Lacrimony (HB SimoBale)

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Manuel odia questo periodo dell'anno. O per meglio dire, odia nello specifico il compleanno di Simone. E non perché questo particolare giorno gli faccia venire in mente un determinato episodio legato al loro rapporto, ma perché non sa mai cosa regalargli.

Inizialmente aveva pensato di proporgli di farsi ribattere il tatuaggio che lui gli aveva fatto alcuni anni prima. Gli era venuto in mente un giorno in cui entrambi stavano finendo di prepararsi prima di andare all'università – visto che, dopo il liceo, avevano deciso di condividere un piccolo appartamento, composto da due minuscole camere da letto, una cucina – salotto e un bagno. Ed era successo che, mentre lui finiva di sistemarsi i capelli, Simone gli era a fianco a torso nudo e i suoi occhi erano finiti sulla parte alta dell'avambraccio sinistro dell'amico e aveva notato che il tatuaggio aveva iniziato a sbiadire.

"Sarà pure un piccolo regalo, ma almeno è 'na cosa fatta da me.", aveva pensato Manuel, mentre ordinava, con una settimana d'anticipo, l'inchiostro da un suo sito di fiducia.

Poi, quando ormai mancavano solo tre giorni al compleanno di Simone e aveva anche preparato un pacchettino per contenere la piccola ampolla di inchiostro, si era messo a scrivere un bigliettino d'accompagnamento al regalo; ed era stato mentre pensava a cosa mettere nero su bianco, che le parole nella sua testa avevano preso una forma che non era quella di una semplice lettera, ma erano diventate una canzone.

Sì, perché Manuel, dalla fine del liceo, e cioè da ormai tre anni, aveva imparato a coniugare insieme due sue passioni che con il tempo e le vicissitudini della vita si erano assopite: quella per la musica e quella per la poesia. Ed era stato quasi naturale iniziare a scrivere delle canzoni senza troppo impegno, solo per la necessità di mettere in parole e melodia le sue sensazioni e i suoi sentimenti.

E così, dopo aver messo da parte quel bigliettino di auguri molto impersonale che aveva preso in un'edicola, uno di quelli con le frasi scontate e parecchio cringe, aveva preso la sua chitarra e un foglio bianco e aveva iniziato a comporre una canzone per Simone, che spesso si lamentava con lui di non avergli mai dedicato un pezzo.

"Quale occasione migliore di quella del suo compleanno", si diceva Manuel mentre scriveva parole e strimpellava accordi sulle corde della chitarra – ché le note non aveva mai imparato a scriverle e suonava d'istinto.

In poche ore riuscì a ripercorrere tutti gli stadi del proprio rapporto con Simone.

Ricordò il primo pomeriggio passato insieme, quando ancora erano solo dei conoscenti che erano passati dal mettersi le mani addosso quasi ogni giorno, a farsi confidenze profonde sulla propria vita e i propri casini nel giro di qualche ora. La prima canna smezzata con Simone, e le successive fatte sempre insieme; non importava dove fossero, se nel garage che lui usava come officina, se a bordo della piscina di villa Balestra, se persi nelle vie del centro di Roma; l'importante è che fossero solo loro due.

Ricordò uno dei pomeriggi più brutti della sua vita, anche se quella consapevolezza l'aveva raggiunto quando era quasi troppo tardi per porre rimedio. A quel tempo credeva di essere innamorato di Nina, quando, invece, il suo era semplice attaccamento a una situazione su cui sembrava potesse avere il controllo. Non era innamorato della persona, ma dell'idea di poter fare bene del bene a qualcuno che stava vivendo una vita simile a quella di sua madre. Come se aiutare Nina avesse potuto risanare i debiti che lui sentiva di avere nei confronti di chi l'aveva cresciuto da sola, e per cui lui credeva di essere stato un fardello. Così quel pomeriggio, quando Simone era arrivato sotto casa della ragazza per parlare con lui, Manuel lo aveva seppellito con i suoi problemi, forse nella speranza che l'altro gli dicesse che tutto quello che stava facendo era da folli. Ma Simone si era chiuso immediatamente in se stesso; i suoi problemi, come al solito, erano passati in secondo piano; credendo di fare il bene del suo migliore amico, l'aveva lasciato lì, anteponendo la felicità altrui alla propria – tipico di Simone Balestra. Manuel, in quel momento, aveva pensato che quella sarebbe stata l'ultima volta che si sarebbero visti per un po' di tempo; non sapeva nemmeno lui quanto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 30 ⏰

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