Una lunga storia

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"Stai qui e non tentare di fuggire un'altra volta. Ci siamo capiti?" intima con voce profonda un tizio dai capelli rosso fuoco e la barba lunga riferendosi al prigioniero, poi voltandosi verso noi altri "E voi... -sembra non saper bene che dire- fate quello che volete entro i limiti di questa stanza, mangiate, bevete, dormite, non mi importa, solo non causate problemi, ok?" termina con un movimento di non curanza. Il ragazzo che lo accompagna, l'altro 'carceriere', sembra assorto in pensieri tutti suoi tanto da non sentire il rosso richiamarlo per andarsene, così posso dargli un'occhiata senza preoccuparmi troppo di risultare invadente. Non so perché, ma la prima cosa che mi viene in mente guardandolo é che assomigli ad Aladino; la carnagione ambrata riflette la sua provenienza orientale così come il bellissimo abito verde e arancione decorato da monetine (tanto brillanti e tintinnanti quanto prive di valore) che lo riveste. "Allora Soline vieni?" gli grida l'uomo già incamminatosi giù per le scale "Arrivo..." la voce del giovane suona come se non si fosse ancora ben formata, nonostante sembri avere più di venti anni ed è quasi tintinnante come le sue monetine. Soline poi si volta facendo ondeggiare i lunghi capelli castano chiaro, un insolito colore per gli orientali che normalmente possiedono chiome molto scure, che gli giungono fino a metà schiena e, fermatosi a fare una lieve riverenza nei nostri confronti, si dilegua dietro all'altro. "Giuro che un giorno me ne andrò da questa topaia!" grida adirato gettandosi contro la porta il ragazzo che aveva tentato la fuga. Noi rimaniamo a guardarlo attoniti mentre prende a pugni e calci la porta, finché Derek non decide di intervenire: il ragazzo infatti preso dalla disperazione o dall'ira inizia a raschiare la porta con le unghie fino a rompersele e a ferirsi le mani ripetutamente. "Ehi amico calmati!" gli intima il nostro compagno di viaggio avvicinandoglisi e posandoli una mano sulla spalla, ma l'altro dopo avergli gettato una fugace occhiata da sopra la spalla destra continua nel suo intento. Derek allora, esasperato dalla situazione, con uno sbuffo contrariato afferra per i fianchi stretti il pazzo che sta davanti alla porta e, issatolo sulle spalle, lo porta alla sedia a destra della mia e ve lo deposita sopra senza troppi complimenti ignorando il calci e i pugni dello scalmanato. Non credevo che Derek avesse così tanta forza da alzare di peso un altro ragazzo e portarlo dove vuole, ma poi il dubbio mi abbandona quando vedo il ragazzo furioso in piedi davanti a Derek: il ragazzo, di dieci centimetri più basso del mio vicino di casa, porta solo un paio di jeans grigi e il torso nudo rivela un passato tormentato da cicatrici, inoltre le costole, come pure la colonna vertebrale, sporgenti sotto la pelle sembrano urlare la sua impossibile magrezza. Il viso é l'unica parte, in quello che un tempo doveva essere un corpo ben tenuto e in forma, che ancora oggi ha conservato la sua bellezza: lungo, affilato e di un colorito cadaverico, con labbra carnose e non screpolate e due meravigliosi occhi verde smeraldo, una tonalità davvero strana... I capelli castano scuro gli ricadono mossi come il mare ai lati della testa e una ciocca bionda solitaria gli scivola davanti agli occhi prima che il suo proprietario con un balzo fulmineo si scaraventi su Derek buttandolo a terra. I due lottano avvinghiati rotolandosi sul pavimento, mentre io e le altre due ragazze urliamo spaventate. A dire il vero io grido nella speranza che qualcuno, sentendo le urla, torni qui a dividerli e anche a spiegarci cosa ci facciamo qui. E infatti poco tempo dopo fa il suo ingresso nella stanza Soline tutto trafelato e col fiatone. Divisi Derek e il riccioluto, si rivolge a quest'ultimo con fare determinato, ma poco autoritario "Austin, calmati! - prende fiato- So che la tua qui é stata una brutta permanenza, ma abbi pazienza e tra pochi minuti tutto tornerà normale" poi si rivolge a noi altri " Voi fate lo stesso: abbiate pazienza e ..." l'arrivo di Russel, quello che qui deve essere il capo o qualcosa del genere, mette a tacere il ragazzo e lo fa sobbalzare nel suo abito colorato " Si può sapere cosa succede qui?! Cosa state facendo piccoli tornado?" tuona l'uomo tirando indietro le spalle e gonfiando il petto come un gallo presuntuoso "Vi ho sentiti urlare e fare un gran baccano dalla base della torre!". Non sembra essere così cattivo come vuol apparire, forse è solo un vecchio burbero, come Morgan. "Russel, c'è ancora quel problema di cui abbiamo parlato..." L'orientale si rivolge torcendosi le mani e con uno sguardo preoccupato al vecchio impetuoso "Non ti preoccupare era proprio per questo che sono venuto qui, controllo dei mini-tornado a parte" comincio a essere stufa di tutti questi segreti: gente che parla di noi come se non ci fossimo, noi poveri prigionieri in quello che sembra