Capitolo 12

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Danika restò impietrita sentendo la voce di Flash dopo tanto tempo, ma si riprese dopo qualche secondo e, senza dirgli niente, gli aprì il cancello. Il ragazzo ne era sicuro, sapeva che fosse ancora sotto l'incantesimo del Diario, quindi era ancora una sua alleata, l'unica rimasta. Appena entrò, i due si fissarono con gli occhi sprezzanti di emozione per qualche secondo, poi si congiunsero in un lungo abbraccio accompagnato da un bacio; lei scoppiò a piangere per la commozione, lui era un po' più composto ma ricambiava l'affetto col contatto fisico. Nonostante la distanza, l'influenza del Dream Note, la stigmatizzazione di Flash e l'isolamento di Danika, i due si amavano ancora e con la stessa intensità di sempre, e quest'ultima era ancora disposta a supportare il suo coniuge e proteggerlo dalle grinfie della città, anche al costo di diventare pure lei un nemico pubblico.

"Hai pensato a qualche soluzione? I miei penso che torneranno qui a breve." Chiese Danika preoccupata, che avrebbe voluto perdersi in chiacchere affettive col moroso ma sapeva che, in una situazione così delicata, avrebbero dovuto concentrarsi esclusivamente sul venirne a capo. "No, ho nulla in mente. Ma ne usciremo, vedrai." Rispose Flash, tentando di rasserenarla ma non riuscendo a trattenere l'inquietudine, che era maggiore di quella di lei. Ci fu un attimo di silenzio da entrambi, che venne spezzato dalla ragazza che volle provare a incitarlo ad escogitare un piano, ma a sua volta venne interrotta dallo stereo, posto sopra il tavolo al centro del salotto in cui si trovavano, da cui uscì una voce, immediatamente riconosciuta da entrambi: "Messaggio per Flash Straight: sono Margareth Wilson e ti parlo dalla radio locale, mi è appena giunta notizia dai Liberatori superstiti che la tua villa è stata trovata e rasa al suolo, con l'aiuto della polizia e il sindaco, e la tua carica di potere è stata ufficialmente resa illegale. Hai tutta la città contro, non ti è rimasto più nessun sostenitore nè nessun mezzo per contrastarci, l'unica mossa intelligente da parte tua è la resa alle autorità; se non lo farai spontaneamente, verremo a prenderti con la forza, ti troveremo ovunque tu sia, ci siamo già accordati coi comuni limitrofi che stanno avviando la caccia all'uomo. Ringrazio pubblicamente Jenny, mia migliore amica nonchè direttrice di Radio Lightiville, che mi ha consentito di comunicare questo messaggio. Il tuo potere finisce questa notte, Flash." 

I coniugi si presero d'agitazione, ma la ragazza cercò di vedere il lato positivo: "Ok, vuol dire che sono tutti ancora in giro e nessuno sta venendo qui, abbiamo tempo per pensare a qualcosa." "Sì, ma che cosa possiamo fare? Abbiamo tutti contro e non c'è un solo punto della città libero, e neanche nel resto della provincia, a quanto sembra. Spero almeno che ci arrestino insieme." Rispose angosciato Flash, lasciandosi cadere scomposto su una sedia intorno al tavolo di vetro. Per la prima volta, nonostante l' immenso potere del Dream Note non aveva idea di come usarlo, sembrava che si stesse arrendendo. "Non dire così, non hai fatto, non abbiamo fatto nulla di sbagliato, non meritiamo l'arresto e riusciremo a fermarli, una volta per tutte." Rispose Danika adagiandosi accanto a lui, sebbene anche lei fosse a corto di idee. Mentre i due erano abbracciati, iniziarono ad udire le sirene delle pattuglie, ma non ci diedero troppo peso pensando stessero perlustrando il territorio circostante. Ma dopo poco iniziarono a preoccuparsi, quando il loro rumore diventò sempre più assordante e vicino, intuendo che stessero giungendo verso di loro. Danika si precipitò sulla finestra per vedere quanto fossero distanti, Flash si avvicinò cercando di rassicurarla: "Non preoccuparti, staranno solo cercando qui intorno, di certo non verranno mai qui dentro."  Restarono ad osservare attraverso il vetro della finestra per pochi secondi, che bastarono per capire che stava succedendo l'opposto di quanto aveva appena predetto; appena le volanti iniziarono a rallentare per fermarsi di fronte all'ingresso della villa, Flash bruscamente si abbassò trascinando con sè Danika, accovacciandosi a terra in modo da non farsi vedere.

