Dammi un bacio ja'

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Tw: sono presenti spoiler delle prime puntate e si fa accenno a un particolare del terzo episodio

Ti ricordi quella sera
Da leoni tipo Super Quark
Manco in gita con la scuola
Come due pischelli al loro primo frigobar

Stanotte, stanotte ma tu di che razza sei

Sei la solita pantera
Pronta a uscire anche stasera
Vuoi salvarmi dal divano
e dalla terza età
Io che cerco un'altra scusa
La partita, il mal di schiena

Con il traffico di Roma
ci serve una smart
Ma tu non ti arrendi mai

Come ogni pomeriggio da quando si è trasferito a villa Balestra, Manuel è seduto nella verandina che si trova proprio davanti all'ingresso della casa.

Ha i gomiti appoggiati sul tavolo, cellulare in mano, con i libri di scuola sparsi su tutta la superficie. In realtà i libri sono di Simone, lui si limiterà a copiare da lui quando avrà finito.

L'amico ora è in casa, a cercare qualcosa per fare merenda.

Manuel guarda l'ora sul suo cellulare.

Le 18.00.

Sa che, come al solito, Simone tra poco comincerà la sua opera di convincimento per portarlo fuori anche stasera.

La cosa era andata avanti per tutta l'estate, da quando Simone aveva iniziato a fare degli incontri con una psicologa che lo stavano aiutando ad acquisire anche un po' più di sicurezza in se stesso.

Pure troppa - direbbe Manuel.

Una parte del suo percorso aveva previsto anche un confronto con lui; Simone si era presentato in quella che, all'epoca, era ancora casa sua e avevano parlato della notte al cantiere e della conseguente litigata in garage. In realtà aveva parlato solo Simone: gli aveva detto che aveva capito che quello che era successo fuori da scuola era stato un suo momento di debolezza e che, forse, lui ne aveva approfittato - "Tu stavi incazzato per Alice, eri ubriaco, avrei dovuto fermarti, ma la ragione in quel momento mi aveva abbandonato", aveva detto Simone, intervallando le parole con una piccola risata isterica; e, quindi, capiva perfettamente perché il giorno dopo l'avesse rifiutato così drasticamente. Lui non era riuscito a controbattere niente, aveva accettato tutte le parole di Simone, anche se un piccolo tarlo nella sua testa avrebbe voluto urlare che le cose non erano andate proprio così.

Quel pomeriggio avevano dichiarato l'incidente come chiuso.

Fatto sta che dopo questa loro chiacchierata, anche il loro rapporto era migliorato. Simone non sentiva più quel timore di fare apprezzamenti su altri ragazzi in sua presenza; e anche lui si sentiva più tranquillo a fare determinate battute, che aveva smesso di fare per paura di ferire troppo il suo migliore amico.

Quindi per tutta l'estate Manuel ha dovuto affrontare ogni giorno la stessa scena: Simone che gli propone di andare a fare un giro o di presenziare a qualche evento di cui aveva letto su Internet; lui che si rifiutava, adducendo scuse improponibili o poco credibili; Simone che cercava di convincerlo e lui che, alla fine, cedeva.

Cedeva sempre Manuel, anche se cedere, per lui, significava anche sentire un fastidio all'altezza della bocca dello stomaco.

Ogni volta che uscivano, infatti, Manuel era destinato a guardare Simone mentre flirtava con sconosciuti in discoteca, rispondeva a qualsiasi provocazione ricevesse, ballava non rispettando la distanza personale, che secondo Manuel, avrebbe fatto bene a rispettare - nun se sa mai.

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