5. notte di tempesta

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L I L I T H

<<Quindi tesoro, quando le apri le tue gambe per me?>>
<<Sicuramente non oggi.>> Prendo il coltello e lui ride facendomi innervosire sempre di più.
<<Sei così sexy.>> Mi si avvicina anche lui con il coltello in mano e mi afferra per i fianchi facendomi mettere a cavalcioni sul suo cazzo duro. Mi bacia il collo mentre con il coltello mi accarezza il braccio, rabbrividisco e gemo sentendomi estremamente eccitata.
<<Damon...>> gemo e lo sento sorridere contro la mia pelle che succhia e mordicchia. Lo spingo via ricevendo una risata come risposta. Un giorno l'avrei strangolato, peccato che mi serve ancora questo deficiente.
<<Un giorno ti scoperò così forte da farti urlare il mio nome.>> Mi sussurra all' orecchio. Un calore arriva fino al mio centro e mi mordo il labbro inferiore per non sorridere per le volgarità che dice.
<<Cosa vuoi realmente, Anderson?>> Gli chiedo aggiustando la maglietta che mi si è alzata sopra i fianchi scoprendo il piercing all' ombelico.
<<Anzi non lo voglio sapere, esci.>> Lui lo fa lasciando un altro pezzo di carta rosso e un tulipano rosso sul comodino.

Lilith Williams, ti farò vedere le stelle come mai le hai viste. Preparati.

Nella notte buia guardo fuori dalla finestra, la pioggia picchietta sui vetri con ritmi veloci, intorno a me si sente solo questo. Sono ancora eccitata dalle parole di Damon, tremendamente eccitata. Infilo una mano nei pantaloncini e  scosto di lato le mutandine sentendole già fradicie. Gemo, appena infilo due dita fra le mie pieghe bagnate, eccitata sollevo i fianchi contro le mie dita come di istinto. Compio movimenti circolari dentro di me, muovo le dita sempre più velocemente fino a sentir crescere l'orgasmo dentro di me ed essere scossa da spasmi e brividi.

*

giorno dopo

<<A che ora vieni alla festa?>> Mi chiede Jace dalla chiamata mentre si mette della lacca nei capelli.
<<All' una e mezza circa, ho un turno, da mezzanotte all' una, lo sai.>> Avevo in mente un vestito spettacolare, e anche questo aveva uno scopo preciso: provocarlo.

D A M O N

E anche quella notte ero allo strip club. Tutte le ragazze erano truccate o mascherate. Tengo gli occhi fissi sul culo di Lilith, lo muove sensualmente, si strofina sul palo e ci gira intorno. Dei fischi cominciano a girare intorno a lei quando si abbassa in modo sexy e provocante, e si alza allo stesso modo che fa impazzire molti, si tiene sul palo e comincia a girare e ora la visione che ho ora è del suo viso al contrario coperto da una maschera da ghost face e delle sue tette appiccicate al palo. Scende da quella posizione girando con grazia, si alza la maschera e fa un occhiolino a un uomo che le infils nella scollatura mille bigliettoni,  poi la riabbassa. Rido sotto ai baffi perché gli ha fottuto il rolex che teneva al polso.

Finalmente finisce il suo turno ero stanco di vedere così tanti pervertiti che portavano ricordi tanto spiacevoli, come la pelle stretta che avrei voluto staccarmi a mani nude, pelle che stringe come una gabbia. Mi appoggio al muro esterno del locale fumando una sigaretta.

<<In che senso ti sei preso la mia moto James! Sei un coglione ora come vengo alla festa ci voglio tre giorni a piedi Cazzo! Ti ammazzo!>> Sbraita Lilith al telefono.
<<Anderson che cazzo vuoi ora tu!>> Mi spintona e non mi privo di guardare il vestito in pelle nera che le cinge il corpo perfetto, del tacco Saint Laurent e della maschera da ghost face legata alla gamba.
<<Bellezza calmati.>> Mi fa il medio mentre aspetta che qualcuno le risponda al telefono.
<<Jax mi puoi venire a prendere? Mi ha detto Jace che vieni alla festa per l'una e mezza quindi vieni dove lavoro. Due minuti e ti voglio qua.>>
<<Devi guardarmi ancora per molto?>> Sbuffa. Butto il mozzicone a terra calpestandolo e salgo in moto lasciandola difronte al locale da cui provengono luci rosse.

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