Mi sto arrampicando su una scala a pioli di marmo nero. Intorno a me vedo solo una stanza bianca e la scala si trova nel mezzo della stanza: non è appoggiata a una parete, ma é semplicemente lì in piedi. Continuo ad arrampicarmi e arrivo ad un buco nel soffitto. La scala si interrompe e io posso uscire in un nuovo locale. Finalmente! Là sotto era talmente tutto bianco, senza un colore, senza un errore, senza un dettaglio nascosto che mi sembrava di essere un pesciolino nel profondo mare nero, senza luce, senza nulla da vedere attorno, che vive solo per sopportare l'immenso mare sopra di lui e il suo peso.
Ora, invece, in questa camera mi sento libera, come un bruco divenuto farfalla, con mille colori e profumi che mi accolgono. Anche questa stanza ha pareti tutte bianche, il "pavimento" é, però, ricoperto di erba, come un grande prato, e in giro crescono piante che non ho mai visto tutte ricoperte di fiori accompagnate da tante altre. Gigli tigrati, iris viola e bianchi, margherite delle sfumature più diverse, narcisi gialli e arancioni, glicini, maggiociondoli, magnolie, camelie, oleandri e altri fiori e alberi mi circondano inebriandomi con i loro profumi dolci o acri, delicati o nauseabondi. Accanto ai colori classici di tali fiori ve ne sono altre stravaganti e affascinanti che rimango ad ammirare estasiata. Al centro del locale c'è un laghetto sul quale sono delicatamente appoggiate delle morbide foglie di ninfea dal cui centro si alzano alcuni robusti steli verde chiaro intricati fra loro e alla cui sommità si apre un'infiorescenza nera, viola o fucsia costituita da piccolissime campanule l'una legata all'altra. Accanto al laghetto una piccola panchetta di sienite priva di schienale sembra attendermi. Decido di sedermi e guardare lo stagnetto bordato di grandi campanule dai petali di margherita; nell'acqua poco profonda nuotano colorate carpe cinesi e alcuni "pesci spazzini". All'improvviso da un foro sul fondale, circondato da alghe e blocchi di vecchio marmo rosa, esce una murena gialla che si mette a girare intorno alle carpe Come é possibile che una carpa e una murena nuotino nella stessa acqua dolce? Ad un tratto la murena si ferma a puntare le carpe spaventate e un brivido mi corre lungo la schiena, mi sembra che il tempo si sia bloccato e capisco che se le mangerà, ma ad un tratto le carpe si mettono a combattere fra loro: credo che alla fine si uccideranno a vicenda come un cane che rincorre in continuazione la sua coda; e invece a sorpresa i minuscoli spazzini si insinuano nelle branchie degli altri pesci e li uccidono soffocandoli. Con un gridolino mi alzo e mi allontano dallo stagno incredula, affascinata, ma anche spaventata e arretrando passo dopo passo sull'erba riscaldata da un sole invisibile vado a sbattere con la schiena contro un albero rimanendo un po' intontita. Mi volto a guardarlo: si tratta di un intrico di rami al cui interno è presente, sotto una copertura di foglie di palma, un bellissimo bocciolo morbido e delicato costituito da tanti petali cangianti intrecciati fra loro. É strano, mi dico, quel bocciolo... é... verde!... Verde, ma sembra stia per sbocciare... Lo osservo incuriosita, quasi attratta da tutte le diverse tonalità che i petali assumono: dal verde fosforescente al verde pistacchio, dal verde degli alberi appena fogliati a quello dell'acetosella dei rigagnoli fino a quello degli abeti e del muschio. É stupendo penso ma anche un po' strano e inquietante... Chissà se riesco a raggiungerlo... Allungo un braccio all'interno del bozzolo di rami e foglie di palma, ma ogni qualvolta mi sembra di averlo toccato, questo é sempre più lontano. Dannazione! Il bocciolo sembra allontanarsi sempre di più, sempre più distante... Devo prenderlo... All'improvviso il bocciolo col suo bozzolo scompare, anche le piante, gli arbusti, i fiori e i colori scompaiono, rimangono solo lo stagno e la panchetta. Intorno spira un vento di pioggia anche se non ci sono nuvole all'orizzonte, mi sento come dentro una lavatrice: tutto sembra girare vorticosamente intorno a me, le orecchie mi fischiano, i capelli sono come dritti in testa per l'elettricità statica, i muscoli contratti per iniziare a correre, un gusto metallico in bocca. Mi avvicino al laghetto e guardo in basso: non ci sono più pesci, alghe o rocce, solo un immenso nero che mi sprofonda il cuore. Strano sembra la stessa sensazione che ho provato la prima volta che ho visto Derek... Un vortice mi risucchia, mi richiama nell'acqua e poi...il buio.
