Come il suono dei passi sulla neve

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Prendo un grande respiro mentre mi avvio verso la fine di quel bianco corridoio; intorno a me riesco a vedere sedie già occupate, sedie vuote che saranno riempite a breve e sedie vuote che rimarranno vuote perché chi le doveva occupare non verrà.

Quando giungo al mio traguardo, trovo tuo padre che sembra anche più ansioso di me. Gli hai dato un incarico importante da affrontare in questa giornata, e anche se cerca di non darlo a vedere, capisco che il suo camminare avanti e indietro sia sintomo di un'irrequietezza malcelata; spero solo che tutta quest'agitazione sia solo un sentimento positivo e che non sia nervoso perché non è sicuro del passo che stiamo per fare.

Attraverso i vestiti riesco a percepire il lieve calore di un primo pomeriggio di inizio maggio, quel tanto che basta per permettere a tutti di non vestirsi troppo pesante. Hai tanto insistito affinché tutto questo avvenisse proprio il giorno del nostro primo incontro.

Il tramestio di tutti gli ospiti, poi, si ferma. Tuo padre, che è alle mie spalle, si schiarisce la voce.

Alzo lo sguardo perché capisco che è arrivato il momento; e ti vedo: sei tutto concentrato come se dovessi affrontare un esame e, invece, devi solo muovere dei passi per avvicinarti a me; alzi anche tu lo sguardo, i nostri occhi si incontrano, ci sorridiamo.

Parte la musica.

Mi piacciono di noi

preziosi istanti in cui ci stiamo ad osservare

la possibilità di scegliere

non ci farà mai liberi né complici quanto saperlo fare.

Che oggi resto perché ne hai bisogno

Domani vorrò farlo perché avremo un sogno

Nel tuo sguardo c'è il riassunto di chi sei

Mentre tu dirigi verso di me, i miei pensieri volano e ritornano alla prima volta che il mio sguardo si è posato su di te e ho pensato che eri bellissimo, ma anche imbranato, visto che ti eri tagliato con un semplice foglio di carta. Quella è stata la prima volta che ci siamo scelti, inconsapevolmente, ignari di quello che sarebbe avvenuto tra noi nei mesi a seguire.

Poi ci siamo scelti una seconda volta, su quel ponte, quando le nostre labbra, invece, si sono assaggiate per la prima volta. Ti avevo chiesto di donarmi quello che proteggevi sotto il seno sinistro e tu l'hai fatto.

E i nostri occhi da quel giorno si sono incontrati un sacco di volte, protagonisti anche loro di tutti i momenti di sconforto dovuti all'università e al lavoro e di tutti i momenti felici, come quando ci guardiamo prima di addormentarci e ci sussurriamo tutte le nostre speranze per il futuro.

Torno per un attimo alla realtà e noto che la punta del mio piede destro ha iniziato ad andare su e giù,lentamente, contro la mia volontà, come se tenesse il tempo della musica; in realtà sta tenendo il tempo del battito del mio cuore.

E il mio cuore va lento

La mia voce si fa sottile

Torneranno la luce di maggio

e le sere infinite

Accompagno il tuo arrivo

con un battere lieve

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