sedicesimo tentativo

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babysitter.

jisung sorrise quando vide minho prendersi cura della piccola roseanne, la figlia di felix e chan.

avevano chiesto un favore al loro amico e minho aveva accettato molto volentieri. ma lavorava fino a tardi quella sera, così aveva chiamato jisung per farlo venire in ospedale e dare compagnia alla piccola, mentre lui faceva le ultime visite.

«quanti anni hai?» aveva chiesto jisung.

«cinque.» rispose la bambina alzando una manina in aria per mostrare un cinque con le dita.

«sei adorabile proprio come quel gatto laggiù.» sorrise mentre indicava minho che si stava togliendo il camice bianco.

«smettila di chiamarmi gatto o la bambina finirá per chiamarmi cosi a sua volta.» rise minho.

jisung fece una smorfia divertita e pizzicò le guance della piccola. «sei proprio carina rosie. hai fame?»

la bambina annuì e jisung guardò minho. «che ne dici se dopo il lavoro la portiamo a mangiare un gelato?»

«finiremo tardi..»

«dai amore, voglio solo che si diverta un po'.»

«va bene.» alla fine disse minho, avvicinandosi a jisung per dargli un bacio sulle labbra.

«bleah!» disse la bambina.

jisung e minho sorrisero e le accarezzarono la testa. «non ti piacciono i bacini? a tutti i bambini piacciono i bacini.»

e dopo averlo detto minho si era lanciato sulla piccola rosie e aveva cominciato a baciarla su tutto il viso, facendola ridere.

«avanti, andiamo a prendere un gelato!»

[...]

minho e jisung tenevano le piccole mani di rosie una per una e si incamminavano lenti per le strade di seoul. la bambina osservava tutto con estrema curiosità e ogni tanto si fermava a chiedeva a jisung qualcosa.

«che gusto lo vuoi?» chiese jisung quando arrivarono alla gelateria.

la bambina cominciò ad urlare. «fragola, fragola per favore!» e poco dopo disse ancora. «anche il cioccolato.»

mentre jisung prendeva i gelati per loro, minho e rosie stavano prendendo posto su una panchina li vicino. di fianco a loro c'era una signora con due bambini della stessa età di rosie.

i tre bambini cominciarono a parlare tra di loro e poi cominciarono a rincorrersi tra le risate. la donna guardò minho e poi guardò jisung. «è suo fratello?»

«è mio marito.»

ci fu un attimo di silenzio e la donna si scusò a bassa voce. «mi dispiace, pensavo che lui fosse suo fratello e la bambina vostra sorella.»

«quindi è vostra figlia?»

minho scosse la testa. «è la figlia di un nostro amico, questa sera avevano un impegno e hanno chiesto a noi di tenerla per qualche ora.»

«da quanto tempo state insieme?»

minho si stava innervosendo. non gli era mai piaciuto parlare della sua vita sentimentale con qualcuno e quella donna stava facendo troppe domande.

«da tanto tempo.» rispose jisung al posto suo, sedendosi al suo fianco e dandogli il gelato. «rosie, vieni a prendere il gelato!»

la bambina prese il gelato tutta sorridente e corse di nuovo dai suoi nuovi amici.

la donna guardò di nuovo la bambina e poi loro. «anche il suo amico è.. insomma anche loro sono una coppia di due uomini?»

minho cercò di mantenere la calma mentre jisung gli stringeva la mano per rassicurarlo, rispondendo al posto suo. «sì, perchè?»

«non ho niente contro le persone gay, ma penso sia sbagliato far crescere una bambina con due padri. ogni bambino dovrebbe avere una madre e un pad-»

«meglio avere due padri o due madri che le vogliono bene, che un padre e una madre che la picchiano o la trattano male.»

la donna si zittì e jisung strinse la sua mano ancora più forte. «andiamo via, mh?» gli aveva sussurrato all'orecchio nel frattempo che si alzava e chiamava la piccola rosie a se.

durante la strada del ritorno jisung si girò a guardare minho. «vuoi parlarne?»

«non voglio parlare dei miei genitori, pensavo di essere stato abbastanza chiaro l'ultima volta.»

jisung annuì a testa bassa mentre stringeva di piu a se la piccola rosie. minho guardò la scena e sospirò, entrambi stavano cercando di far funzionare di nuovo quel matrimonio e non voleva più litigare con lui.

«scusami amore.» gli aveva sussurrato all'orecchio dopo avergli dato un bacio sulle labbra.

e li avevano fatto subito pace, perchè oramai avevano capito che loro due erano gli unici in grado di far funzionare ancora quell'amore e che avrebbero dovuto evitare i litigi il più possibile.

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