1. Zac

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Una settimana prima.


«Vuoi scherzare?»

«Io non scherzo mai su questa cosa», mi risponde Natalie scuotendo la testa impotente.

«Siamo ancora a letto e sono le sei di mattina. Non puoi sganciare una bomba così, come se nulla fosse». Mi raddrizzo puntando la mano sul materasso tra le lenzuola scompigliate.

«Zac, vuoi davvero fare il finto tonto e dirmi che non lo sapevi?»

Sbuffo. «Preferivo crogiolarmi nella mia bolla di ingenuità ancora per un po'». Lei si alza e io seguo le linee del suo corpo allontanarsi per afferrare un maglione, quindi continuo. «Scusa, ma come la mettiamo con il tuo mal di stomaco? Non possiamo dire che stai male e che quest'anno non andiamo al gala? Non sarebbe neanche una bugia», tento di convincerla in extremis.

Mi restituisce un lamento poco convinto. «Mia madre vive con il mal di stomaco. Se le dicessi che non vado per questo motivo non mi darebbe neanche retta, anzi, mi farebbe recapitare uno scatolone di Maalox con un biglietto che dice "Ci vediamo al gala"».

«Quindi non c'è speranza di salvarsi? Anche quest'anno si vola a Londra?», domando rivolgendole lo sguardo da cucciolo più tenero che riesco a fare.

Natalie si avvicina e mi prende il viso tra le sue mani calde. Io non resisto e gliele bacio. «Sì, mi dispiace. Ma vedila così, almeno sarà la prima settimana di dicembre e poi torniamo a New York per passare il Natale qui. Da soli. Io e te».

«Da soli, dici?», le faccio un sorriso sbilenco.

«Solissimi», mi conferma lei avvicinandosi e premendo una mano sul mio petto fino a farmi cadere all'indietro e salendo a cavalcioni sopra di me.

«Moglie?», le dico.

«Sì?»

«Posso avere un'anticipazione di quello che ci aspetta?»

Natalie ride e io la attiro per baciarla.

Una settimana e poi non dovrò condividerla più con nessuno.

Solo una settimana.

Natale sotto sequestroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora