Capitolo 6

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La giornata iniziò normalmente per la coppia, si alzarono tranquillamente, si sistemarono e si sedettero insieme al tavolo in cucina per fare colazione. La casa era pervasa dal silenzio, apparte il tipico buongiorno non era stata pronunciata nessun'altra parola. Danika si aspettava che sarebbe stato lui il primo a parlare e darle le dovute spiegazioni, mentre Flash sperava in un primo intervento di lei in modo da adeguare le sue risposte in base a ciò che gli avrebbe detto.

Passarono due minuti, i due iniziarono a mangiare con un'apparente calma, quella tipica di chi attende pazientemente qualcosa che dovrebbe arrivare a breve, in quel caso la rottura del ghiaccio da uno dei due. Alla fine, fu proprio Flash a prendere la parola, esordendo:

"E' inutile continuare a fare finta di niente, so che stai aspettando da me delle spiegazioni e so che è giusto che te le dia." Danika posò la tazza di latte dopo averne bevuto appena un sorso, lo guardò con aria seria e rispose: "Sono d'accordo, parla allora." Flash non l'aveva mai vista così seriosa, ma ciò che lo preoccupava era quanto e come si sarebbe potuta evolvere quella seriosità se lui avesse dato spiegazioni non credibili o peggio ancora vaghe; perciò, decise di levare ogni dubbio dicendole subito ciò che era successo, pur omettendo il "piccolo" dettaglio del Dream Note e tutto ciò che lo riguardava.

"Mi sono licenziato dalla redazione una settimana fa, ero stanco dei ritmi, dei vincoli di scrittura e soprattutto del carattere opprimente del mio capo. Non c'è un ambiente stimolante in quello studio, mi hanno spronato a dare il meglio e a dimostrare le mie abilità narrative solo nelle prime settimane, poi i colleghi hanno iniziato a mostrarsi per come sono davvero e il clima si è raffreddato, più che uno scrittore ho iniziato a sentirmi un automa. L'unico lì dentro con cui ho sempre mantenuto un buon legame è stato Dylan, ma solo perchè ci conoscevamo già da prima che iniziassimo ad essere colleghi, infatti anche lui al lavoro è come tutti gli altri, e a dirla tutta apparte ieri non mi ha mai contattato per chiedermi spiegazioni sul mio licenziamento e cosa volessi fare dopo. Non è un vero amico in fondo, nessuno lo è in quello studio. Pensavo che avrei trovato un ambiente sano e giusto, che avrei potuto ricominciare dopo tutti i disagi che ho avuto ai tempi della scuola, e invece non è stato così; e per me i rapporti umani sono la componente più importante, quindi ho voluto cominciare una nuova strada."

Danika tacque ancora per qualche secondo per accertarsi che avesse finito di paelare, poi ruppe il suo silenzio: "Benissimo, e qual è questa nuova strada? E' comprensibile cambiare lavoro perchè non ci si trova bene coi colleghi, soprattutto quando ancora siamo giovani, ma bisogna trovare un'alternativa in tempo breve, o meglio ancora prima di licenziarsi. Non mi sembra di dire cose fantascientifiche, no?"

"Sisi certo, ma infatti ho trovato poco dopo un nuovo impiego, sono già apposto." Prima che Danika glielo potesse chiedere, Flash continuò: "Ho contattato una casa editrice con cui pubblicare il romanzo di cui ti ho parlato ogni tanto, mi hanno accettato quindi adesso devo solo completarlo e inviare loro la bozza, poi inizieremo a lavorare insieme sulla versione definitiva." Improvvisò sul momento questa professione, ritenne che fosse l'opzione giusta. Poteva ricorrere alla bugia già detta la sera prima a Dylan, cioè di lavorare come Ghost Writer, ma oltre ad esserli venuto spontaneo raccontarle la storia della casa editrice sarebbe anche stata l'occasione per valorizzare il suo romanzo e far capire a Danika che gli serviva tempo e spazio per dedicarcisi seriamente; perlomeno, era ciò che sperava.

La ragazza accennò un sorriso, e con tono sarcastico rispose: "Una casa editrice? Sul serio? Ok, e come lavoro vero cos'hai trovato?" Questa era la risposta che Flash sperava di meno ma che più si aspettava, non era abbastanza pronto da ribattere a tono ma con pacatezza cercò di far valere la sua decisione: "Capisco che a chi è al di fuori della scrittura può sembrare strano, ma io ci credo nel mio romanzo e sono sicuro di riuscire a trarne il meglio, inoltre mi hanno promesso un compenso quindi è un lavoro effettivo, non c'è nulla di strano."

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