𝙲𝙰𝙿𝙸𝚃𝙾𝙻𝙾 𝟷𝟶

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Prima che i Notturni fuggissero, il vecchio disse scrutando ogni volto del branco, e della colonia: «Se tu disobbedirai, fra le fiamme ti ritroverai. E solo un sacrificio riporterà beneficio.»

Dopo ciò, il ruggire della colonia risuonò fra gli alberi addentrandosi nella foresta assieme ai Notturni. Per le Tigri,
era iniziata la caccia al Lupo.
«Mi spieghi come diavolo hai fatto a venire fin qui?» sbraitò Lupa.
Egli alzò gli occhi al cielo dove vi erano Edvige e i gufi e Thor con le Aquile che volarono nella direzione della colonia.
«Edvige un giorno ti dimetterò dal compito nell'essere il mio guardiano.» in un ghigno furibondo ritornò alla realtà, guardando la sua mamma inerme alla sua destra, dove vi erano in basso sul terreno dei fiorellini Gialli, sembravano piccoli girasoli che contornavano la figura di Stella quasi come un dipinto degli umani.
Stella aveva gli occhi verdi come la natura, e il pelo marroncino chiaro tendente al rossiccio. Era spettacolare.

E alla sua sinistra vi era Scar, suo padre che preoccupandosi del proprio fratello lo tempestò di domande del tipo «come ti senti? stai bene» noncurante della famiglia che lui stesso aveva scelto di creare, il quale era diventato suo nemico.
Da quel lato sprigionava molta oscurità, aventi i due fratelli l'aura cupa. Scar aveva la pelliccia tendente al nero ma con degli occhi glaciali come quelli di Lupa. Igor medesimo di suo fratello ma con una statura minuta rispetto a Scar.

«Perdonami Lupa io... Non avevo altra scelta, non sapevo di tutto ciò...» decise di spezzare il silenzio per prima, Stella.
Ella avanzò verso sua madre spoglia della sua paura oramai dinanzi al branco.

«Io voglio sapere tu chi sei??» ringhiò Scar nel mentre si avvicinò a Tigre.
Egli non si mosse di un centimetro guardandolo dritto negli occhi.
«È la mia anima papà. La MIA anima!!» fra lacrime e parole lo aggredì Lupa.
Ricalcò la seconda parola " la MIA anima", con un tono mescolato di rabbia, gelosia, senso di protezione e sentimento.

Sì, lo ricalcò così tanto perché nella vita aveva perso il gusto di essere sé stessa, aveva perso il sorriso, quello che probabilmente non aveva mai nemmeno conosciuto sul suo volto, ma che con Tigre, era riuscita ad avere un assaggio... e nessuno da quel momento poteva assolutamente degnare di torcere un pelo o uno sguardo affilato, a lui... che in così pochissimo tempo era riuscito a stargli al suo fianco più del suo branco che conosce ormai da quando era nata.
Più di chiunque altro all'universo.

Ma tutto ciò, non poteva dirlo, non poteva confessarlo. Non poteva farlo rischiare ogni volta che lei si trovava in situazioni del genere con la sua famiglia. Non voleva coinvolgere rabbia dolore e tristezza nella sua vita.
Egli sconvolto dalle parole della giovane decise di rispondere una volta per tutte a Scar.

«Sono Tigre. L'anima che ha aiutato vostra figlia quando Igor l'ha aggredita!! Vostra figlia è un Dono prezioso che voi non saprete mai riconoscere.» concluse facendo rimanere stupefatto l'Alpha.
«Chi mi dice che uno sconosciuto che ha invaso improvvisamente il MIO territorio con sé una colonia di Tigri stia dicendo la verità su mio fratello e mia figlia??» chiese quest'ultimo.

«HoHo, chiedete a vostro fratello se stava comodo disteso alle mie zampe senza forze. Perché io so come si sentiva vostra figlia quando quel mostro l'ha ferita all'anca e non solo. È stata guarita da Samaùma.» ribatté con sdegno Tigre per poi voltarsi e intraprendere il sentiero del fitto bosco aspettando che ella e sua madre lo seguissero. «Lupa se-sei ferita?» sibilò con voce tremante Stella.
«Mamma no...non più, adesso... Io vado con lui, vieni con me??» grattò le zampe su una piccola pietra a forma di cuore, una pietra delle cascate, chissà com'era arrivata lì.

«Chi diavolo ti credi di essere?» furibondo Scar fece dei passi veloci per raggiungere Tigre, ma egli in una risposta secca disse: «Lo scoprirete presto.»

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