1. A new home

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Questa storia non è assolutamente scritta a scopo di lucro o plagio. I personaggi non appartengono a me, ma alla Marvel, tranne il personaggio Mary Anne alias Starlight. Nonostante nell'universo Marvel esista una super eroina col nome di Starlight il mio personaggio non ha nessun tratto in comune, se non il nome. La copertina è stata realizzata da me e per Mary Anne ho utilizzato come prestavolto Jenna Coleman (anche sa dal disegno non ci sembra).

Detto questo spero la storia vi piaccia, a prestoo

Tony stava sorvolando New York da almeno un'ora, doveva testare la resistenza della sua nuova armatura che, come sempre, era impeccabile. Era arrivato ai quartieri malfamati, ma a quell'ora di notte per le strade non c'era un'anima viva, così decise di tornare indietro, ma poi vide qualcosa che gli fece cambiare idea. In un vicolo pieno di cassonetti, vide una ragazza circondata da sei, sette ragazzi, forse membri di una gang, che non sembravano avere una buona intenzione. Scese in picchiata per andare a salvare la ragazzina e dare una lezione a quei bambocci; ma prima ancora di riuscire ad avvicinarsi, si sprigionò una forte luce e un campo d'energia gli impedì la vista per qualche secondo. Quando la luce sparì, vide che i ragazzi erano stesi a terra ed i loro vestiti fumavano, mentre la ragazza era rannicchiata su sé stessa ed emanava piccole scintille. Atterrò a qualche metro da lei, facendola sussultare e per non spaventarla ancora, si tolse la maschera e cercò di farle il sorriso più rassicurante che potesse fare, ma trattandosi di Tony Stark che di rassicurante non aveva nulla, il suo sorriso assomigliava più a quello di un miliardario playboy che voleva conquistarla. Lei si alzò, avvicinandosi al muro per proteggersi e Tony notò che sotto lo straccio che indossava al centro del petto c'era una strana luce azzurrognola, ma non se ne curò molto e si avvicinò per rassicurarla, uscendo dall'armatura.

"Tranquilla, non voglio farti del male. Voglio solo aiutarti" le disse tendendo le mani verso di lei. Lei lo guardò sospettosa, aggrottando la fronte.

 "Chi mi dice che non mi rinchiuderai come quelli di prima e mi torturerai, per poi fare degli esperimenti su di me? " gli chiese, con voce tremante. 

"Non sono il tipo da fare prigionieri o torturarli, anche se Banner dice che ascoltarmi parlare a macchinetta é una tortura. Comunque, no, non voglio fare esperimenti su di te. Se venissi con me, a casa mia ti aspetterebbe un bagno caldo per ripulirti e un doppio hamburger con patatine." disse sperando che la sua fame, in quel momento, fosse più forte del suo istinto di auto protezione.

"Ho così fame che non rifiuterei mai un hamburger" disse lei con occhi supplichevoli. Tony rientrò nella tuta, avvicinandosi a lei.

"Allora, affare fatto?"

"Affare fatto"Tony afferrò la ragazza per la vita avvisandola di aggrapparsi forte e poi partì a razzo per tornare alla Stark Tower e avvisò Jarvis di preparare una vasca d'acqua calda e hamburger con patatine.

Arrivarono dopo una decina di minuti e Tony condusse la ragazza verso il bagno, poi chiamò Pepper, spiegandole la situazione e chiedendole di tenere d'occhio la ragazza e aiutarla, perché gli era sembrata leggermente scossa, cosí Pepper si diresse verso il bagno e bussò alla porta, prima di sentire il consenso per entrare. Quando entrò, vide che la ragazza continuava a fissare la vasca da bagno.

"Non é che appena entro, la inonderete di corrente elettrica, vero?"

Pepper fu scioccata dalla domanda della ragazza, cosí subito le rispose di no e per provarlo mise la mano in acqua.

"Posso aiutarti" le disse e vedendo che la ragazza titubava, aggiunse "se vuoi"

Alla ragazza bastò uno sguardo per capire che quella donna era gentile come sembrava, perché le bastava guardare qualcuno negli occhi per capire se poteva fidarsi e di lei poteva.  

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