Gwendolyn giocava calciando la palla davanti a sé, dritto alla parete beige del garage. Si annoiava. Terribilmente. Ed era anche arrabbiata con i suoi genitori. Gli avevano promesso che, se avesse fatto la brava a scuola e nessuna maestra l'avesse rimproverata per l'intera settimana, l'avrebbero portata all'acquario. Non che lei si facesse rimproverare spesso. E che gli altri bambini le davano fastidio perché giocava a pallone meglio dei maschi, ed era più brava delle bambine a fare le trecce. E così, alle volte, finiva a litigare con loro.
Ma quella settimana non era successo. Si era morsa la lingua, proprio come le aveva insegnato la mamma, e non aveva litigato con nessuno evitando ogni sorta di rimprovero.
«Che fai?» Le chiese improvvisamente una voce alle sue spalle.
La bambina si girò e incontrò subito lo sguardo curioso del fratello. «Gioco con la palla.»«E perché sei triste? – le chiese avvicinandosi a lei. – A te piace giocare con la palla.»
Gwendolyn mise su il broncio guardando da un'altra parte. «Mamma e papà avevano promesso di portarmi all'acquario se avessi fatto la brava...Io ho fatto la brava. Ma non andremo all'acquario.»
«Perché?»
Gwendolyn si strinse nelle spalle dando un altro calcio al pallone. «Mamma ha detto che devono lavorare...» Il pallone rimbalzò lontano, in un punto imprecisato del giardino, e la bambina si sedette a terra triste.
Jordan la imitò prendendo posto vicino a lei. «Volevi andare così tanto all'acquario? - Gwendolyn annuì. – Perché? Io ci sono stato! Ci sono tanti animali, ma non fanno nulla! È noioso!» Mentì cercando di tirarle su il morale. Lui era andato con la sua classe qualche mese prima, e si era divertito così tanto che aveva pianto per tutto il viaggio di ritorno perché voleva rimanere li.
«All'acquario ci sono i delfini. – iniziò Gwendolyn stringendosi le gambe al petto. – E tutti i miei compagni li hanno già visti...»
Jordan la guardò per un istante. Non voleva che la sua sorellina fosse triste. Gli venne un'idea. Ritornando in piedi guardò Gwendolyn non un bel sorriso in volto. «Stai qui! Io torno subito!»
Gwendolyn guardò suo fratello scappare in casa confusa. Ma non si mosse. Aspettò, paziente, che suo fratello. Quando lo fece portava in mano uno scatolo. Lo posò davanti a lei, che osservava il contenuto curiosamente, e poi ne estrasse delle foto e qualche giocattolo.
«Questo è un pinguino. – iniziò Jordan facendole vedere un pupazzetto. – Stanno nei posti freddi con il ghiaccio, e all'acquario io ne ho visti due. Si muovono come papà quando si sveglia la mattina. – si alzò in piedi imitando il genitore. Gwendolyn quando lo vide rise divertita. – E poi scivolano un sacco. Con la pancia. Come quando siamo andati in piscina. Ti ricordi? Io ho fatto lo scivolo grande con la pancia!» si batté orgogliosamente le manine sull'addome.
Gwendolyn annuì. «Quando la mamma ti ha rimproverato perché potevi arrivare in acqua male e farti male?»
Jordan storse il naso. «Non ci si fa male quando si fanno i tuffi. La mamma esagera.»
Gwendolyn annuì di nuovo, poco convinta, guardando dentro lo scatolo e prendendo una fotografia. «Che cos'è?» disse indicando l'animale di fianco al fratello.

STAI LEGGENDO
The Heartbeat
Chick-Lit"Noi staremo insieme per sempre." Gwendolyn Butler aveva queste parole marchiate nel cuore e nell'anima. Parole colme di tradimento e delusione. Pensava di avere tutto. Una famiglia amorevole, un fratello affettuoso e un migliore amico sempre prese...