Le sue opinioni sulla mia vita

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Quarantacinque minuti dopo ed eravamo ancora bloccati in uno spazio ristretto, l'ascensore dell'inferno.
Sentivo anche caldo: mi ero tolta i vestiti, solo gli strati esterni.

Stavo cercando di resistere più a lungo con i miei strati extra, fino al punto in cui non avrei potuto più sopportare il calore.

Non volevo sudare davanti a lui!

Ero appoggiata contro il muro, girata di lato in modo da non essere difronte a lui.
Non stavo cercando di essere scortese, avevo solo pensato che sarebbe stato imbarazzante se fossimo stati uno di fronte all'altra in un silenzio tombale.

Il Signor Kaulitz indicò il paio di occhiali con la montatura nera e spessa, che indossavo solo quando leggevo, cosa che stavo iniziando a fare molto spesso.

"Cerco di non farlo. Sono solo per leggere"

Abbassai lo sguardo sul mio libro d'amore.
Non stavo nemmeno leggendo, facevo solo finta.

"Non ti piacciono?" Si avvicinò, invadendo il mio spazio con il suo forte profumo.

Per quanto non mi piacesse quell'uomo, aveva un odore piuttosto buono.. Molto buono.

Alzai di nuovo lo sguardo dalla pagina e gli diedi un'alzata di spalle.

"Beh, non sono esattamente attraenti".

Non posso credere che stia veramente cercando di fare conversazione.

"Cos'è che stai leggendo?"

Invece di aspettare una risposta prese il libro dalle mie mani e lo girò per studiare la copertina.

"Una storia d'amore, mh"

"Perchè non sono sorpreso?"

aggrottai la fronte.

"perchè leggo storie d'amore. Penso che molte persone lo facciano"

Diamine, vorrei potergli dire di farsi gli affari suoi e ficcarsi le sue opinioni su per il suo culo sciovinista.

Il Signor Kaulitz ridacchiò.

"Quando ti sveglierai e capirai che la vita non è una favola?"

Mi passò il libro.

I miei nervi stavano dando di matto.

"Non esiste il lieto fine, Victoria"

Alzai lo sguardo verso di lui, vedendo quanto erano chiari e maestosi i suoi occhi, visto che era così vicino. Il più vicino che fossi mai stata a lui.

"Questa è la tua opinione, credo. Mi è permesso avere la mia, proprio come a te"

L'ascensore sobbalzò improvvisamente e cominciò a muoversi, salendo piani dell'edificio e portandoci sempre più vicino al quarantotto.

Sempre più vicini alla libertà.

"Dovremmo prendere le nostre cose" Dissi, e lui si spostò dalla mia strada.

Entrambi prendemmo le nostre giacche e ci fermammo alle porte, aspettando che si aprissero.
Bloccata in ascensore con un uomo che mi odiava. Sarebbe successo anche a me, prima o poi.

Carmen riderà a crepapelle quando glielo dirò.

Appena raggiungemmo il nostro piano, il Signor Kaulitz girò la testa nella mia direzione.

"Ti sbagli sugli occhiali. Non sono poco attraenti".

Le porte si aprirono e lui uscì.
Lasciandomi in piena confusione.
Bloccata lì, come una tale stupida.


***


Dopo una mattina movimentata dalla frustrazione dell'ascensore con il Grande Capo Cattivo, passai il resto della giornata sepolta nel mio lavoro.
Erano passate le sei prima che staccassi gli occhi dallo schermo e che mi rendessi conto che la gente aveva iniziato ad andarsene.

Era meglio che me ne andassi anch'io.

Stavo raccogliendo le mie cose e riordinando la mia scrivania quando sentì debolmente una conversazione dall'ufficio del Signor Kaulitz.

Tra lui e Mia.

"Dai, Tom, sai che posso darti tutto quello che vuoi da me" Disse la irritante voce di lei, in lontananza.

"Una volta, è una volta soltanto. Ricordi cosa ti ho detto?" Le sue parole uscirono dure.
Come se lo stesse obbligando e lui stesse cercando di farla finita.
La cosa mi intricava.

"E mi hai detto che ti stava bene".

"Ho solo pensato.."

"So cosa pensavi. Pensavi di potermi cambiare. Tutti lo pensano. Bhe, io sono quello che sono, e non posso essere cambiato!" Disse ringhiando, non feci altro che immaginarmi il suoi lineamenti curvarsi e il volto della ragazza spaventata.

"Bene, allora. Ma sai dove sarò se cambi idea"

La porta si aprì e Mia uscì con un cipiglio sulla faccia, un cipiglio che ero sicura non gli avesse mostrato.
Mi dispiace per lei, un po'.
Ma doveva sapere a cosa andava incontro.

Scossi la testa.

Il mio telefono vibrò sulla scrivania. Lo presi e vidi che era un messaggio da mia mamma.

Quando aprì il messaggio fui felice di vedere la foto di un uomo, molto bello, sul mio schermo.

Quella donna lavora velocemente!

Mamma aveva ragione. Ryan aveva un aspetto robusto, esattamente quello che mi piaceva in un uomo.
"Quello non è il ragazzo con cui stai andando a un appuntamento, vero?" La voce del Signor Kaulitz venne da dietro di me.

Mi girai e vidi che stava sbirciando sopra la mia spalla.
Inalai il suo profumo, sentendolo ancora più vicino di prima.

"Perchè me lo chiedi?" Balbettai.

Lui fece una smorfia, indietreggiando lentamente. "Solo.. Non è il tipo di ragazzo con cui ti immaginavo".

"Bhe, io potrei immaginarmi con lui". Infilai le ultime cose nella borsa in fretta e furia.
"Serve altro? O va bene se me ne vado?"

"Puoi andare. Ci vediamo domani" Disse freddo.

tale freddezza lo rendeva strano, misterioso: come sempre dopotutto ma.. diverso in qualche modo.

Mise le sue grosse e venose mani nelle tasche dei jeans, il doppio di quelle mani e si diresse verso il suo ufficio per un'altra lunga notte.

Cos'ha?

La settimana precedente era andato su tutte le furie e aveva minacciato il mio lavoro solo perchè stavo facendo una chiamata alla fine del mio turno, soprattutto, con ethan.
E adesso, dopo quel dannato ascensore difettoso sembrava penare di poter dare le sue opinioni sulla mia vita.

Allora fanculo a quello stronzo.

𝐈'𝐌 𝐖𝐇𝐀𝐓 𝐘𝐎𝐔 𝐍𝐄𝐄𝐃 /Tom Kaulitz\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora