L'acqua gelida mi scorre lungo il corpo mentre mi lavo. In camera per ora non c'è nessuno, gli altri sono fuori. Mi strofino i capelli con un asciugamano e mi guardo allo specchio. Mi tolgo l'accappatoio e girandomi di profilo osservo il tatuaggio fatto con Kevin. Lo sfioro con le dita e basta quel contatto a riportare nella mente tutti i ricordi.
Non ho detto tutta la verità a Davide.
Mi ricordo i suoi messaggi frettolosi e smaniosi per chiedermi se ci potevamo incontrare in una classe vuota per baciarci in segreto, mi ricordo le risatine di lui e i suoi amici quando gli passavo accanto e mi ricordo quel giorno.
Non ho mai raccontato a nessuno cosa è successo.
Era la mattina del mio compleanno, facevo 15 anni, la "relazione" con Kevin andava avanti ormai da un anno e lui non si ricordava neanche che compievo gli anni. Come al solito ci eravamo chiusi in uno stanzino o una classe e prima che si protendesse verso di me per baciarmi gli dissi che avevo detto a una mia amica di noi due. Kevin fece due passi indietro, serrò la mandibola e il suo palmo mi colpì la faccia violentemente. Dietro di me c'era un banco e inciampai. Mi urlò contro che dovevo mantenere la promessa di non rivelarlo a nessuno e che ora tutti avrebbero pensato che lui fosse un "frocio di m*rda", Kevin mi diede un calcio mentre ero a terra e se ne andò sbattendo la porta. Non riuscivo a pensare, mi faceva male il viso e il fianco.
Fu il peggior compleanno di sempre, piansi per l'80% della giornata e quelle maledette parole mi perseguitarono per i mesi a venire. E qualche volta ci ripenso ancora. Quel tatuaggio è come una cicatrice, ormai fa parte del passato ma è ancora lì e lo sarà per sempre.
Ho deciso che non importa se è tornato Kevin, con lui ho finito.Varco l'uscita dell'hotel e trovo tutti ad aspettarmi.
<Sei lentissimo a prepararti, lo sai?> mi chiede Davide con un sorriso stampato in faccia.
Sto iniziando a tenere a quel ragazzo un po' troppo.
<Bla bla, lentissimo> gli faccio il verso mentre saliamo sull'autobus. Siamo seduti quando sentiamo Sofia e Iris litigare:
<Non mi calcoli più!> si lamenta Sofia.
<Che c'è? Sei gelosa perché io frequento qualcuno e tu no?> dice Iris.
<Io un ragazzo ce lo avevo> sbuffa l'altra.
<Certo, ma ora non più visto che Pietro te lo ha rubato!> urla Iris.
Cala il silenzio.
Guardo dritto ed evito lo sguardo di Davide. Non voglio vedere che faccia sta facendo o cosa ha intenzione di dire. Sofia si risiede e si tortura i capelli per lo stress, mentre Iris è a bocca aperta per ciò che ha rivelato davanti a tutti.
Quando si aprono le porte dell'autobus, Davide mi supera e si precipita fuori.
Durante la giornata scolastica Davide fa finta di niente e continua a parlarmi. In cortile, mentre mangio il mio pranzo ai tavoli da pic-nic, vedo Pat che consola Iris e lei che si va a scusare con Sofia.
Penso che tutto si sia sistemato, ma mi sento uno sguardo addosso; mi giro e vedo un ciuffo rosso, Kevin, che mi fissa come un avvoltoio. Mi sento a disagio e mi sposto mentre lui mi segue con lo sguardo.È sera, sono da solo con Davide in camera, che però è distaccato e mi preoccupo.
<Ei Dav, sembri turbato, che hai?> chiedo
<Nulla> dice immediatamente, capisco che è nervoso.
<Sicuro?>
Non risponde e guarda verso le tende.
<Non so che sto facendo, che stiamo facendo.> Continua a non voltarsi verso di me.
<Non capisco, è per quello che è successo stamattina?> chiedo aggrottando le sopracciglia.
<È per tutto, come ci è venuto in mente di frequentarci? E poi non so neanche se ci frequentiamo, ci siamo baciati massimo due volte.> sembra confuso e arrabbiato.
Non so che dire.
<A me piaci tanto> riesco a rispondere in un sussurro.
<Sì, è bello stare insieme... ma non sono mai stato con un ragazzo fino ad ora.>
<Cosa intendi dire?> ora ho i pugni chiusi e cerco di non agitarmi troppo.
<È una novità il fatto che mi piacciano anche i ragazzi okay? È tutto nuovo e sto iniziando a pensare che sarebbe stato meglio non fare questo viaggio.> Dice l'ultima frase a bassa voce.
Mi ha ferito. Si è pentito di avermi baciato, ma posso capire che sia confuso, mi devo calmare.
<Dai, non fare così> gli sfioro il lembo della giacca avvicinandomi a lui.
Mi scosta la mano.
<Se è così che la pensi me ne vado. Ciao Davide.> mi alzo ed esco dalla camera, vado a prendere un po' d'aria.
L'aria di Madrid è umida, chiudo gli occhi e mi appoggio al muretto accanto al portone dell'hotel per un paio di minuti.
<Sigaretta?> dice una voce dietro di me.
È Kevin ed ha la mano protesa verso di me con una sigaretta in mano. Annuisco e faccio qualche tiro. Il silenzio ci avvolge. Non voglio pensare a nulla, sono troppo arrabbiato; così, quando Kev mi sfiora i fianchi, si avvicina e mi tocca le labbra, io non faccio resistenza e ricambio il bacio.
Mi ero promesso di non farlo, sono caduto di nuovo in questo buco nero di dolore? Non lo so, ho troppo a cui pensare...
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Strange like love
Fiksi RemajaPietro, un normale studente senza tanti amici, con innumerevoli passioni e altrettanti tatuaggi vince un viaggio studio a Madrid. Tra i suoi quattro compagni di stanza c'è Davide, un famoso influencer della sua stessa età pieno di ragazze a cui non...