Grazie a Mode e alla sua arte per aver reso questo capitolo bellissimo
Manuel il giorno dopo si presentò a lavoro con ancora il sapore di Simone sulla bocca e il pensiero fisso che, come sembrava sempre succedergli quando si trattava di quell’attore, aveva fatto na cazzata. Il regista non riusciva proprio a spiegarselo, non riusciva a capire perché, dopo tante relazioni di una notte o più, davanti a quel ragazzino con gli occhi grandi e un talento innato il suo cervello smettesse di funzionare.
Il suo comportamento verso Simone era cambiato totalmente, se ripensava a ciò che aveva detto su di lui nei primi giorni di set si dava da solo del coglione. Come aveva anche solo potuto pensare che fosse mediocre?! Che lo avevano scelto perché è un bel ragazzo con un grande seguito? Manuel scosse la testa entrando sul set. Forse tutta quella ostilità e non volerlo sul set te servivano a tutelarte, che sapevi già che ce saresti cascato n’pieno.
Sospirò prima di rispondere ai vari buongiorno dei suoi collaboratori e, quando entrò nella via scelta per quella scena in esterna, si morse il labbro vedendo Simone, Alessandro e Laura – che avrebbe interpretato la moglie di Tommaso – in mezzo alla stradina con i copioni in mano a ripassare le battute.
«Ragazzi, se avete domande Manuel è arrivato.» Chica attirò l’attenzione dei tre attori che, girandosi nello stesso momento verso il regista, lo imbarazzarono – cosa mai successa, ma sicuramente non era per colpa di Alessandro e Laura.
Manuel si strinse nelle spalle evitando lo sguardo di Simone che sentiva bruciare addosso. «Nessuna domanda? – chiese tenendo lo sguardo basso beccandosi un occhiata confusa dall’amica – Bene, iniziamo allora.» si girò verso la sua postazione incamminandosi a passo svelto sospirando per l’ennesima volta, così è na tortura però.
«Tutto bene? Me sei sembrato… strano.» Chicca prese posto al suo fianco dietro lo schermo della macchina da presa e lo studiò. Lo conosceva da anni ormai e avrebbe giurato di averlo visto arrossire poco prima sul set.
«Sto na crema.» disse sbuffando e serrando la mascella mentre si lasciava cadere indietro sulla sedia facendo spalancare gli occhi alla ragazza, «Se lo dici tu.» borbottò lei per niente convinta ma sapendo che, in quel mood, Manuel non le avrebbe raccontato niente.
Il regista ci mise circa tre ciak a capire che guardare Simone recitare una scena in cui Mattia, incontrando Tommaso e la moglie che gli aveva nascosto per mesi, doveva fingere di stare bene e che tra lui e il ragazzo non fosse successo niente non era proprio la cosa migliore per non pensare a come l’attore era scappato rifugiandosi dentro casa sua dopo uno dei baci che Manuel avrebbe definito uno dei migliori della sua vita.
«Va bene, stop!» si alzò sbuffando e, sotto gli sguardi confusi della troupe e degli attori, Manuel si stropicciò gli occhi girandosi verso Chicca. «Ho bisogno de na pausa, oggi nun è proprio giornata. Vado n’attimo in camerino, se vuoi continua tu.»
Manuel uscì dal set sotto gli occhi di tutti, sotto lo sguardo di Simone, e a capo chino si rifugiò nel suo personale camerino su ruote. Si lasciò cadere sul divano affondando il viso nei palmi delle mani. Non si era mai sentito così, non si era mai sentito così per nessuno, soprattutto per uno che all’inizio gli stava anche un po’ sul cazzo – anche se in realtà a stargli sul cazzo era la produzione che lo aveva scelto senza consultarlo. Nun so più se essergli grato o mandarli a fare in culo, pensò ridendo amaramente sapendo che non si sarebbe trovato in quelle condizioni se Simone non fosse stato scelto per il ruolo da protagonista.
Un bussare insistente contro la porta del camerino lo fece sbuffare nuovamente, «No, Chicca! – urlò sentendo poco dopo la porta aprirsi e chiudersi - Nun c’ho voglia de parla’!» dei passi lo raggiunsero posizionandosi davanti a lui. Degli stivaletti marroncini entrarono nel suo campo visivo facendogli spalancare gli occhi, questa nun è Chicca.