5. Bang the doldrums

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- Best friends
Ex friends 'til the end[...]
Racing through the city
Windows down
In the back of yellow checkered cars

Erano passate ormai due settimane dal suo compleanno e i giorni erano trascorsi con un susseguirsi di ricordi che tornavano sempre più giorno dopo giorno e ogni sera, seduta sul divano tra Bucky e Steve raccontava loro ciò che aveva ricordato: come quella volta in cui lei e la sua migliore amica stavano seguendo il tipo più bello della scuola che frequentava l'ultimo anno e Mary era scivolata proprio sull'ultimo scalino delle scale, cadendo col sedere e facendo girare tutti, anche il pedinato e, nonostante fosse stata una figura di merda epica, la mora invece di alzarsi, scoppiò a ridere come non mai perché se c'era una cosa che non faceva mai quella era piangersi addosso, anzi preferiva essere lei la prima a ridere di sé stessa, piuttosto che lasciare agli altri questo privilegio. Raccontò loro anche di come, già da quando aveva sei mesi era molto loquace e non smetteva mai di parlare, cosa che era diventata il suo meccanismo di difesa ogni volta che era nervosa, dato che tendeva a straparlare a volte.
O di come suo padre l'allenasse come un vero e proprio soldato, facendole correre almeno un miglio ogni mattina all'alba, facendole fare flessioni, addominali e quant'altro per tenersi in forma e di come le aveva insegnato a smontare e rimontare una pistola in solo un minuto e di come riuscire sempre a colpire il bersaglio in modo da ucciderlo sul colpo. Ed essendo stata cresciuta come un soldato era normale che il suo supereroe preferto fosse proprio Capitan America che era il soldato perfetto.
Ma nonostante ciò, lei era pur sempre una ragazza, magari non interessata ai trucchi o quei vestiti che mettono in mostra ciò che lei preferiva tenere nascosto, ma sicuramente interessata a vivere la propria vita in modo normale. Aveva ricordato che lei era sempre stata la prima della classe e che Sophie si era avvicinata a lei soprattutto perché all'inizio lei le faceva copiare i compiti, anche se poi Mary aveva deciso che l'avrebbe aiutata nelle cose più difficili e che per il resto avrebe dovuto cavarsela da sola, ma ciò non le allontanò di un millimetro, anzi le avvicinò, tanto che Mary era l'unica cura per le crisi di panico che prendevano Sophie nei momenti più disparati.
E raccontò di come Sophie fosse l'unica a riuscire a tirare fuori la ribelle che c'era in lei, dicendo di portarla sulla retta via, che di retto non aveva proprio nulla e così raccontò loro delle uscite il sabato sera, di quando andavano in un locale nascosto in un vicolo che vendeva alcolici anche ai minorenni e loro compravano le loro birre preferite, si dirigevano al parco lì vicino e si sistemavano nel sedile posteriore della macchina gialla a scacchi di Sophie, aprendo la capotte e si bevevano tutto, guardando il cielo e parlando, anche se Sophie finiva sempre per ubriacarsi e Mary, che reggeva l'alcohol un amore, doveva riportarla a casa ogni volta. Raccontò loro anche di James ("Si chiama come me!" fu il primo commento di Bucky quando Mary gliene parlò), quel bel ragazzo dagli occhi cioccolata che aveva conquistato il suo cuore. Raccontò la loro storia d'amore, i litigi, raccontò loro tutto; o meglio, quasi tutto perché c'era un segreto riguardo James che era troppo doloroso per essere raccontato e soprattutto era troppo presto per dirlo a loro.

Ormai erano un paio di giorni che un pensiero continuava ad assillarla e quel pomeriggio decise di rendere partecipi Buck e Steve di quel pensiero, così mentre stavano seduti sul divano, lei al centro.
"Voglio vedere mia madre."
Steve la guardò, sapendo che quel momento sarebbe arrivato prima o poi.
"Va bene" disse piano "ma prima di poterla vedere, alcuni agenti dello Shield dovranno fare qualche controllo. Conosco personalmente quelle persone, non ti faranno alcun male, ma devi esserne sicura."
Lei sembrò rifletterci su qualche istante.
"Sono disposta ad affrontare i vostri controlli pur di rivedere mia madre."
"Bene, è venuta l'ora di presentarti all'agente Coulson."