Mi risveglio di soprassalto sul divano bianco a fiori rosa del mio salotto. Emily mi tiene una mano, Kendra l'altra, Paul mi fa aria e Avril continua a portare ghiaccio e acqua dalla cucina. "Finalmente! Pensavamo fossi morta!" Il viso di Paul sembra sinceramente preoccupato anche se credo che sia più per Timothy che per me. Vorrei chiedergli come va, cosa vuole che faccia, se c'è qualcosa che possa fare per farlo sentire meglio, ma rispondo solamente "Tutto OK ... credo...". Il silenzio cade nel grande salotto colorato. Una cosa che ho sempre adorato della mia personalità è quanto sia colorata e allegra, per questo tutte le stanze di casa sono riccamente decorate con poster, quadri, arazzi, tappeti o soprammobili di tutti i tipi e di tutti i colori, ed é anche per questo che ho odiato il funerale di mio padre: primo, per me mio padre non é mai veramente morto e i funerali si fanno ai morti, secondo, ai funerali tutti sono sempre vestiti di nero, l'ambiente é nero-grigio, le persone hanno un colorito grigio bianco e anche i fiori sono sempre tutti bianchi. "Em... Dunque...Direi che potremmo iniziare il..." "Non inizieremo un bel niente, Emily! Quel fottuto scemo ha baciato Paul e fatto scappare Timothy! Col cavolo che ce ne stiamo qui con le mani in mano!". Sono sempre stata una persona paziente, ma quando aspettiamo tutti qualcosa che sappiamo già che succederà o che é ovvia, allora non riesco a sopportare l'idea di stare ferma a guardare il "mondo che passa" e la gente ad aspettare che qualcosa succeda. Prendo lo spolverino che ho lasciato appoggiato ad una sedia ieri sera, me lo infilo ed esco. Il sole splende ancora in cielo, ma minacciosi ammassi di zucchero filato grigio gli si avvicinano accerchiandolo. Conosco bene la sua porta, la sua casa, prima lì ci abitava un'anziana donna, Rita, un'amica di famiglia ed ex-collega di mia madre. Ora abita in un appartamento del centro, ma ogni tanto ci vediamo ancora.
Sono davanti alla sua porta nera, un battacchio a forma di testa di leone nel mezzo, la mia mano fremente per la rabbia su di essa, lo stomaco che si stringe come a voler soffocare qualcuno finito al suo interno per sbaglio, le mascelle dolenti per la pressione con la quale le spingo una contro l'altra, le mani che si contorcono per il nervoso e l'indignazione. Busso tre volte. Niente. Ancora tre volte. Niente. Sto per bussare per le ultime tre volte prima di afferrare il primo oggetto contundente (una pala abbandonata lì quasi per caso) e prendere a picconate la porta, quando questa si apre come per magia. "C-ciao...". É Derek con il suo solito sguardo affascinante, questa volta un po' abbassato a indicare la vergogna. Una sberla. Poi un'altra. Lui non dice niente. "Cosa credi adesso? Di potertene uscire pulito, come se nulla fosse dandomi un altro bacio? Di poter continuare ogni qualvolta si presenti un problema a baciare chiunque? Sei uno stupido, presuntuoso, arrogante!" Un'altra sberla. Lui non dice niente, tiene lo sguardo basso, le guance arrossate, gli occhi ... sono lucidi, almeno credo, sembra che sia sul punto di piangere. Invece alza leggermente il mento e sussurra " Mi dispiace" "Come? Credo di non aver capito bene..." Io non sono così, non sono malvagia, non cerco di mettere in imbarazzo le persone, ma con lui sento che é giusto, nonostante lo conosca da soli tre o quattro giorni, mi sembra giusto, mi sembra di conoscerlo da una vita..." Mi dispiace... Ed é per questo che mi metto a tua completa disposizione per qualsiasi cosa tu voglia fare... Per un giorno intero ... Io e te... Quello che vuoi fare...". Vuole passare un'intera giornata con me? E fare quello che dico io? Fantastico! " Domani ho il corso di yoga: é un corso particolare perché é anche comprensivo di una lezione di auto-controllo oppure autostima...". La sua faccia! La sua faccia é da foto!
Sembra essere stato appena condannato a morte con triplice tortura, una cosa tipo 'Indignazione finale'... sì sarebbe il nome perfetto della pena per i crimini più efferati. "In pratica...?" "In pratica fai yoga e poi chiacchieri con quelli lì" " ok...". Mi volto, ma poi ho un flash: come é possibile che me ne sia dimenticata? "Ah un ultima cosa... Devi spiegare tutto subito anche a Timothy e chiedergli scusa" "Timothy? E chi é?" "Il fidanzato di Paul...". I suoi occhi ruotano con un moto di insofferenza, ma poi dice "ok, lo farò" "Mi fido di te... ancora" concludo prima di mettergli in mano un biglietto con il numero del ragazzo e di voltargli le spalle lasciandolo lì, a torso nudo, i capelli scompigliati, sulla porta.Spazio autrice
Mi scuso per aver ritardato tanto nell'aggiungere un altro capitolo. Ringrazio ancora chi legge e commenta. Spero non sia troppo noioso ;-).
Commentate numerosi! :-)
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la ragazza dagli occhi di cristallo
FantasyCrysthal non immagina neppure cosa le capiterà in questa estate fantastica: ragazzi, cavalcate, castelli diroccati, magie e ... "custodi". La sua avventura non avrà termine fino a che non troveranno l'uomo dalle orchidee blu e i suoi compagni. Ma ss...