, anche se era impossibile, perché in un modo o nell'altro ritornava sempre nella mia testa.

Quando venne mio padre a Milano, gli parlai di lui, mio padre sapeva già l'esistenza di Andrew, ma sapeva solo che era il mio migliore amico, beh quel giorno mi aprii con mio padre e gli disse la verità su andrew, gli dissi che probabilmente mi era sempre piaciuto e che ho messo in stand-by la mia vita a Milano perché l'essere qui senza di lui mi fa star male, dato che qualche anno fa avevamo deciso che saremmo venuti a vivere insieme qui.

Mio padre mi capii, mi disse che quando si è da soli è normale fare i conti con se stessi, mi disse che forse dovevo solo lasciarlo andare e che le cose sarebbero venute da sé, se fosse stato destino, però mi disse anche che ho capito molte cose che lui ha capito a 45 anni perciò sono ancora "salvabile".

Ma la verità è che Andrew non è qui. E ho provato così tante volte a lasciarlo andare, ma ci riprendevamo sempre. E' per questo che non capisco: proviamo entrambi le stesse cose ma abbiamo troppa paura ad ammetterlo? Oppure no?

Non lo so come funziona questo gioco? Non sono brava a giocarci, per me è sempre stato tutto bianco o nero e le cose che volevo me le sono sempre presa subito. Con lui sono 8 anni che aspetto di capire cosa c'è tra noi.

Sta di fatto che venerdì sono andata a fare serata emi sono divertita tantissimo, ho visto cose stupende come le drug queen, inquella serata ovunque mi girassi c'era dell'arte e stavo davvero bene. Ma poiandai a dormire una volta tornata a casa e sognai..

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