«Più veloci! Più veloci! Credete di essere in vacanza?!? Forza con quelle gambe! - Urlò il coach da bordo campo sistemandosi la visiera del berretto. - Nicolas! Devi prendere il rimbalzo non ballare la samba! Thompson passa quella maledetta palla a Smith!»
Derek temporeggiò ancora davanti al suo avversario, in quel momento interpretato da Javier. Tentò una finta scartò sulla sinistra e si posizionò sulla linea dei tre punti. Javier, che lo marcava stretto, si accorse dell'azione, e proprio quando Derek saltava per tirare, questo gli tolse il possesso di palla.
In breve, la palla finì nel canestro avversario, con la frustrazione e la rabbia di DerekIn tanti anni di gioco non era mai capitato, specie durante gli allenamenti, che non riuscisse a segnare più di cinque punti o che, ancor peggio, non vincesse.
Involontariamente lo sguardo andò su Erik, in disparte che si asciugava il sudore con il collo della maglia. Anche lui non sembrava particolarmente contento del risultato.«Porca miseria! - sbraitò Quinton con l'espressione contratta in una smorfia di rabbia. - Venite immediatamente qua! - ordinò gesticolando furioso e, immediatamente, ascoltato da tutta la squadra che affannata prese posizione davanti a lui. Quinton li scrutò tutti severamente focalizzandosi, alla fine, su Jordan. - Thompson. Hai battuto la testa recentemente?»
«No signore.» Rispose Jordan con tono mite.
«E allora per quale razza di ragione non hai passato quella maledetta palla a Smith! - urlò in un crescendo di rabbia. - Era libero e sotto canestro! Avrebbe potuto fare punto! Cosa cavolo ti frulla in quella testaccia vuota?!?»
«Ero sulla linea dei tre punti, avrei potuto pareggia-»
«Eri marcato così stretto da non poter respirare e tu volevi segnare tre punti!?!- urlò ancora il coach ammutolendolo. – Il basket è un gioco di squadra! Squadra! Non puoi pensare a fare un'azione così rischiosa allo scadere del tempo e con i tuoi avversari in vantaggio, non quando uno dei tuoi è libero! - Derek fece per parlare ma, di fronte al volto arrossato del coach e l'incapacità di formulare una qualsiasi altra scusa plausibile. Il coach Brown si sistemò il berretto dopo essersi grattato nervosamente la fronte. - Fate venti giri di campo, palleggio e tiro libero. Quando sbagliate un tiro ricominciate di nuovo. »
I membri della squadra sospirarono stanchi. Nicolas fu sul punto di protestare ad alta voce, ma due mani, rispettivamente di Javier e di Louis, lo zittirono prima che peggiorasse la situazione.
Si voltarono pronti a iniziare i giri di campo ma, poco prima di partire, il coach venne chiamato fuori dalla palestra.
I ragazzi ne approfittarono subito.
Corsero tutti a bordo campo, sugli spalti, e si sedettero affaticati. O quasi tutti. Alcuni ne approfittarono per mettersi a fare due chiacchiere o, velocemente, fare un salto agli spogliatoi.Derek individuò, in un angolo degli spalti, Jessie. Gli sorrideva, tenendo due borracce d'acqua.
Cheerleader e squadra di basket, per lo più, avevano orari diversi per gli allenamenti. Ma a ridosso delle competizioni era la quotidianità.
Le competizioni per cheerleader si tenevano una o due sere prima della partita di basket, ed entrambe contro la medesima scuola. Ma non era un problema. Derek portava, in un modo o nell'altro, sempre una vittoria per la squadra, e Jessie faceva lo stesso.
Il ragazzo accennò ad un sorriso, afferrò la borraccia che la ragazza gli porgeva, e si sedette al suo fianco.
«Il coach ci va giù pesante con gli allenamenti.» Commentò Jessie guardando in direzione di Brown e il resto della squadra.
Derek sospirò. «Ci vuole distruggere. - rispose stremato. - un altro giorno di allenamento così, e le matricole verranno portate via in barella per infarto.»
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The Heartbeat
ChickLitGwendolyn Butler serbava bellissimi ricordi provenienti dalla sua infanzia. Ricordava di come lei, suo fratello Jordan, e quello che era il loro migliore amico comune Derek, giocassero e si divertissero insieme. Loro tre erano inseparabili. Poi qual...