Theo Hernandez

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Quella mattina presi al volo una fetta biscottata e del caffè per poi correre alla mia spiaggetta nella speranza di rincontrare Rubén, non c'era ancora nessuno ma l'altro giorno era arrivato dopo di me, e se era rimasto a fare serata di sicuro prima di mezzogiorno non si sarebbe palesato.
Mi distesi sul mio telo da mare a leggere il mio libro con la flebile speranza che un ragazzo conosciuto per caso mi raggiungesse, ero impazzita, ma non riuscivo a non pensare a lui e ai suoi occhi.
Passarono le ore ma di lui nessuna traccia, avevo fame così raccolsi le mie cose e abbastanza delusa tornai a casa.

A: tesoro che hai?
T: niente, sono solo stanca, papà?
A: a pranzo con quel Theo
T: ok, ti dispiace se mangio con papà?
A: no, chiamalo ok?
T: va bene.

Diedi un bacio a mia mamma e poi chiamai papà, mi diede il nome del ristorante e lo raggiunsi, stava parlando con il suo nuovo pupillo, li salutai dalla vetrata e poi entrai.

P: Theo lei è la mia splendida principessa, Talia
TH: piacere Talia io sono Theo.
T: ciao Theo, vi dispiace se pranzo con voi?
P: no, per te Theo?
TH: direi di no

Mi misi a sedere, sentivo gli occhi di Theo sul mio corpo, avevo letto delle sue notti brave e delle ragazze con le quali tradiva la sua fidanzata, di sicuro io non sarei caduta nella sua trappola, non subivo il fascino dei calciatori.

TH: studi?
T: si, economia e commercio a Milano
TH: impegnativo? Sai odio i numeri
T: abbastanza, so che hai un fratello, Lucas no?
TH: si gioca nel Bayern Monaco, sei informata
P: lei ama scoprire tutto sui calciatori che seguo o che mi segnalano.
T: già, quindi so tutto di te e di quello che si dice a Madrid.
TH: a volte i giornali esagerano
T: be lo vedremo o no papà?
P: si, ma sono sicuro che Theo ci stupirà

Theo si mise a ridere, non capivo cosa ci trovava di divertente in quello che avevo appena detto, notando la mia espressione si fece serio e mi disse che si era messo a ridere perché gli faceva strano sentir chiamare Paolo Maldini papà, a quelle parole mi rilassai e mi misi a ridere anche io.
Nel corso degli anni diverse persone avevano trovato strano sentirlo chiamare papà, ma era così, lui era il mio papà, come avrei dovuto chiamarlo Paolo?

P: vi devo lasciare, il calciatore che voleva farmi vedere Rui è qui.
T: ma papà che faccio?
P: finisci di pranzare con calma e poi torni da mamma
T: con lui?
P: sì con Theo, perdonami Theo ma è un favore per un amico
TH: nessun problema

Abbraccia papà e mi rimisi a sedere, ero sola con un perfetto sconosciuto di cui avevo una pessima opinione, tornai al mio piatto di salmone marinato, non sapevo di cosa parlare ma ci pensò lui a rompere il silenzio.

TH: che fai stasera?
T: niente di che, te?
TH: do una specie di festa in barca, se ti va potresti venire
T: non credo che verrò, sai odio tutto questo
TH: sei una musona lo sai?
T: me lo dicono spesso.
TH: perché non vuoi venire?
T: vediamo, odio andare ad una festa e avere tutti addosso perché sono la figlia di Maldini, a differenza dei miei fratelli cerco l'anonimato per quanto mi possa essere possibile.
TH: be e se non dicessi di chi sei figlia?
T: va bene vengo, ma nessuno deve sapere chi è mio padre.
TH: affare fatto.

Finito di mangiare Theo pagò il pranzo e mi riaccompagnó a casa, non sembrava così cattivo ragazzo come veniva descritto ma sapevo benissimo che nelle cose riportate dai giornalisti un fondo di verità c'era sempre, quindi volevo andare a quella festa per conoscerlo.
Arrivata a casa mi salutó, prima di rientrare andai a controllare se nella spiaggia ci fosse Rubén, ma era deserta così tornai in casa.

C: dove sei stata?
T: a pranzo con papà e Hernandez
C: ah capito, stasera felipe ci ha invitato in un locale vieni?
T: no esco
D: con chi?
T: eccolo il piccolo della cucciolata, comunque vado alla festa di Theo.
D: sorellina ti senti bene?
T: si, senti voglio capire se davvero ha il dna da Milan, quindi devo conoscerlo
C: basta che non ci finisci a letto
T: non accadrà mai, in generale gli unici calciatori della mia vita sarete voi.

Daniel scoppiò a ridere e Christian disse che si metteva il cuore in pace nell'attesa di scoprire quale calciatore mi avrebbe fatto innamorare.
Che stupidi e dicevano di conoscermi, non mi conoscevano affatto, mai e poi mai avrei voluto fidanzarmi con uno di loro.
Andai a prepararmi per la festa ignorando le battutine dei miei fratelli, avvisai anche mia mamma e papà con un messaggio, entrambi mi dissero di divertirmi che ne avevo bisogno.
Indossai una minigonna in jeans, un top bianco e le mie amate Jordan low, poi iniziai ad andare verso la barca di Theo.
Mentre mi dirigevo verso la barca notai un ragazzo con una camicia rossa con un volto familiare, ma certo era Rubén, così mi avvicinai per salutarlo.

R: Talia ciao, come va?
T: bene, pensavo di vederti alla spiaggia oggi
R: scusa ho avuto un incontro imprevisto.
T: capito.
R: vai da qualche parte?
T: si ad una festa in barca da una specie di amico
R: cavolo che peccato, io e mio fratello andavamo in un locale e volevo chiederti se ti andava di unirti a noi...

Stavo per aggiungere qualcosa quando una mano mi cinse la vita, era Theo.

TH: ehi Talia eccoti, scusa amico ma devo portare questa bellissima ragazza ad una festa.
R: tranquillo AMICO.
T: ciao Rubén mi ha fatto piacere rivederti.

Salutai Rubén e suo fratello Ivan e raggiunsi la barca scortata da Theo, ma una parte di me voleva restare con Rubén, mi sentivo attratta da lui come mai mi era capitato prima.

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