*

Durante il viaggio sia lei che Bucky dovettero sedersi nel retro dall'auto dai finestrini oscurati, con in aggiunta una visiera nera che li separava dal sedile del conducente.
Erano rimasti tutto il tempo, spalla contro spalla, parlando di tanto in tanto finché non si addormentarono.
Dopo diverse ore di viaggio (forse anche troppe), l'auto si fermò e Steve aprì loro la portiera, svegliandoli.
Si trovavano in un ampio garage, che non solo ospitava diverse auto nere, molto grandi, ma anche un enorme aereo grigio e diversi mini jet. Quel posto era così grande che Mary rimase col naso all'insú, girandosi intorno.
Fu richiamata all'ordine da un agente appena arrivata che diede loro il benvenuto. Aveva i capelli corti e mossi, color cioccolata e aveva gli occhi leggermente a mandorla."Sono l'agente Skye, benvenuti allo Shield e bentornato capitano" disse sorridendo loro."Prima di cominciare i test, Coulson vuole parlarti" disse poi rivolgendosi alla mora "e deve discutere con lei di alcuni affari" si rivolse poi a Steve."Seguitemi" disse, per poi incamminarsi lungo un corridoio.Svoltarono diverse volte, prima di arrivare a quello che lei disse era il laboratorio, di cui s'intravedevano i banconi pieni di provette e strani macchinari dalle porte di vetro. Coulson era proprio lì, stava parlando con diverse persone che Skye presentò loro come gli agenti Fitz e Simmons e la terza persona, la bionda coi ricci, doveva essere una dei nuovi agenti da poco arrivati.Mentre entravano nel laboratorio, Mary non riusciva a staccare gli occhi dalla donna coi capelli ricci. Il colore dei capelli, il modo di vestire (decisamente alla moda, nonostante fosse a lavoro), il modo in cui agitava le braccia mentre stava parlando era familiari per la bruna, fin troppo e quando riuscì a sentire la sua voce, aveva pochissimi dubbi su chi fosse quella donna.Coulson come li vide, anzi come vide il capitano, sorrise e poi notò gli altri due, salutandoli. "Vi stavamo aspettando"Si girarono verso di loro e gli occhi della bionda e della mora si spalancarono in contemporanea e, mentre Mary era paralizzata, la bionda, chiaramente sconvolta le corse incontro abbracciandola."Sophie" sussurrò Mary prima di riuscire a ricambiare l'abbraccio. Nessuno osava parlare, erano tutti interessati a quello che stava accadendo e Steve e Bucky non potevano credere a quell'incredibile coincidenza."Credevo fossi morta" disse Sophie con la voce rotta dall'emozione e staccandosi dall'amica per guardarla meglio. Era cambiata, lo erano entrambe. "Sei più bionda..." disse la mora, accigliandosi "e dov'è Jimmy?" chiese, facendo ridere la bionda che Jimmy (il suo dread lunghissimo e fighissimo, così come diceva sempre lei) l'aveva tagliato anni prima, quand'era entrata allo Shield."Oh, dio, sono anni che ti cerco, non riesco a crederci. Avevo ragione, cazzo! Sei viva!" disse Sophie, stringendola ancora una volta sotto gli occhi attoniti di tutti.
***
Mary non aveva immaginato che i test fossero così tanti e così estenuanti, ma Bucky e Sophie le restarono accanto tutto il tempo. Era ancora incredula di aver ritrovato la sua migliore amica ed era ancora più incredula dopo aver ascoltato la sua storia.Sophie non aveva mai creduto a quello che avevano diffuso le autorità locali, lei sapeva di suo padre e sapeva anche che se fosse stato un ladro avrebbe portato via almeno l'argenteria, ma era tutto troppo in ordine. Parlò con la polizia, contattò tutte le autorità, la tv, ma nessuno volle ascoltarla e così scappò di casa, non poteva sopportare di vivere in quel luogo che le ricordava così tanto la sua migliore amica. Andò da sua zia Sharon che, a quanto sapeva, lavorava all'FBI e rimase con lei. Sua zia raccontò lei dello Shield e dell'Hydra e le disse che il presunto omicidio della sua migliore amica avrebbe potuto essere opera loro, ma non ne erano mai stati sicuri perciò l'avevano semplicemente chiuso. Ma nonostante ciò, Sophie aveva preso una decisione, sarebbe entrata nello Shield così avrebbe potuto proteggere le persone così come non aveva proteggere Mary e