essere un sogno, noi che siamo diventati 'noi' come se fossimo stati un gruppo di vecchi compagnoni già nel giurassico. "Davanti a loro?" il volto ambrato di Soline si increspa di una serie di rughe quando le sue sopracciglia scattano verso l'alto in una buffa espressione di sorpresa "Certo: é ora che si prendano carico dei loro doveri e impegni". Vorrei dire che non mi sono presa nessun impegno, ma mi mordo la lingua aspettando cosa fare. Poi ha inizio un lungo racconto da parte dell'uomo dai lunghi capelli rossi "Uno, due, tre, quattro, cinque, sei e sette, sì, ci siamo tutti. Mi rivolgo a ciascuno di voi: vorrei che ognuno mi dicesse come si chiama, quanti anni ha, come é arrivato qui e cosa ha visto fuori dalle finestre salendo la torre..." "Io sono Derek, ho diciassette anni e non credevo di essere a un incontro per persone con seri problemi psico-sociali" conclude con un finto sorriso strafottente il ragazzo alla mia destra "Derek, é una cosa seria: cerca di contenerti!" é Soline a rimbrottarlo e il mio vicino sbuffa divertito, ma non pare voglia continuare, quindi tutti hanno il tempo di parlare: alla fine dei nostri racconti emerge che tutti abbiamo diciassette anni e che ci siamo ritrovati in un deserto dopo una scossa di terremoto particolarmente forte, dove poi abbiamo scoperto una torre mezza abbandonata e in parte ormai diroccata. "Come avrete notato io non ho diciassette anni, ma bensì quasi trecentocinquanta -tutti a eccezione di Soline lo guardiamo sgranando gli occhi- Questa sarà una delle altre cose che vi spiegherò, ma per ora cominciamo dalle cose più importanti: anche io sono giunto qui nel vostro stesso modo, solo tempo addietro, ma - continua alzando un dito corto e grassoccio - come abbiamo già detto ognuno di noi ha visto qualcosa di diverso fuori dalla finestra: quello che avete visto rappresenta un colore" si interrompe ancora una volta per grattarsi il mento e alzarsi per versarsi un bicchiere di vino rosso granata "Soline non ha visto altro che il deserto..." oro penso tra me e me "Derek, tu hai visto solo rocce..." argento " Julie, una distesa di quarzi " rosa, evidentemente "Emily, la tundra" bianco "Austin hai visto il mare" azzurro "Chrystal una foresta" verde dunque "Ebbene io la prima volta che sono entrato in questa torre ho visto un lago di sangue all'esterno a rappresentare il rosso". Fa una pausa per sorseggiare lentamente un altro bicchiere di buon vino e la mia gola ancora riarsa a causa del vento caldo del deserto urla pietà. Riprende come se avesse tutto il tempo del mondo davanti e noi fossimo solo una massa di bambini ad ascoltare una favola " Forse alcuni di voi avranno notato che i colori corrispondono alle tonalità dei tesori rappresentanti i sette valori nella storia raccontatavi da Alba: ebbene anche lei fa parte di quella che potremmo chiamare la nostra organizzazione. Tutti stamattina, senza saperlo, eravate lì in un modo o nell'altro ad ascoltare Alba raccontarvi la leggenda" A questo punto é Soline a prendere la parola "Io in realtà ero già al corrente della storia, ma ho dovuto accompagnare lì Austin, con la scusa di un'uscita dalla sua prigionia momentanea a scopo di divertimento, per portarlo a conoscenza dello stesso mito che voi tutti avete sentito" "In questo modo -riprende il rosso- io non vi avrei dovuto raccontare la storia e avremmo subito continuato con gli affari più importanti. Quello che ancora non sapete, o meglio non capite, da quanto leggo sui vostri volti é che da allora ogni trecento anni circa nasce una nuova stirpe di Custodi, come gli chiamiamo noi, ovvero la reincarnazione dei sette naufraghi originali. Come spero abbiate intuito quei sette siete voi: ognuno ha il compito di portare nel mondo la conoscenza del proprio valore fornendo come esempio sé stesso agli altri. Il problema..." Derek sembra turbato e interrompe senza troppi indugi Russell "In pratica ci stai chiedendo di accettare la nostra natura, dico bene? Nulla di più? "un sorriso gli si dipinge sul volto e poco dopo giunge un cenno di assenso da parte dell'altro "E se noi decidessimo di rifiutare?" Dopo un lungo respiro e un altro bicchiere di vino il vecchio risponde a Derek, rivolgendogli un'occhiata colma di determinazione e consapevolezza "Non credo che nessuno di voi lo farà: il valore che vi lega a un colore particolare è lo stesso motore principale delle vostre azioni. Il valore é sempre positivo e di conseguenza le scelte importanti della vostra vita sono sempre giuste... Forse mi chiederete di fornirvi una qualche prova di quello che vi sto dicendo..." É di nuovo il mio vicino a interromperlo ( deve essere un vizio) "Mi sono ritrovato nel bel mezzo del deserto senza capire bene il perché... Da parte mia, se questo non é un sogno sono disposto a credere a qualunque cosa..." Poi lanciando sguardi indagatori intorno a sé chiede in una domanda muta il nostro assenso che gli diamo con un cenno del capo: siamo tutti d'accordo.
