𝙲𝙰𝙿𝙸𝚃𝙾𝙻𝙾 𝟶𝟾

66 20 34
                                    

«È alla grotta. Ma dovete stare attenti, stanno arrivando.» sibilò con voce tremolante il vento.
«Nonno non succederà nulla, vero?» gli chiese con un filo di voce.
Ma il vento cessò e insieme a sé un silenzio assordante li circondarono.

«Chi sta arrivando??» le domandò Tigre.
«I branchi dell'Ecuador» prese una piccola pausa per pensare a quello che sarebbe successo se questi ultimi fossero arrivati.
«Sono coloro che decidono cosa fare quando un branco ha delle guide in conflitto!! Potrai avere anche i Lupi più potenti ma le leggi dell'Ecuador devono essere rispettate senza repliche.» concluse con preoccupazione, ma ella notò che Tigre corrugò le sue sopracciglia foltissime quasi mascherate nel mezzo della sua pelliccia candida, quanto un raggio lunare. Con dei "nastri" neri come una notte profonda che delineavano ogni sua espressione.

«Ecuador dici?» disse come fra sé e sé, ma quest'ultima lo sentì e annuì con un rilievo di confusione.
«Devo andare. Mi dispiace averti trascinato con me in questa situazione ma devo sbrigare la questione prima che sia troppo tardi e da sola, non posso permettermi che rischi di nuovo per me.» si affrettò Lupa prima che egli potesse replicare, scomparendo fra gli alberi come una saetta.

Tigre rimase lì ad osservare a come la figura di Lupa diventava sempre più piccola alla sua visuale.
In mezzo al verde dell'Amazzonia.

I boati dei branchi in lontananza di sentivano quasi come fossero dietro agli alberi che lo circondavano. Erano ammalianti, ma tanto soprattutto angoscianti.

Le Tigri non erano abituati agli ululati, ne tantomeno a ruggire in continuazione. Essi ruggivano solo in casi estremamente necessari. In battaglia.
Il clima di quel posto era caldo come buttarsi in un vulcano, eppure egli sentiva il gelo dentro di sé.

✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧

«The Siberian warrior ~
Il guerriero Siberiano

Si diceva che tanto tempo fa in Ecuador nacque l'unica Tigre siberiana della stirpe dei "Strong Blood" { Sangue Forte}.
Il cui nome non poteva mai essere pronunciato fino al momento in cui sarebbe uscito allo scoperto.
Era in giro fra le terre
del Brasile, del Guyana e del Venezuela.
Si diceva che un giorno avrebbe governato tutti gli stati che comprendevano l'Amazzonia, e avrebbe preso il dominio di tutto.

Ma vi erano molte leggende di colui che è nascosto.
Tra cui quella che vi starò per raccontare:»

Disse il vecchio saggio Quokka nel mentre parlava ai più piccoli, presi più che mai da quella storia.

✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧✧

«Thor, procedi verso l'Ecuador e chiama anche Edvige.» disse Tigre telepaticamente all'Aquila mentre correva nel verso opposto ch'era andata Lupa.

***
Ella era sopraffatta dai sensi di colpa nell'aver rimasto Tigre dietro di lei, ma era troppo, non sapeva cosa sarebbe successo nell'incontro con i Lupi dell'Ecuador e per quanto grande e grosso fosse Tigre, lei temeva. Temeva più che mai un intero branco scagliarsi contro di lui. Che in fin fine le aveva dato tanto in così poco tempo.

Venivano chiamati "The Nocturnes", {I Notturni}.
Poiché avevano un lato tanto oscuro di prendere decisioni al posto dei branchi.
Non sapeva precisamente cosa avesse in mente sua madre, ma per arrivare a quella condizione, la situazione non era delle belle da quand'era andata vita.

Correndo sentiva l'aria bruciare il suo viso, fino a scivolare lungo il suo corpo.
Il vento ormai le aveva fatto capire chiaramente che sarebbe successo qualcosa di spiacevole e lei non poteva starsene lì impalata.

