Con gioia trascorsi lunghi istanti ad osservare il Sole nascente, cui calde esalazioni armoniosamente ondeggiavano di qua e di là, saturando splendidamente tutto l'orizzonte osservabile. Si trattò d'uno spettacolo, quello a cui in quel giorno ebbi il privilegio di assistere, di straordinaria natura, e che rimembro tutt'oggi con stupore non poco e fascinazione. Vogliate credermi, caro lettore, quando dico che quella visione fu di una magnificenza tale da non reggere il confronto con qualsiasi altro possibile panorama immaginabile. Fu uno spettacolo davanti al quale qualsiasi altro uomo dotato di una ragionevole dose di consapevolezza della condizione umana, avrebbe certamente provato un obbligato timore reverenziale. Ad ogni modo assorto com'ero in contemplazione, d'impeto un brivido orrifico mi percorse per tutta la lunghezza della schiena, interrompendo violentemente l'esperienza estatica del sublime, e lasciandovi al suo posto il più profondo senso di desolazione e incertezza.
Fu così che scoraggiato dal perpetrarsi del dubbio, onde consolare il mio animo dal profondo sentimento di incertezza che lo stava attanagliando, decisi d'allontanarmi da quella medesima veduta, che un attimo prima aveva rivelato a me estatici sprazzi di sublime, ma che s'era fatta ora ambasciatrice delle più sciagurate e mortifere realtà della vita mortale. Vi sono infatti al mondo alcune delicate questioni, cui verità, nonostante l'uomo se ne interroghi assiduamente, sarebbe forse meglio tenere nascoste alla coscienza.
Nell'atto d'allontanarmi dall'ineffabile veduta, finii dopodiché per ritrovarmi ancora una volta a procedere per il lungo corridoio del villino, imbattendomi così andando, in un nuovo angolo dell'antico e desolato splendore che quel luogo, nelle sue più varie e disparate forme, aveva sempre saputo offrirmi. Passata dunque la soglia della vecchia porta di legno, che mi separava dalla scoperta di quel nuovo angolo d'antico splendore, m'imbattei in una vastissima biblioteca, nella quale sin dai primissimi attimi di permanenza, si potevano cogliere tutte quelle tipiche e inconfondibili sensazioni olfattive che si possono di consueto intendere in presenza di vecchie carte ingiallite e di antichi tomi rilegati. Si poteva inoltre chiaramente udire, il ben più sgradito e pesante alone della polvere, il quale aveva audacemente pervaso tutta la sala, e che mi fu peraltro causa di non pochi dispiaceri, data la mia peculiare avversione alla polvere, che mi costrinse a procedere con un fazzoletto in volto per tutta la durata della mia permanenza in quel luogo.
M'addentrai a tal modo sempre più, per quel vasto complesso di librerie e cataste di libri impolverati, vecchi scrittoi e candele consumate, e ancora librerie e cataste di libri impolverati, ancora vecchi scrittoi, e ancora candele consumate. Notai poi, nell'esplorazione di quegli spazi, come placidamente allontanandomi dalla porta d'ingresso l'atmosfera si facesse sempre più cupa, data l'anomala assenza in quella sala, di quei tipici e decoratissimi finestroni ch'erano invece stati caratteristici di tutte le sale del villino visitate finora. Ad ogni modo, la cosa non mi fu di troppo disturbo, per quanto fosse comunque paradossale l'assenza di punti di luce in luogo dedicato alla lettura, e mi limitai a ritenere la cosa solamente degna d'una moderata cautela. Percorrendo dunque gli spazi della biblioteca, tra vecchia librerie e cataste di tomi impolverati, finii per immergermi totalmente in quell'ambiente tanto decadente quanto fascinante, cogliendo con entusiasmo anche la possibilità che m'era stata così offerta, di maneggiare alcune tra le più illustri opere che quella vasta raccolta poteva ben vantare di possedere.
Così m'accomodai presso uno dei numerosi scrittoi presenti, dovendo peraltro scartarne diversi a causa delle pessime condizioni del legno marcio, e posandovi delicatamente il mio candeliere, m'abbandonai ai piaceri della lettura, procedendo dalle più stoiche e austere forme latine del buon Seneca alle più estetiche manifestazioni edoniche del Wilde, passando inoltre per le più astruse e di deciso stampo filosofico, meditazioni metafisiche di pensatori di vario genere e tempo. Trascorsi dunque a tal guisa diverse ore, in un lasso di tempo che mi risulta peraltro impossibile quantificare con precisione. Fui ad ogni modo assolutamente certo di come nel bel mezzo della lettura, la luce d'impeto m'abbandonò, e di come la sala si colmò poi, tutta d'un tratto, della più totale oscurità.
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Di Un Emerito Villino
Mystery / Thriller"Una volta all'interno, fin dai primi istanti di permanenza, si fece da subito udire chiara e distinta un'aria di dolce desolazione e decadenza. Porgendo lo sguardo verso l'orizzonte notai l'estesa serie di marmoree colonne parallele che adornavano...