"Ora voi potreste credere che tutto vada bene e che siano tutti felici e contenti, ma devo darvi una spiacevole notizia: fra voi c'è un bugiardo o forse un semplice curioso, non so bene da cosa sia stato mosso a farlo, sta di fatto che siete uno di troppo. Qualcuno si é infiltrato attraverso i varchi spazio-temporali che avevo aperto per farvi venire qui durante il terremoto... " "Ma aspetta, hai detto che i Custodi sono sette e noi siamo sette, dov'è il problema?" trilla scandalizzata Emily, sentendosi dare della bugiarda "In realtà oltre a me e a Soline esiste un altro uomo, Jole, che già era a conoscenza della verità e che afferma di essere uno dei sette..." "Come fate a sapere che siamo noi i sette? Perché non altri?" la voce di Julie é seria per una volta ed esprime tutti i miei dubbi con apparente tranquillità "Io ho aperto dei portali che sono visibili e attraversabili solo da quattordici persone al mondo" "Quattordici?" "Ognuno di noi ha un Jolly. Il Jolly é nient'altro che un Custode di riserva: la particolarità di questa persona é di avere la stessa anima del Custode originale, ma in negativo: vale a dire una vostra coppia malvagia. Un piccolo dettaglio: il Jolly non è fisicamente uguale alla sua coppia positiva... Non guardatemi così, sarebbe troppo facile altrimenti trovarlo e ucciderlo..." "Ucciderlo?!" non trattengo un urlo "Ma così non diventeremo malvagi come il Jolly stesso?" "No, perché il Custode originale DEVE uccidere il Jolly per essere completo. I sette sono composti totalmente da luce, ma come ben sapete non c'è luce senza tenebre. Lo Ying e lo Yang si compenetrano e per raggiungere la completezza é necessario che dentro di voi ci sia la giusta quantità di tenebre raggiunta eliminando la parte negativa di voi stessi. Nel caso invece il Custode, per un qualsiasi motivo, dovesse morire verrebbe sostituito dal Jolly che automaticamente diverrebbe completo". "Fammi indovinare... Noi adesso dobbiamo uccidere il Jolly, ma lasciami indovinare anche un'altra cosa: non sarà facile, o sbaglio? " "No, il vostro compito sarebbe quello di uccidere il Jolly, ma il primo passo per diventare dei custodi adesso sarà diverso: dovremo vivere tutti insieme per un po' di tempo per imparare a conoscerci, così sarà poi più facile riconoscere il cattivo che si annida fra le nostre file e ucciderlo" Emily sembra dubbiosa, si contorce le mani, come fa quando é ansiosa, e poi trova il coraggio per chiedere "Questa è una cosa che si fa normalmente? Cioè lo hanno fatto tutti i custodi prima di noi?" l'uomo si versa ancora un bicchiere di vino e poi risponde, muovendo a mezz'aria una mano grassoccia ricoperta di anelli d'oro "Sí, normalmente i custodi passavano molto tempo gli uni con gli altri: essi sono una squadra, una compagnia, chiamatela come volete, fatto sta che una persona non può essere forte se é composta di solo coraggio, ci vorrà in lei anche la saggezza che la renderanno imbattibile: allo stesso modo uno di noi può ben poco da solo. É quindi necessario che i custodi siano molto uniti per compiere il loro dovere di protettori della terra... "Un'ultima domanda: come sai tante cose?" "Vedi, Austin, io sono diverso da voi perché, come vi ho detto vivo da circa trecentocinquanta anni, mentre tutti i custodi vivono una normale vita di circa novanta-cento anni di età; il motivo? Io sono uno dei sette custodi precedenti e ho il compito di istruirvi. Quando noi tutti saremo sul punto di morire eleggeremo uno dei sette come maestro dei futuri nuovi custodi e questo continuerà la sua vita finché necessario. Io non potrò più essere eletto... Così é come é sempre funzionato. Ma ora torniamo al problema principale: scoprire chi è il Jolly. Soline vi mostrerà le vostre camere. Questa torre può apparire piccola, ma é più grande di quanto sembri. Le camere delle ragazze sono al piano inferiore, quelle dei ragazzi due piani più giù. Non trastullatevi troppo sulla posizione delle stanze: prima le porte dei locali non erano visibili perché protette da una magia. Per qualsiasi evenienza chiedete a Soline: diciamo che è il mio 'braccio destro'... Lui accompagnerà le ragazze, io i ragazzi. Andiamo".

Spazio autrice:
Ciao a tutti! Ci ho impiegato di nuovo troppo tempo a scrivere, mi dispiace! Bè le cose iniziano a farsi più interessanti ... Spero di riuscire a postare presto un altro capitolo (giuro che mi impegnerò).

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 09, 2015 ⏰

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