Friend of mine

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Tw: si nomina l'archicessa

Manuel entrò in quella cameretta che di solito lo proteggeva dal mondo con il mondo frantumato. E quando quello che consideravi il tuo mondo si è sgretolato, a cosa serviva un posto per nascondersi?

Uscì subito da quella stanza per andare in quella della madre - tanto lei era rimasta in ospedale con Dante.

Erano passate molte ore da quando avevano abbandonato in fretta quel letto su cui Manuel stava cercando di capire qualcosa in più di tutto quello che gli era successo nelle ultime settimane.

Aveva trattato male Chicca: l'aveva tradita, poi lei lo aveva lasciato malamente e lui gli aveva gridato in faccia che, dopo tutto, per lui, lei era stata solo un passatempo.

La storia con Alice, la donna con cui aveva tradito Chicca, era naufragata nel peggiore dei modi; lei gli aveva chiesto di incontrarla in un luogo pubblico solo per evitare che lui facesse scenate mentre lei gli comunicava, con la faccia meno espressiva del mondo, che dovevano smettere di vedersi; ma quello che gli aveva fatto più male era stato sentirsi trattare come un giocattolo, un passatempo - lo stesso concetto che lui aveva usato con Chicca.

Poi c'era stata la situazione con Simone. Quando era arrivato alla festa illegale che avevano organizzato a scuola, gli aveva risposto male, ma non aveva potuto fare altrimenti: era ancora incazzato per Alice, senza contare che aveva appena sparato per spaventare un uomo, ottenendo come risultato che quello a spaventarsi era stato lui; lui non era un criminale, si era comportato da tale per aiutare la madre con tutte le bollette e l'affitto da pagare, ma non era una cattiva persona.

Aveva troppe emozioni da tenere sotto controllo e la felicità che leggeva sul viso di Simone era troppo rara; poche volte quelle labbra si allargavano e gli regalavano un sorriso così sincero; non voleva riempirlo di tutti i suoi problemi, anche se sembrava che Simone non avesse remore a sobbarcarsene, non ne aveva mai mostrate.

Ma quel sorriso era scomparso quando lui lo aveva trattato con freddezza. Non era quello il risultato che voleva ottenere, ma almeno non aveva insistito per sapere cosa lo turbasse.

Manuel aveva bevuto più di un litro di birra quando aveva deciso di uscire fuori da scuola, per prendere aria ché lì dentro si sentiva soffocare.

Poi aveva visto quel cartello attaccato a una delle impalcature del cantiere, dove spiccava il nome Alice Torresi. Non ci aveva visto più e aveva sfogato tutta la rabbia accumulata - per la situazione economica, per i pessimi giri in cui era entrato, per la delusione amorosa - su quella rete che delimitava il cantiere.

Poi delle braccia forti lo avevano strattonato, delle gambe lunghe lo avevano seguito; Simone era lì davanti a lui a mostrargli tutto il suo amore, che aveva nascosto dietro a un semplice Ti voglio bene. Manuel lo aveva baciato, non sapeva neanche lui il perché, forse era il suo modo per dire che anche lui gli voleva bene e che nel suo cuore c'era un piccolo tarlo che continuava a tenerlo sveglio tutte le notti da quando lui aveva provato a baciarlo.

Da quel momento tutto ero andato troppo veloce: la corsa in ospedale per Giulio; il suo lungo discorso con il professore a cui aveva chiesto una mano per tirarsi fuori dai casini; Simone che si era presentato a casa sua dicendogli che aveva pensato lui a risolvere le cose con Sbarra ; la madre che gli aveva confessato che Simone aveva avuto un gemello quando era piccolo, che poi era morto quando avevano tre anni; lui che era corso a dire a Simone che il padre non aveva un'altra famiglia, ma quello che aveva visto in foto era suo fratello gemello; il suo cuore che stava cercando di trovare l'uscita da quel labirinto in cui era rinchiuso; l'incidente di Simone e la notte passata in ospedale, a cercare di riposare su quelle sedie in metallo, fredde e scomode, solo perché non voleva allontanarsi dal suo migliore amico.

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