parte quattro

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Reid, Morgan, Jenny e tn si avvicinano cautamente alla casa, tenendo le armi pronte. Reid apre lentamente la porta, che scricchiola sinistramente, rivelando un interno inaspettatamente ordinato e ben mantenuto.

Reid: sembra che qualcuno ci viva davvero qui.
Tu: controlliamo stanza per stanza, non facciamoci sorprendere.
Morgan: dividiamoci in due coppie. Jenny, tu verrai con me.
Jenny: d'accordo andiamo.

Mentre vi muovete con attenzione attraverso la casa, notate dettagli che confermano la presenza recente di qualcuno: piatti puliti sul tavolo, una giacca appesa alla sedia e un computer portatile acceso su una scrivania.

Morgan: questo posto è troppo ben tenuto per essere abbandonato. Dobbiamo essere vicini.
Jenny: cerchiamo qualche indizio, qualcosa che ci dica di chi si tratta.
Tu: va bene andiamo.

In una delle stanze, trovate una bacheca con ritagli di giornale, foto e mappe. Al centro, una foto di una delle vittime con un grande cerchio rosso attorno.

Reid: qui abbiamo le prove che è il nostro uomo. Dobbiamo chiamare rinforzi e mettere in sicurezza l'area.
Tu: sì, ma prima di tutto, assicuriamoci che non ci sia nessun altro qui. Jenny, tu controlla quella stanza. Morgan, copri la porta principale. Reid, vieni con me.
Morgan: d'accordo muoviamoci, così chiuderemo in fretta questo caso.

Mentre si dividono per completare la perlustrazione, Jenny si dirige verso una stanza sul retro. Improvvisamente, si sente un rumore di passi frettolosi e un uomo si precipita fuori dalla stanza, tentando di scappare.

Morgan: fermati! FBI!

L'uomo non si ferma e inizia una breve ma intensa fuga attraverso la casa. Reid e Morgan lo inseguono, riuscendo infine a immobilizzarlo.

Reid: non provare a muoverti.
Tu: sei circondato.

L'uomo è visibilmente scosso e cerca di dire qualcosa, ma le parole gli si spezzano in gola.

Morgan: chi sei? Cosa stai facendo qui?
Uomo: io... io non volevo fare del male a nessuno...
Tu: parla. Chi sei e perché sei qui?
Eric: mi chiamo Eric. Sono solo un... un dipendente del penitenziario. Mi hanno costretto a farlo... minacciato...
Reid: chi ti ha costretto? E perché?
Eric: non so chi sia esattamente. Comunichiamo solo tramite messaggi. Mi dicevano cosa fare e io dovevo obbedire o avrebbero fatto del male alla mia famiglia.
Morgan: dobbiamo approfondire questa storia. Portiamolo in centrale e vediamo cosa riusciamo a scoprire di più.

Mentre uscivano dalla casa con Eric, il cielo inizia a scurirsi, segno che la notte sta calando. Sapevano che la battaglia era tutt'altro che finita, ma avevano fatto un passo importante verso la risoluzione del caso. La tensione è alta, ma la determinazione della squadra è incrollabile. Jenny osserva tutti da lontano, con un'espressione indecifrabile sul volto, mentre si dirigevano verso le auto. Mentre erano in viaggio, si scambiarono uno sguardo consapevole: questo potrebbe essere il punto di svolta nel caso.

Reid: mi raccomando, tieni gli occhi su Jenny. Non possiamo permetterci sorprese.
Tu: certo, starò attenta.

Reid le lascia un bacio veloce sulle labbra per poi risalire in macchina, con Morgan al volante, Reid accanto a lui e tn e Jenny sui sedili posteriori, con Eric nel mezzo. Durante il viaggio verso la centrale, Eric sembrava sempre più nervoso.

Eric: vi prego, dovete proteggere la mia famiglia. Se scoprono che vi ho parlato...
Morgan: la tua famiglia sarà al sicuro. Ma devi dirci tutto ciò che sai.
Eric: va bene. Ho ricevuto delle istruzioni dettagliate su come colpire le vittime. Dovevo avvicinarle, guadagnare la loro fiducia e poi...
Tu: e poi cosa, Eric? Devi dirci tutto.
Eric: dovevo portarle in luoghi isolati e fare in modo che sembrasse un rituale. Non so chi fosse il mio contatto, ma le sue conoscenze erano... spaventose. Come se sapesse sempre dove sarei stato.
Reid: questi dettagli sono cruciali. Quando arriviamo, devi collaborare completamente. Ti promettiamo protezione.
Eric: farò del mio meglio.

La Figlia Rapita Del Mio Capo - Spencer ReidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora