Il Furto Degli Orologi
Mattheo's POV
Quando Nano era uscito di carcere mi aveva spiegato cosa stava succedendo, e Samu aveva scoperto in che guaio si era cacciato il fratello: degli sbirri volevano un sacco di soldi che lui gli aveva promesso.
Nano non ci era riuscito, ma aveva trovato un'alternativa: Marina si era riconciliata con una sua vecchia amica, Carla, e il padre di lei aveva una costosissima collezione di orologi che sicuramente valeva mmolissimi soldi.
Marina si era offerta di aiutarlo, e lo aveva indirizzato a quella collezione, sapevo che rubare non era bello, ma Nano non aveva altra scelta.
Io e Samuel volevamo trovare un'altra strada, peccato che il lavoro alla Cabaña non permettesse di guadagnare chissà che.
Però possibile che Marina non mi avesse ascoltato quando le avessi detto che Nano era una persona a cui stare alla larga? Boh, sinceramente non ci stavo più capendo niente.
Inoltre mi ero scusato con Marina per quello che era successo in classe, e della storia dell'HIV, invece che prendersela a male, fu felice «Tranquillo, tanto prima o poi sarebbe venuto fuori» disse sorridendomi.
Mi sentii più sollevato da quel discorso, apprezzai molto la sua sincerità, così, mentre mi parlava con quella dolce voce e ce ne stavamo seduti in una panchina del campus, capii che forse eravamo pronti per passare al prossimo livello.
Proprio così: io e Marina volevamo fare l'amore.
Si, peccato che io fossi vergine, magari lei lo aveva già fatto con altri ragazzi, e io neanche avevo dato il mio primo bacio se non con Marina, ma fare l'amore era un passo molto in avanti.
Quando lo dissi a Omar lui aveva fatto i salti di gioia «Hai visto che ce l'hai fatta scemo?» chiese in tono scherzoso, scoppiai a ridere «Ma sentilo, è arrivato l'esperto» dissi dandogli una pacca sulla spalla «Ecco, ora voi che avete i fidanzati potete farlo, e io no» intervenne Samuel fingendosi offeso
«Eddai, ci sarà almeno una bella ragazza nella tua scuola» dissi punzecchiandolo «Eh no» disse Samuel ma alla fine tutti e tre ci mettemmo a ridere come dei bambini
«Mi serve casa libera» dissi a mia sorella «Certo piccioncini» disse Chiara con il pollice in su «Dai sono serio Chia'» continuai provando a convincerla
«Ma se ti ho detto di sì, scemo» disse, tirai un sospiro di sollievo «Ma a patto che tu, Samu e Nano mi diciate cosa sta succedendo» disse lei punzecchiandomi la spalla. Accettai «Io non dico nulla, e state attenti» disse prima di uscire di casa.
Chiara sarebbe andata a casa di Nadia, la sorella di Omar, così avrebbe avuto un pomeriggio solo tra signore, e io a fare tutt'altro.
Io feci un respiro profondo e aspettai che arrivasse, nell'attesa mi lavai i denti e sistemai la camera (per quel poco disordine che c'era), e fu una fortuna che avessi comprato dei preservativi ad una farmacia lì vicino.
Venti minuti dopo suonò il campanello, andai ad aprire, pregai che non fossero i miei o i vicini, e invece era lei, Marina era alla mia porta.
Descrivere quel pomeriggio fu difficile, ma trovarle fu la cosa più complicata, per la prima volta avevo vissuto delle emozioni che non erano più nei film o nelle serie TV che guardavo.
Avevo vissuto un momento molto magico, ricordavo il profumo della pelle e dei capelli di Marina, io che nonostante fossi impacciato, avessi vissuto il momento secondo per secondo. E la sua voce, potevo esserne così dipendente?
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Elité |❝La Vita Cambia❞|
Fanfiction(Storia in revisione, piano piano ripubblicherò tutti i capitoli della storia) Spagna. Chiara e Mattheo Maronti sono fratelli italiani che vivono a Madrid poiché sono stati mandati dalla loro scuola per un anno all'estero. Dopo il crollo del tetto d...