𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐: 𝐍𝐨𝐱

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"dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia una mentitrice, ma non dubitare mai del mio amore." William Shakespeare



Quella ragazzina mi aveva sporcato il giubbotto ma vedendo i suoi occhi, avevo capito che aveva perso qualcosa. la accompagnai alla sua scuola e appena la feci scendere dalla mia moto, avevo notato che era pensierosa. Iniziammo a parlare e per la prima volta dopo tanto tempo, sentì qualcosa dentro di me. 

Un fuoco ardente che io stesso reprimevo con disgusto. 

Le avevo lasciato il mio numero così che se lei avesse bisogno, io c'ero.

Dopo averla vista allontanarsi, decisi di andare a lavorare.

Mentre lavoravo facendo il babysitter, continuavo a pensare a quella bambina. Si chiamava Ari. Era molto bassa, pelle chiara e capelli biondo scuro tendente al castano.

"Nox! giochiamo in giardino!"

"va bene Giulia"

Giulia aveva cinque anni. Le piaceva a fare finta di essere un animale. I suoi genitori sono capi di aziende molto costose e mi avevano assunto per badare alla loro figlia adottiva. 

Mi avevano spiegato la sua storia, come dovevo comportarmi e cosa dovevo darle da mangiare.

Ore dopo, avevo finito il mio compito.

La madre mi aveva ringraziato e per ricompensa, mi diede più del dovuto. La ringraziai e andai via salutando.

Tornai a casa e vidi mio padre disteso sul divano con tanti alcolici sul tavolino davanti a sé.

Aveva bevuto di nuovo.

Feci finta di niente e andai in camera mia.

Presi dalle tasche il pacchetto di Marlbolo e iniziai a fumare.

In quel momento era l'unica cosa che mi calmava.

Cominciai a dipingere ascoltando una playlist dei Arctic Monkeys

I colori si spargevano in modo astratto sulla tela, tra una pennellata e l'altra..

Rosso, viola e nero. i miei colori preferiti.

Mentre continuavo a pennellare, ricevetti un messaggio.

"Hey Nox, come stai? Sono Ari, volevo chiederti  se ti andrebbe di aiutarmi a fare dei compiti"

Ari mi aveva scritto. Non pensavo avesse coraggio di scrivermi.

"Hey Ari, va bene. Dove vuoi che ci incontriamo?"

" Al parco vicino alla biblioteca se non ti dispiace"

" A che ora?"

" Alle 15, va bene?"

" Ok, arrivo"

Erano le quattordici. Dovevo prepararmi.

Feci una doccia veloce, mi vestì con dei pantaloni beige e felpa nera.

Presi le chiavi e andai da lei.

𝐓𝐡𝐞 𝐭𝐫𝐮𝐭𝐡 𝐨𝐟 𝐞𝐯𝐞𝐫𝐲 𝐢𝐧𝐯𝐢𝐬𝐢𝐛𝐥𝐞 𝐬𝐜𝐚𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora