Capitolo 8

24 2 15
                                    


Erano circa le 22 quando Flash ritornò a casa sua, da solo e arrabbiato, anche con se stesso per la sua reazione, che a mente fredda durante la guida ha compreso essere stata troppo impulsiva e controproducente per il rapporto con Danika e i suoi familiari. Abbandonandola sul posto, probabilmente ha incrinato anche la relazione fra loro due, che infondo era l'unica ad interessargli davvero, e per questo non riusciva a darsi pace. Avrebbe potuto tornare all'abitazione dei Wilson (il cognome di quella famiglia) per provare a rimediare, ma sapeva che sarebbe stato inutile vista la netta presa di posizione dei parenti di lei e, soprattutto, il suo orgoglio e convinzione di essere superiore a loro non glielo avrebbe mai permesso. Aveva solo voglia di lasciarsi andare ad un impeto di furia, mettendo nuovamente a soqquadro la sua stanza se non peggio, ma solo un elemento fu in grado di fargli mantenere la razionalità: il Dream Note.

Quel diario era, infatti, il piccolo ma importantissimo rifugio di Flash e della sua creatività, che da qualche mese stava tramutando in realtà. Pensò instantaneamente che avrebbe potuto usarlo, similmente a come aveva già fatto per Danika, anche sui parenti di ella, modificandone l'atteggiamento e la visione di loro nei suoi confronti in modo di renderli amici, o meglio ancora, al suo modo di vedere, dei seguaci senza obiezioni. Ci fu però, inaspettatamente anche per lui, un pensiero che contrastò questo, non cominciando la sua opera di riscrittura del comportamento altrui che ormai era quasi un suo hobby: si stava ricordando di tutte le volte che avrebbe voluto restare a casa da solo a scrivere ma, a causa della vitalità di Danika prima e dell'invadenza dei suoi familiari poi, dovette reprimere questa volontà per accondiscendere alle loro; si ricordava di quel senso di colpa pervaisivo che gli confluisce ogni volta che non adempie ai suoi obblighi auto-imposti da scrittore, rinunciandovi per non essere visto come "strano" o asociale dalle altre persone, incluse quelle a lui più care; gli era piaciuta la socialità che aveva caratterizzato la sua vita negli ultimi mesi, e soprattutto l'appagamento dato dall'avere una donna che ti ama e una famiglia che ti sostiene su tutti gli aspetti, ma si era goduto abbastanza quel periodo. Era ora di tornare ad essere il vecchio Flash, ma in grande.

Il suo sogno, aldilà del vivere con la scrittura, era sempre stato quello di diventare famoso. La narrazione sarebbe stato il suo mezzo preferenziale per realizzarlo, ma il fine era più importante. Decise, quindi, di giungere all'apice della sua ambizione non pubblicando il tanto agognato romanzo, ma ricorrendo alla narrazione alternativa del Dream Note. Avrebbe scritto su di esso di diventare famoso in tutta la città, ovviamente in positivo, venendo acclamato dalla popolazione per le sue qualità, al pari di un filantropo se non di più. Avrebbe instillato nella gente la credenza che Flash Straight era la persona più potente ma soprattutto più buona della città, che con un suo potere misterioso (preferiva non rivelare che si trattasse nello specifico del Dream Note) ne aveva migliorato la condizione ambientale e sociale, e tutti avrebbero dovuto essergli riconoscenti per questo. 

Lo avrebbero salutato per le strade e chiesto foto e autografi quelle poche volte che sarebbe uscito da casa, nella radio locale lui sarebbe stato l'argomento di punta ogni giorno e i cronisti avrebbero speso parole al miele per lui, raccontando delle sue preziose azioni compiute col suo arcano potere e degli aggiornamenti sul romanzo che stava scrivendo, ogni qual volta lui li avrebbe contattati privatamente per comunicarli o quando avrebbe accettato di rilasciare interviste, con poca frequenza in modo di aumentare l'alone di preziosità cui sarebbe stato percepito da tutti.  Sarebbe diventato un'icona, un divo, un idolo di un'intera popolazione, ricevendo una stima e un'idolatria che aveva sempre desiderato. Il sindaco, il consiglio comunale e i vari organi amministrativi sarebbero rimasti, ma avrebbero dovuto consultare lui prima di deliberare una qualunque legge o proposta; in pratica, Flash sarebbe diventato il sovrano assoluto di quella città, anche se ufficialmente non avrebbe ricoperto nessuna carica. Per cominciare, avrebbe attuato questo grande cambiamento "solo" nella sua cittadina, in modo da abituarsi gradualmente alla fama, estendendola pian piano prima nella provincia, poi nella regione, poi nello Stato ed infine, se non ne avesse avuto abbastanza, anche in tutto il mondo. Sì, perchè per lui quella svolta abissale alla sua esistenza era solo un gioco, che si sarebbe potuto interrompere in qualunque momento se avesse ritenuto che le conseguenze negative stessero superando i benefici; gli sarebbe bastato soltanto strappare le pagine con su scritto le modifiche da eliminare, similmente a premere il pulsante di spegnimento quando ci si stanca di giocare con una console.

Dream NoteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora