Louis spense il motore del pick-up tirando il freno a mano, poi occhieggiò verso la casa degli Styles e bastò quella vista affinché il suo stomaco iniziasse a produrre suoni equivochi. Si massaggiò la pancia e contrasse la bocca in una smorfi: aveva la nausea.Cosa gli era venuto in mente?
Come accadeva ogni anno, infatti, aveva ricevuto un invito dal conservatorio di Manchester per portare la sua testimonianza come ex allievo del college ed esibirsi in un concerto da solista.
L'invito comprendeva come sempre una visita al college e la possibilità di assistere all'esibizione, singola o corale, di alcuni allievi selezionati.
Aveva sempre presenziato con orgoglio, onorato di poter rappresentare uno dei migliori conservatori al mondo e, potendo portare qualcuno con sé, aveva sempre preferito concedere quella possibilità ad alcuni dei suoi studenti più promettenti, in modo da dar loro una rappresentazione pratica di cosa significasse studiare seriamente musica e permettergli quindi di sfiorare con mano il loro sogno.
Quando aveva visto la mail con l'invito, la prima persona che gli era venuta in mente quell'anno, era stato Jamie Styles.
A suo giudizio, totalmente oggettivo, il bambino aveva un enorme talento: la sua capacità di apprendimento era strabiliante ed essa, unita alla costanza e alla caparbietà che sembrava mettere nell'imparare a suonare, l'avrebbe portato lontano. Senza ombra di dubbio.
Era ancora molto giovane, in fondo aveva appena sette anni, ed era forse troppo presto per capire se quella passione di bambino si sarebbe trasformata in altro o sarebbe rimasta tale, ma lui era sempre stato dell'idea che le passioni andavano coltivate e alimentate, indipendentemente dall'età in cui si manifestavano.
Per quel motivo, non aveva indugiato sul suo pensiero e aveva afferrato il telefono, proponendo l'idea a Harry che aveva accettato con entusiasmo. Eppure, adesso che il giorno era arrivato, improvvisamente non si sentiva più così sicuro di aver compiuto la scelt giusta.
Era però troppo tardi per tornare indietro, quindi prese un profondo respiro e smontò dal furgone, raggiungendo la porta d'ingresso.
Ci pensò il sorriso disarmante con il quale Jamie lo accolse, a spazzare via ogni preoccupazione.
«Papà, è arrivato Louis. Dai, sbrigati».
Ridacchiò sommessamente per il modo in cui Jamie lo aveva richiamato. Sembrava un po' scocciato e non ebbe difficoltà a credere che il bambino fosse pronto già da un pezzo, mentre il padre evidentemente non lo era ancora.
Effettivamente, lo avevano sempre infastidito le persone che non erano puntuali a un appuntamento; a suo avviso, era una sorta di mancanza di rispetto, specialmente se si ripeteva cin assiduità.
Gli parve di udire in lontananza la voce di Harry che avvisava di essere quasi pronto, mentre nel frattempo Anne raggiungeva il nipote alla porta, salutandolo.
«Nonna, spingi papà fuori dal bagno. Siamo in ritardo».
«Tranquillo tesoro, papà sarà qui in un attimo».
Jamie sbuffò sonoramente, mentre sollevava gli occhi al cielo e incrociava la braccia dipingendosi un adorabile broncio sulle labbra, prima di scostarsi dall'uscio e incamminarsi lungo il vialetto, borbottando tra sé.
«Porta rispetto a tuo padre, Jamie Styles. Non fare l'impertinente».
Il piccolo si fermò a metà strada tra l'ingresso e la via. Il suo viso era ancora corrucciato mentre, con le mani strette attorno alle bretelle del suo zainetto, calciava i sassolini del selciato.
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Music Of The Heart
FanfictionQuando Louis aveva detto addio a Harry, pensava sarebbe stato per sempre, che non fossero destinati a un futuro insieme. Holmes Chapel era troppo piccola e limitante per contenere i sogni di Harry. Ora Harry non è più quel ragazzo tutto ricci e foss...