8. Lama che affonda

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L I L I T H

<<Dimmi pà', sono al cinema fai in fretta.>> Sbuffo seccata.
<<Indovina? Non me ne fotte un cazzo di dove sei, ho un nuovo incarico per te, fra mezz'ora ti voglio difronte lo strip club.>> Chiude la chiamata non lasciandomi modo di controbattere.
<<Devo andare, ditemi com'è il film, caso mai lo vengo a guardare domani.>> Dico ai miei fratelli.
<<Va bene, ciao Lil.>> Mi saluta Dafne, mentre gli altri mi sorridono, tranne James che mi fa il medio, ovviamente ricambio ed esco dalla sala.

🧚🏻‍♀️

Accosto difronte allo strip club dove lavoro, dove ampie vetrate mostrano un semplice bar lussuoso e un insegna con scritto: "Dioxes" che starebbe per "Dio del sesso". Scendo dalla mia Ducati e mi tolgo il casco appoggiandolo sopra la moto, con cenno del mento saluto mio padre, ha indosso una camicia nera, un pantalone del medesimo colore e dei mocassini, mentre io un semplice jeans e una felpa, mi sistemo i capelli sotto il suo sguardo disgustato dai miei vestiti, definiti da lui "poveri".
<<Che devi dirmi?>> Incrocio le braccia al petto, sorride vedendomi provocarlo.
<<Oh figlia mia, sei così simile a me. Eppure mi odi.>> Ride compostamente, prendo un pacco di sigarette dalle tasche e prendo l'ultima sigaretta rimasta, la infilo fra le labbra e l'accendo.
<<Vai dritto al punto e passa via alle lusinghe; anche se mi sembrano più insulti.>> Faccio un tiro e con disgusto lo guardo negli occhi, costretta ad alzare il capo per la sua altezza.
<<Hai un nuovo compito.>> Mi mostra una foto.
<<Come si chiama?>> Chiedo guardando dalla foto i lineamenti duri del ragazzo, i capelli rossicci e rasati, gli occhi completamente neri e senza un accenno di barba.
<<Nicolas Wichian, lavora nel bar accanto, finisce il turno all'una, ha scoperto l'identità di tua sorella Charlotte, quando ha provato ad ucciderlo per minacciare la sua famiglia, e dobbiamo ucciderlo in fretta, le minacce servono a ben poco, potrebbe denunciarla.>> Annuisco.
<<Abbiamo finito?>> Chiedo sbuffando.
<<Si, vai.>>

🧞‍♀️

<<Pronto?>> Rispondo al numero sconosciuto.
<<Ciao Lilith, sono Sabrina, la ragazza che hai incontrato ad Halloween.>>
<<Ah, ciao. Volevi qualcosa?>> Chiedo in imbarazzo per quella chiamata improvvisa.
<<Ho parlato a mio padre di te e dice che gli farebbe piacere averti a cena da noi qualche giorno, dice che sei la sua cliente migliore.>>
<<Emm... certo, grazie. Per caso mi puoi dire chi è tuo padre?>> Metti caso che anche lei sia di una famiglia di assassini, non accetterei sicuramente.
<<Oh, certo, mio padre è John Lewis.>>
<<Davvero? Certo che verro!>>è stato il primo cliente a cui ho fatto un favore, e anche colui che mi ha offerto la prima canna. <<Fammi sapere giorno e ora.>>
<<Ti andrebbe domani alle sette?>> Mi chiede.
<<Certo, ora vado che ho da fare. Ciao.>> Mi saluta anche lei e chiudo la chiamata.

Indosso i cargo neri, gli stivali dello stesso colore e una felpa indovinate? Nera; Lego i capelli in una coda alta e trucco il viso normalmente, ciglia finte, blush, illuminate e rossetto. Infilo nella zaino la mia maschera (viola scuro con dei brillantini rossi sotto la cavità per gli occhi e un teschio disegnato sulla parte destra, in stile messicano) mentre il coltello lo infilo nella tasca del jeans. Scendo in cucina prendendo dalla dispensa una barretta proteica.
"dovrei ricominciare ad andare a boxe, sto cominciando a mettere grasso..."

Esco da casa e vado nell'abitazione difronte da Jax e Jace.

<<Ehy Lily!>> Jax mi tira un pugnetto nella spalla, che ricambio, per poi farmi spazio ed entrare nella nuova casa.
<<Dov'è Jace? A lavoro oppure è troppo triste per ascoltare Taylor Swift?>>
<<A lavoro, io invece comincio domani, nel locale dove lavora mio fratello, è l'unico che mi sta facendo lavorare senza aver finito scuola e che cerca un barista.>>
Comincio a guardare la casa mentre parliamo del più e del meno. Ha mobili vecchi ma comunque in buone condizioni, e sono esattamente l'opposto dello stile della casa, moderna mentre i mobili sono tutti vecchi.
<<Dovrete cambiare questi mobili, fanno schifo, magari dipingeteli, vi prego.>> Prendo un bicchiere d'acqua mentre guardo il potenziale di questa casa.
<<Lo so, abbiamo comprato le pitture, sabato dipingiamo tutto.>> Mi spiega cingendomi le spalle in un gesto affettivo.
<<Ti voglio bene, Jax, anche se sei irresponsabile.>> Mi giro verso di lui.
<<Anch'io te ne voglio, Lily, molto, anche se sei una rompipalle.>> Mi sorride e io sgrano gli occhi fingendo di essere sorpresa di essere chiamata rompipalle.
<<Io? Rompipalle?>> Mi allontano trattenendo le risate e fingendomi arrabbiata.
<<Molto.>> Mi scompiglia i capelli e lo sorprendo a sorridere veramente, un caso raro visto che parliamo di Jackson.
<<Vostra sorella? La siete andati a trovare?>> Chiedo cambiando discorso, il suo sguardo si fa subito più cupo.
<<Si, si, ma non sta bene, ovviamente, è lì, con dei bambini di merda, che vengono trattati di merda, con una mentalità di merda, in una situazione di merda.>> Sbuffa toccandosi la testa rasata.
<<Ma forse è un po' meglio di tutto questo. Almeno le assicurano cibo e vestiti.>>Cerco di rassicurarlo un minimo. <<Comunque ho trovato questa collana e questo bracciale, io non li metto più ma potreste darli a Trix, da parte mia.>> Gli porgo la collana con una piccola croce e un bracciale ricoperto di strass.
<<Hai sempre avuto questa strana passione per qualsiasi gioiello che avesse una croce come ciondolo, vero?>> Ride prendendo fra le mani la collana e il bracciale.
<<Diciamo di si.>> Ridacchio mostrando la collana con una croce ricoperta di strass e gli orecchini.

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