"Ok, non c'è più tempo per pensare. Posso metterci al sicuro e forse riuscire a scappare definitivamente, ma devi promettermi che non avrai paura e soprattutto di non farmi domande per ora, va bene?" La ragazza, visibilmente agitata, si limitò a chinare il capo due volte per rispondergli affermativamente, non riuscendo a parlare. Riprese la parola quando vide il compagno estrarre dalla giacca un diario e iniziare a scriverci; "Che cosa stai fa-" "Ti ho detto di non farmi domande." Le rispose scontrosamente, mentre con la mano tremante stava scrivendo il modo con cui pensava potessero uscirne, letteralmente. Ma, com'era già avvenuto un'oretta prima, il comando appena scritto lampeggiò colorandosi di rosso due volte. "Aaah, fanculo!", urlò furioso Flash gettando il Diario a terra, capendo che la frase scritta non fosse stata eseguita. Aveva chiesto al Dream Note di dare la capacità di volare ad entrambi, ma ormai aveva compreso che non potesse modificare le normali leggi della natura, neanche tramite la speciale strumento cartaceo. Danika, naturalmente, non comprese quale fosse l'intenzione del fidanzato, ma sorvolò rannicchiandosi e lamentandosi in segno di rassegnazione. "E' finita, purtroppo non c'è più niente da fare. Ci sarebbe l'uscita dal retro, ma i miei ovviamente lo sanno, ed è sicuro che siano venuti anche loro." Appena disse ciò, Flash la guardò col volto illuminato, riprese in fretta il D.N. e ricominciò a scriverci; la frase impressa non divenne rossa, quindi era stata compiuta. "Si!" esclamo, poi prese per mano la compagna e corse verso il retro dell'abitazione. "Non funzionerà, ci troveranno subito!" Gli disse pensando che la stesse portando verso l'uscita posteriore; "Fidati e corri, non abbiamo molto tempo!" rispose mentre stavano oltrepassando tutte le stanze. Scesero le scale dirigendosi al seminterrato, da cui sentirono la porta principale al piano di sopra che venne aperta; continuarono a correre verso la parete davanti a loro, che separava la villa all'esterno, la ragazza si spaventò temendo che stessero per schiantarcisi contro, ma appena vennero in contatto col muro esso si ammorbidì come se fosse liquido, ed entrarono precipitosamente in uno spazio buio. Ella era confusa e agitata, mentre lui, in relativa tranquillità, disse "Scusa, ho dimenticato di scrivere di illuminarla." Con la torcia del cellulare illuminò la pagina del Dream Note, su cui aggiunse di installare un lampadario al centro del soffitto, che all'improvviso schiarì tutto lo spazio circostante. 

"D-dove siamo? E a che ti serve questo quaderno?" Chiese perplessa, subito dopo sentirono la stessa voce che aveva parlato dalla radio, quella di sua madre. "Danika, Danika, dove sei? Non c'è bisogno che ti nascondi, sei al sicuro con noi. E se c'è Flash lì con te, stiamo per catturarlo, non temere." Urlò facendosi udire fino a quella misteriosa stanza. I due si guardarono, poi Flash guardò il Dream Note e rispose all'ultima domanda: "Non è un quaderno, mia cara, è molto di più. Tieni, leggi cosa ho scritto qui, e capirai da sola." Glielo porse aperto sull'ultima pagina usata, Danika la lesse e cercò di connettere gli ultimi eventi successi nel giro di pochi minuti. "Non ci credo, quindi è con questo che sei riuscito a creare questa stanza, ma come ci riesci?" "Non lo so. Non ho mai capito come funziona, ma funziona."  Rispose Flash con aria soddisfatta, come uno scienziato che mostra la sua più preziosa creazione. Il riposo in quel luogo fu breve, dato che, parlando, si fecero sentire dai poliziotti che erano giunti al seminterrato: "Li sento, sono qui!" Urlò un poliziotto, a cui rispose Margareth, urlando: "Ma non è possibile, non c'è nessun'altra stanza dopo qui. Dove siete, Danika?" La ragazza si riprese di panico, ma il giovane la prese per mano nuovamente e corsero verso l'angolo in fondo a sinistra, su cui era intagliata una porta, dalla quale uscirono all'esterno. Flash la guardò sorridendo, e le disse: "Ho pensato a tutto, mica saremmo rimasti lì per sempre. Visto che bravo?" Sentirono delle percussioni, si trattava di un gruppo di agenti che decisero di abbattere il muro che separava il rifugio dal resto della casa, intuendo che fossero nascosti dietro esso.

I due erano quindi riusciti a sfuggire dalla polizia, adesso erano entrambi ricercati sebbene Danika era ancora ritenuta un ostaggio di Flash, nessuno poteva immaginare che, in realtà, ella fosse il suo primo complice e ancora l'unico rimastogli. Si guardarono allegri per l'avvenuta fuga e festeggiarono con un bacio, poi si avviarono a passo cauto, cercando di non essere troppo rumorosi, verso la periferia della città uscendo dal retro del giardino della villa, che Danika guardò un po' emozionata cosciente che quella avrebbe potuto essere l'ultima volta in cui ci aveva soggiornato. L'intento della coppia era di fuggire da Lightville e dimorare in un nascondiglio creato col Dream Note, che nessuno avrebbe mai scoperto nè sarebbe riuscito ad entrarci grazie a dei poteri speciali che avrebbero conferito ad esso, sempre grazie al diario magico. Tuttavia, il loro piano svanì rapidamente.       

Usciti dal portone posteriore del giardino, percorsero poche decine di metri, finchè si bloccarono alla vista di Peter e Justyn, seduti sul cofano della loro auto, posteggiata proprio nella stessa direzione dei coniugi. Il timore di questi ultimi venne rapidamente rimpiazzato dal coraggio, il coraggio di fronteggiare gli ultimi due ostacoli al loro esodo. Per Flash era l'occasione di liberarsi definitivamente di Peter e in generale dei Wilson, senza dubbio le persone che più gli avevano messo i bastoni fra le ruote; per Danika, analogamente, finalmente era giunto il momento di far valere la sua volontà (distorta da Flash, chiaramente) contrastando quella dei parenti, dei genitori soprattutto.

I quattro si guardarono con cenno d'intesa, come i cowboy pronti per spararsi reciprocamente nel Far West. Stava per avere inizio uno scontro fra parenti che sarebbe stato decisivo per le sorti non solo di loro quattro, ma anche di tutti i Wilson, di tutti gli altri cittadini e del governo di Lightville.



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