Mi piacciono le sfide

43 6 0
                                    

Dopo un pranzo veloce nel coofeeshop vicino all'ufficio, Amelia e io ci dirigemmo verso Kaulitz & Son. Di solito cercavamo di incontrarci a pranzo almeno due volte a settimana: ci piaceva avere del tempo extra per spettegolare.

"Sei contenta di incontrarlo?" Chiese Amelia, la sua voce attutita dalla sciarpa che le copriva per lo più il viso. Quella ragazza odiava l'inverno con passione.

"Certo che lo sono. Anche un po' nervosa, sai che è passato un po' di tempo per me".

è sicuramente passato un po' di tempo. Non vorrei che si aspettasse troppo e troppo presto. Come il sesso.

"Ryan è carino" ripetè.

"Penso sia buono per te"

Ci fermammo alla porta e Amelia mi guardò.

"Sii te stessa e lui ti amerà"

Le mie labbra si arricciarono in un sorriso.

"Immagino che vedremo"

Notai l'espressione di Amelia cambiare. La sua bocca aperta e i suoi occhi erano rotondi.
Cosa diavolo c'era di sbagliato? 

"Amelia? Sei.. "

Mi girò prima che avessi la possibilità di finire la mia frase e così vidi cos'era che la lasciava così senza parole.

Tom Kaulitz stava camminando con uno delle sue camicie Armani perfettamente aderente.
Sporgevano i suoi pettorali scolpiti, le sue forme, il suo cavallo dei jeans scuri e evadenti. Sopra di essa indossava un costoso cappotto di lana con il colletto alzato, per tenere fuori il freddo.

Non si può negare che quell'uomo abbia stile.

Amelia lo fissò come una donna affamata che guarda un pezzo di carne.

"Darei qualsiasi cosa per mettere le mani su.."

"Onestamente, non so cosa tu ci veda in lui"

E davvero non lo sapevo. Muscoli, mascella cesellata, lunghe trecce color corvino pendenti dalle spalle, occhi ambrati, e il naso all'insù.

Nessuna idea.

Tom arrivò all'ingresso e ci notò subito.
Credo per lo sguardo di Amelia.
Afferrò la maniglia della porta e la aprì.

"Dovresti entrare al riparo dal freddo, Victoria, non ho copertura sanitaria per te se ti ammali"

Certo che non l'aveva. Girai la testa in direzione di Amelia.
"Ci vediamo a casa"

Lei mi fece un'occhiolino sornione per non farsi vedere dal Signor Kaulitz.

Sono sorpresa che non abbia ancora chiesto di mettere una buona parola per lei.

Entrai nell'edificio davanti al Signor Kaulitz, verso l'ascensore.
Le porte si aprirono ed entrammo.

Solo noi due, di nuovo.

Stava in piedi, accanto a me, con un buon profumo.
Come l'ultima volta.

"Chi era la ragazza con te?" Chiese con voce rauca.

"Ehm.. Amelia. Una buona amica" Lo guardai, non riuscendo più a trattenermi.

"Non provare ad andare a letto con lei. Spererà in qualcosa di più, e tu non puoi darglielo"

Amelia mi aveva detto diversamente, ma io la conoscevo. Sapevo che una volta non le sarebbe bastata, che si sarebbe aspettata qualcosa di più. Lo faceva sempre.

Il Signor Kaulitz alzò un sopracciglio alla mia sfrontatezza:
"Rilassati, Victoria. Le brune non sono il mio tipo".

Tirando il labbro inferiore tra i denti, guardai avanti, piegando le braccia.

𝐈'𝐌 𝐖𝐇𝐀𝐓 𝐘𝐎𝐔 𝐍𝐄𝐄𝐃 /Tom Kaulitz\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora