𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 𝟷𝟼

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«Non si colpisce alle spalle brutto lupo cattivo» sbraitò e diede un morso alla zampa di Xavier mettendolo al tappeto, nel mentre Sully di scagliava sulla schiena di Tigre mordendogli il collo, egli calò il capo da poterlo sbattere sul terreno con un leggero ghigno di sofferenza. Xavier si rialzò per colpirlo ancora alle spalle ma qualcuno gli si fiondò addosso senza pietà.

«NO!!» egli sentì urlare, era Lupa nella disperazione più totale, stava per massacrare Xavier quando Tigre scaraventò ancora l'attacco di Sully e prendere Xavier da sotto le grinfie di Lupa. «Lupa NO! Tu non sei questa!» urlò a perdifiato, egli sapeva che un Alpha o un suo erede, se solo avesse ucciso un componente del suo branco, allora l'avrebbero giustiziato come assassino.
Xavier nonostante Tigre l'avesse "salvato" ricordò le parole di Igor, che seppure ci fosse stata la figlia dell'Alpha, non dovevano avere pietà, così prese una rincorsa ma non fece in tempo che i graffi rivolti a Lupa, li ricevette Tigre parandosi davanti per proteggerla.
A Lupa prese un colpo e per un momento si sentì togliere il respiro.

Edvige e Thor scesero con altri quattro guardiani a picco verso i due lupi, li sollevarono da terra con la forza riportandoli al branco.
«Lupa» le disse con affanno e dolcezza Tigre, ma essa sembrava sconvolta. Non riusciva a dire niente.

«Lupa...» ripeté ancora, quando lei le rivolse lo sguardo in un fiume di lacrime... Come quando ci si sente soli all'universo, come quando tutto sembra ritorcersi contro, come se la tua piccola felicità si stesse sgretolando come carta bagnata dal temporale. Sentirsi cadere in un burrone infinito che va giù... giù... nell'oblio di sé stessi, sentirsi in gabbia nonostante si abbia la libertà di agire, di decidere.

Era così che lei si sentiva. Sapere che la sua famiglia era in continua crisi, sapere che doveva seguire delle regole fin troppo rigide per la sua salute mentale.
Lei non era così, non era come gli altri avrebbero voluto che lei fosse. Lei amava seguire il suo cuore, voleva seguirlo, doveva. Era una necessità, proteina della sua anima.

Gli si avvicinò guardando con difficoltà il sangue che scorreva da quelle ferite causate da componenti del suo branco e non poté che non sentirti tremendamente in colpa.

"Era stata lei a trascinare Tigre in quel casino?" Continuò a pensare.
«Vo...voglio curarti... me...me lo permetti?» gli chiese con una voce spezzata, vederlo sdraiato a terra esausto e pieno di graffi profondi erano mille crepe al suo cuore.

«Certo che puoi farlo... vieni qui piccola» le pronunciò quelle parole con tranquillità, come se avessero già un profondo legame. Lupa si osservò in giro fino a focalizzare la pianta di aloe, vi si posizionava a due passi da loro. Quasi come fosse stata lì apposta. Non aveva mai notato quella pianta eppure era apparsa ai suoi occhi proprio nel momento di bisogno. L'aloe vera era una pianta molto efficace, curativa per le ferite.
Ella la spezzò benedicendola per l'aiuto offerto, l'aprì in due parti con gli artigli e la grattò fino a farla diventare una miscela gelatinosa che poggiò con delicatezza su ogni apertura sanguinante che Tigre possedeva.

Egli cercò di non mostrare il bruciore ma non poté trattenere un ghigno di sofferenza. Al ché lei si fermò non appena se ne accorse. Restò in silenzio per molto dal momento in cui stava curando Tigre ma lui era preoccupato.
Non per le sue ferite ma per ciò che lei potesse pensare in quell'istante.

«mi...mi dispiace Lupa io non intendevo attaccare i tuoi...» tentò di dire ma essa lo fulminò con gli occhi.
«non ti permettere.» prese un sospiro per trattenere il dolore e le lacrime che incombevano nel suo corpo. « non hai nessuna colpa» continuò nel mentre leccava le sue ferite.
«neanche tu...» egli le disse avvicinando il capo verso di lei.

Alzandosi sulle proprie zampe, eliminò qualsiasi tipo di distanza fra lui e Lupa.
Entrambi appoggiati alla fronte dell'altro quasi reggendosi i propri dolori. Quasi portando lo stesso peso sul cuore.
Quest'ultimo si immerse nel ghiaccio degli occhi di lei.

«Sono Gwer... significa... vedere, in gallese.» prese qualche secondo per respirare quel profondo peso di cui si stava per liberare e continuò.« Ho tanto da dirti Lupa... concedimi di sapere chi sei...» confessò Tigre il suo nome, in quel momento il vento si innalzò quasi come a voler contornare i due di un estrema felicità.
Le foglie degli alberi iniziarono a volteggiare intorno a essi... Quando lei si rese conto di ciò che stava per accadere ebbe una fitta al cuore.

"Stava per succedere davvero? Le aveva detto veramente il suo nome? Era lui il suo destino?" era ciò che pensava.

«Io... sono...» quando lei stava per pronunciare il suo nome così da potersi legare finalmente a lui che qualcuno la interruppe.

«Oh oh, eccovi piccioncini. Sappiate che sono stufo di continuare questo giochino dello zio che tiene tanto alla sua nipotina. Non me ne può fregar di meno di una "lupacchiotta ingrata" che non è degna di guidare in un futuro il suo branco» spuntò Igor da dietro a un albero. E in un puff, quella magia che si era contornata d'amore scomparve.

«Non c'era bisogno che tu fingessi di volermi bene, non ti ho mai creduto, hai distrutto tutto di me, ogni singolo pezzo, ogni singolo frammento del mio cuore per un cazzo di ruolo che non ho mai chiesto. Hai distrutto anche i miei genitori. Ora vuoi anche questo? Non sei ancora soddisfatto?» disse urlando tutto d'un fiato Lupa parandosi davanti a Tigre... O meglio a Gwer.

«Oh sì, hai perfettamente ragione, hah-hah» rise maleficamente.

Una risata talmente piena di veleno che fece finire le lacrime di Lupa in un attimo.
«Sai tigrotto? Mi hanno detto che se mi mettessi contro di te sarei veramente nei guai hah-hah-hah. Chi sei davvero? Perché non glielo dici alla mia bellissima nipote.» continuò Igor.
Lupa si girò verso Tigre in cerca dei suoi occhi ma quelli di Gwer ormai erano puntati su un certo Lupo nero come la pece che tanto rappresentava la perfidia in carne ed ossa.

«Vuol dire che chi te l'ha riferito, è stato un buon messaggero. Fossi in te starei molto attento. I G O R!!» egli puntualizzò il suo nome come un avvertimento nell'aver inserito già nella sua lista nera.

Igor sorrise e disse: «sono troppo stanco dopo aver fatto grandi ricerche su di te, andrò a riposare, non ho ancora terminato il mio lavoro» si voltò facendo l'occhiolino a sua nipote e andò via.
I due lasciarono che andasse così da rimanere nella loro piccola "pace".

«Lupa... Io...» sibilò avvicinandosi a lei.
«Non importa Gw...Tigre» si corresse subito e continuò. «non voglio farti del male. Ti ho trascinato io in tutto questo... Io non merito di sapere chi sei, non merito il tuo amore... scusami. Credo sia meglio che mi stai lontano... porto solo guai.» pronunciò a fatica quelle parole, dopodiché abbassò lo sguardo.

«i tuoi guai saranno i miei... io ti aspetterò... Lupa.» cercò di nuovo il suo sguardo bisognoso di incastrarsi all'interno... ma quello sguardo non fu che ricambiato di lacrime e dolore.

Lupa andò via da quel posto rimanendo Gwer alle sue spalle.

D'improvviso comparve Fior Di Loro alle zampe di Tigre.
«figliolo dalle tempo... lei ti ama, lo si vede da come ti guarda.» dopodiché scomparve di nuovo nel momento in cui egli stava per parlargli.

Erano solo loro due all'universo. Erano soli, non si erano mai cercati ma il destino li aveva fatti trovare, entrambi si completavano, ma i due avrebbero mai superato quelle circostanze? Chi doveva essere sovrana... l'amore? O la paura di farsi male? Questo glielo avrebbe detto solo il tempo.

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