Capitolo ventiseiesimo.

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"Potrebbe svegliarsi come no... E se non si svegliasse?" pronunciò con un flebile filo di voce Ignazio.

Adele si lasciò cadere a terra in un pianto isterico. Era quasi accanto ad Ignazio quando sentì quelle parole. Vide il buio davanti a se.

***

L'attesa è esasperante, i muscoli di Adele sono talmente tesi che fanno male. Gli occhi bruciano e sono stanchi, non sorreggono più le palpebre. Ignazio attirò dolcemente a se Adele, la fece adagiare sopra le sue gambe, esattamente come una bimba spossata dopo una folle corsa. Lei si strinse a lui per cercare la sua protezione, ne aveva davvero bisogno in quel momento. Ignazio rispecchiava la persona che l'aveva tratta in salvo da tutti i suoi incubi della vita. Oppure era la persona sbagliata e lei gli aveva permesso di 'portarle via' il suo migliore amico?

Adele si scostò da Ignazio, che la scrutò silenzioso con uno sguardo perso e pieno di interrogazioni. Purtroppo questo era uno di quei momenti che Adele voleva 'superare' da sola, anche se era pressoché impossibile. Si sedette su una di quelle sedie fredde della sala d'aspetto e chiuse gli occhi per cercare di riposarli, appoggiò i palmi delle mani coperti dalla felpa sopra il viso, riempendosi pian piano d'aria i polmoni. Esatto, Adele cercava di trattenere dentro di se migliaia di lacrime che le avrebbero inondato le guance per l'ennesima volta. Lei è forte, odia farsi vedere debole.

"Adele." la madre di Piero le sfiorò la spalla destra e si sedette accanto a lei. Il viso segnato più dalle lacrime che dalle rughe. "Non è stata colpa tua." Continuò la donna fragile.

Il respiro irregolare della madre di Piero sfiorò il collo di Adele e le sue dita si lasciarono andare accarezzando la sua schiena. Sembrava fosse Adele la donna da consolare, dopotutto invece era la madre a stare sicuramente peggio.

Veronica lasciò momentaneamente solo Gianluca che aveva bisogno di cercare risposte accanto ad Ignazio. Nel frattempo la migliore amica di Adele si pose esattamente davanti a lei e la strinse forte a se. Quelle braccia riuscirono a regalare ad Adele la dose giusta di tranquillità, dolcezza e calore che solamente Veronica poteva conferirle. Ma loro, loro come stavano? Cosa provavano dentro se stessi Ignazio e Gianluca? Piero è sempre stato come un fratello maggiore, un abbraccio attorno al collo quando era il momento di gioire, una spalla su cui rifugiarsi nei momenti di difficoltà.

Si sentì una porta pesante aprirsi e poi chiudersi improvvisamente, il medico si stava recando verso i genitori di Piero. Lo sguardo freddo come il marmo rivolto verso il pavimento e poi un'improvvisa ondata di tristezza lo avvolse. "Non potrete far visita al ragazzo fino a domani, in giornata dovremo fare ulteriori accertamenti. Tornate a casa, riposatevi. Se dovesse accadere qualcosa vi telefoneremo."

Il padre di Piero emise un falso e lieve sorriso per creare intorno a se un po' di armonia, come se non ci fosse niente che non va. La forza che porta quell'uomo nel cuore è davvero immensa, la paura la scaccia finché può. Non emise parola nemmeno stavolta, ma aprì le braccia e strinse tutti in un grande abbraccio. Tornarono a casa propria, fiacchi e sfiniti, quasi non avessero più una goccia d'acqua in corpo.

***

E' passata una settimana da quella notte, da quel giorno e in tutti questi giorni Adele non si è ancora abituata a vedere Piero con tutti quei macchinari puntati su di lui. Un tempo su di lui erano puntate solo luci, telefoni, fotocamere. Adele avrebbe dato la sua vita in cambio di quella di Piero. O forse questo sarebbe successo solo fino a qualche mese prima. Era giunto il momento di dare delle spiegazioni anche a Giada. Giada che fino a questo momento era all'oscuro di tutto. Esatto, i paparazzi non erano riusciti a sapere ancora niente. Nonostante il pericolo che si poteva venire a creare, Piero era stato trasferito in una struttura privata al riparo dalle indiscrezioni.

Si chiamano 'Vacanze Natalizie', si traducono in "duro studio per la sessione invernale misto ad ansia e brividi continui". Tutto ciò per Adele significa 'rimanere sdraiata sul divano a fissare il soffitto bianco per ore'. Non vede nessuno da giorni, eppure ha chiamato Giada. Giada che ha deciso di punto in bianco di prendere il primo volo da Milano verso casa. Hanno entrambe bisogno di ritrovare se stessa. Ma soprattutto recandosi giornalmente in ospedale, il medico fece sapere ad Adele che, anche se impercettibile, c'era stato un piccolo miglioramento per il suo 'migliore amico'.

Adele passa delle ore ogni giorno seduca accanto al letto di Piero, aspettando che da un momento all'altro lui dia qualche segno di vita. Niente, resta immobile con gli occhi chiusi. Di giorno in giorno Adele gli legge alcuni capitoli di libri che piacerebbero un sacco anche a lui, ne è sicura. Impossibile poter contare quante volte Adele abbia letto e riletto mentalmente l'ultimo messaggio che proprio lui le inviò la notte di Natale. Perchè non gli rispose? Perchè lo escluse dall'oggi al domani dalla sua vita? Adele aveva fin troppe cose a cui pensare e lui/loro si erano fatti strada nella sua vita, nel suo stomaco, nella sua pancia, nella sua mente fin troppo velocemente. Tutto ciò dopo anni che lei non rivedeva ne lui, ne Ignazio. Un po' come uno stravolgimento, ma uno stravolgimento di quelli importanti, belli, che dovrebbero portare gioia.

***

Accompagnai Giada da Piero il giorno stesso in cui atterrò con l'aereo ad Agrigento. Scelse di entrare da sola nella stanza, voleva parlargli e dirgli tutto ciò che aveva tenuto solo per se stessa per troppo tempo.

"Ciao amore." sussurrò Giada con voce poco sicura. Lo prese per mano, era gelida e fuori faceva freddissimo. Un momento di silenzio, di vuoto pervase la stanza. La sua pelle è pallida anche in viso. Giada gli accarezzò le labbra con il suo indice caldo, ciò che aveva sempre sognato ora era li davanti a lei, ma non come l'avrebbe voluto.

Giada iniziò a canticchiare "O sole mio.", Adele appena fuori dalla porta poteva sentirla. E lei, essendo la sua 'migliore amica', sapeva quanto amava quella canzone Piero.

"Mi sei mancato fin troppo.. Non puoi continuare a starmi lontano anche ora. Tornerai, dimmi che tornerai." La testa di Giada china verso le sue ginocchia. Esatto, aveva alzato le gambe e si era raggomitolata tutta per non mostrare a nessuno che stava piangendo. Nemmeno a se stessa, nemmeno a lui.

Lui che senza saperlo, un giorno l'avrebbe ringraziata per averle salvato la vita..

Voloveeers sto tornando! Spero di non avervi deluse con questo capitolo, pian piano torno a continuare la storia anche se sono in piena sessione estiva d'esami all'università. Spero vivamente di non deludervi mai, siete davvero tantissime. Non riesco a crederci, grazie a voi sono quasi a 10.000 visualizzazioni. Siete la cosa più bella che io abbia mai avuto e grazie per avermi sostenuta! Arianna :*


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