aveva amato il suo lavoro fin dal primo giorno.Mary non poteva essere più felice per la sua migliore amica, ma si sentiva un pò in colpa perché Sophie aveva preso la decisione di entrare nello Shield a causa sua, ma la mora sapeva che in realtà il suo sogno era quello di diventare giornalista e il fatto che ci avesse rinunciato le faceva stringere il cuore, anche perché lei non sapeva nemmeno più chi era fino a due settimane prima (non era proprio colpa sua, ma si sentiva in colpa lo stesso).Era così strano che si stessero abbracciando di nuovo mentre aspettavano i risultati dei test. Così strano, ma così incredibilmente familiare e con Bucky lì vicino che le sorrideva si sentiva quasi come a casa."Ehi" disse Steve, che era stato con Coulson quasi tutto il tempo e infatti, dopo pochi secondi, comparve anche lui alle spalle del biondo."Agente Carter, signor Barnes, signorina Starlight" salutò ciascuno di loro per poi dire "i risultati dei suoi testi sono davvero strabilianti, si è ripresa davvero in fretta e la sua memoria è tornata in molto meno tempo di quanto non sia successo con il signor Barnes. Inoltre le sue condizioni fisiche sono nella norma e quella pietra che le è stata innestata e i poteri che ne derivano non sembrano creare radiazioni pericolose, tuttavia non capiamo come sia possibile che lei abbia questi poteri" fece una pausa e Mary cominciò ad andare in panico, non voleva che la rinchiudessero di nuovo in un laboratorio "vorremmo lei facesse altri test, prima di poter incontrare sua madre. Ovviamente non adesso, ma quando si sentirà pronta vorremmo scoprire di più sui suoi formidabili poteri." le sorrise gentilmente, cercando di farle capire che non l'avrebbe certo trattata come un animale e rinchiusa in una gabbia.Lei lo guardò, cercando di capire se poteva fidarsi o meno di quella persona dal sorriso tanto gentile, ma dagli occhi così tormentati; ma se Steve si fidava di lui, non c'erano ragioni per cui non poteva fidarsi anche lei."Quindi dopo aver fatto questi test... potrò vedere mia mamma?"chiese piano la mora."Appena avremo scoperto qualcos'altro, la accompagnerò personalmente da sua madre, ma non per questo deve avere fretta. Farà quei test appena sarà pronta."Mary fu così sollevata al sentire quelle parole che quasi corse ad abbracciare Coulson, se non fosse stato per Sophie e Bucky che l'avevano agguantata prima che riuscisse ad alzarsi e l'avevano stritolata in un abbraccio... quasi mortale, considerata la forza dell'arto meccanico di Buck, ma non le importava avrebbe potuto rivedere sua madre e per ora le bastava quella speranza.
***Base segreta dell'Hydra
"Allora cosa sta facendo la nostra piccola stella?" chiese l'uomo con gli occhiali, appena entrò nella sala di controllo."In questo momento si trova nella base segreta dello Shield a conquistare la fiducia di quei poveri idioti." disse uno degli uomini, seduto davanti ai diversi computer che mostravano immagini in tempo reale di quello che stava facendo Starlight e in quel preciso istante Coulson le stava dicendo che l'avrebbe accompagnata a vedere la madre. Come se loro l'Hydra potesse lasciargelo fare."Coulson vuole scoprire di più sui poteri formidabili della ragazza" ghignò uno "potremmo farglielo scoprire ora, signore""Sarebbe divertente" rispose l'uomo con gli occhiali, sorridendo " ma no, lasciamo che la ragazza li abbia ai propri piedi prima di intervenire. Se continua così li avremmo sterminati in pochissimo tempo." rise, facendo ridere anche gli altri uomini lì dentro.



N.a. So che è passato decisamente più di un mese da quando ho aggiornato l'ultima volta e mi dispiace taaaaanto, tanto, tanto, tanto. Il capitolo era praticamente scritto ma ho avuto continui problemi di internet e non riuscivo ad aggiornare, poi ho avuto diversi problemi per cui il capitolo era sul serio una delle ultime cose a cui pensavo e poi è cominciata la scuola e questo è il quinto anno, quindi ci stanno già bombardando... help t.t
Comunque, spero che vi piaccia, alla prossima :)



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