Capitolo III

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Maria prende tempo, si avvicina al tavolo e beve un po' d'acqua, poi scarta una delle sue famose caramelle "Ah vedo che le mangi ancora..." le dico per smorzare l'aria, deve dire qualcosa di importante ma non riesce a tirarlo fuori

"Con minor frequenza, solo se sono nervosa"

"Sono io a renderti nervosa?"

"No, è solo difficile tornare indietro, non è stato un periodo facile della mia vita, alcuni ricordi non sono così piacevoli"

"Maria, non penso di dovertelo dire io, però a volte anche quello che ci sembra insormontabile diventa più semplice se riusciamo a tirarlo fuori e dirlo ad alta voce"

Maria abbassa lo sguardo e con grande fatica e la voce spezzata, tira fuori con dolore quella verità che sicuramente avrebbe preferito tenere per sé

"Lei era sposata e amava suo marito..."

'"Il matrimonio è sacro per te, l'hai detto prima... mi sembra di capire che il suo fu l'eccezione alla tua regola?" annuisce, passa di nuovo la mano sulla lunghezza della gamba, un movimento nervoso ed inconsapevole per calmarsi

"Non era mia intenzione portargliela via, ti prego di credermi, non volevo far soffrire nessuno, ma è successo... io e suo marito ci conoscevamo bene, ci frequentavamo anche, tutti e quattro quando c'era ancora Maurizio" parlava con fatica, il ricordo la faceva ancora soffrire

"Una sera dopo la registrazione di un programma andai a cena a casa sua, suo marito era spesso fuori Roma per viaggi d'affari, si era fatto molto tardi, ero stanca e avevo bevuto un bicchiere di bianco, non sto cercando giustificazioni sia chiaro! Era destinato a succedere, come dice sempre lei, ci stavamo girando intorno da troppo tempo.

"Mary che c'hai stasera? Sei malinconica"

"Sono solo stanca" dissi buttando fuori il fumo dalla mia sigaretta elettronica, ero affacciata dal suo bellissimo terrazzo e mi stavo godendo la vista mozzafiato su Roma, era estate e durante la giornata il caldo era asfissiante, solo a tarda notte si respirava un po'

"Te lavori troppo t'o dico sempre"

"Non lavoro abbastanza, mi resta ancora troppo tempo per pensare e per tornare in una casa vuota, le notti sono interminabili, visto che non riesco a dormire..."

"Forse sarebbe ora te trovassi quarcuno che te faccia un po' de compagnia... umano, senza pelo!"

"Nah... è impossibile, con i miei orari e con tutto sto carrozzone che mi porto dietro, sai che pandemonio verrebbe fuori se iniziassi a frequentare qualcuno? Ma poi come farei ad essere sicura che mi voglia per me e non per i miei soldi, per la mia posizione. Sai quante proposte ricevo su base quotidiana da parte di ragazzini e ragazzine che potrebbero essere non solo miei figli, ma quasi dei nipoti!"

"Ma Marì ma fattelo un bel boy toy!!! Vedi come te passa 'a malinconia!" disse ridendo di cuore

"Ma piantala!" lei riusciva sempre a strapparmi un sorriso

"Vie' qua!" mi disse indicando il divano su cui era seduta "Eddai, nun te fa prega'!"

Andai a sedermi di fianco a lei e mi trovai immersa in un caldo abbraccio, mi lasciai andare fra le sue braccia, stavo così bene, il suo profumo mi avvolgeva e mi calmava, lei si adagiò indietro appoggiando la schiena al bracciolo del divano ed io con lei, la mia testa era poggiata sulla sua spalla e le mie braccia le avvolgevano i fianchi, le sue mi stringevano le spalle, il suo mento appoggiato sulla mia testa, cominciò a coccolarmi.

"Nun sei sola, ce sto sempre io qua pe' te, o' sai!"

Eravamo quasi distese sul divanetto, chiusi gli occhi, mi sentivo a casa, mi sentivo amata e protetta e mi feci trasportare da quella meravigliosa sensazione per un po'. Poi alzai la testa e la osservai dal basso verso l'alto, era una visione: così perfetta, così femminile, così dolce eppure così sexy, mi alzai leggermente, facendomi forza sulle braccia e guardandola negli occhi, avvicinai le labbra alle sue e la baciai dolcemente, durò un minuto e per qualche secondo ebbi la sensazione che ricambiasse il bacio, ma poi iniziò ad urlare

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