Delle volte la famiglia può essere un grande rifugio, e altre un luogo dove saper essere forte, essere mentalmente stabile. In quel caso era "scappata" per dar svago ai suoi pensieri.
A tutto ciò che affliggeva il suo cuore, la sua anima in gabbia.
Questo non voleva dire che non sarebbe tornata, ma aveva raggiunto l'età giusta per decidere da sé. Per saper bene dove andare, uno stacco dalla vita quotidiana.

Il suo animo selvaggio ascoltava il richiamo della foresta e lei non poteva non ascoltarlo. Sentire l'odore delle foglie immerse nella terra bagnata, i mille profumi dei fiori di Eliconia, dei Funghi, e dei Fior di Loto.

Lupa» disse una voce dal basso mentre ella stava quasi per calpestare ciò che aveva appena parlato.
Si fermò di colpo davanti a Fior di Loto, quasi paralizzata.

«Dimmi, sei tu Lupa? Il cui nome non può essere pronunciato vero?» chiese a sua volta il Fiore spuntato d'improvviso in una piccola pozza d'acqua.

«Come fai a saperlo? Chi sei?» si mise agli attenti quasi come volesse combatterlo, zampe posteriori inarcate, e quelle anteriori abbassate, testa china rivolto per terra, sguardo sottecchi e orecchie e coda innalzate.

«Non sono un tuo nemico, volevo avvisarti di una cosa cara... Devi stare molto attenta al tuo cuore, perché ciò che urla, durerà in eterno. Ascoltalo.»-

Il fiore scomparve all'improvviso, ma ella non capì cosa avesse voluto dire, così senza parole proseguì per la strada verso il suo branco.
Quante domande vi furono nella sua testa e quanta tensione.

La sua famiglia distava di pochi metri e il suo respiro iniziò a dare segni di resa, le sue zampe volevano cedere e la sua testa annegare.

«Tu non hai potuto veramente farlo» ringhiò.
Era la voce di suo padre che ringhiava verso sua madre. La scena di lui ad un centimetro da sua mamma era qualcosa di orribile. Due genitori in guerra... un dolore che nessuno avrebbe mai capito a fondo.

Lupa arrivò allo stesso tempo dei The Nocturnes. E l'atmosfera di quel posto era cupa.
Vi erano tutti accerchiati, Sully e Xavier reggevano Igor che falsamente dimostrava segni di dolore. Il restante del branco era rimasto lì, diviso fra due fuochi. Come lo era il cuore di Lupa a vedere la sua mamma ed il suo papà in quelle circostanze tremende.

«Perché ci avete chiamato?» proferì il più vecchio dei Notturni.
«Mamma» urlò a perdifiato Lupa.
Tutti si girarono verso di lei sconvolti compreso Scar.

«TU» ringhiò suo padre avanzando minacciosamente verso di lei.
«Io cosa papà?» gli urlò contro ferma e a testa alta senza muoversi di un passo.
«Se oggi portano via Igor sarà per colpa tua.» concluse sottovoce il padre.

«Mi scusi alpha Scar, che cosa ha sussurrato a sua figlia?» domandò il vecchio Lupo dei notturni.
Erano dei Lupi di statura media, tutti del colore grigio scuro e nero. Quest'ultimo aveva occhi e pelliccia nera come la pece.
«Che oggi il branco ha bisogno di mia figlia. E non di Igor. È da anni che pianifica come distruggere la nostra famiglia e tu che non hai mai aperto gli occhi!!» ringhiò Stella con le lacrime che colavano come cascate del Niagara.
«Oh mamma...» sussurrò ella.

𝚃𝚄𝚃𝚃𝙾 𝙸𝙽 𝚄𝙽𝙾 𝚂𝙶𝚄𝙰𝚁𝙳𝙾Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora