Tredici

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A quanto pare vomitare ti evita di affrontare direttamente la tua figura imbarazzante e rientrare in studio.
Avevo perfino evitato di guardare in faccia il pubblico disgustato dalla mia esibizione perciò era una vincita per tutti.
Loro non dovevano subirsi di nuovo me e io potevo tornare in casetta con la coda fra le gambe e la testa bassa.

Mi andai a cambiare, mi struccai, mi lavai i denti e mi buttai sul mio letto, sotto le coperte al sicuro dal mondo e con le luci spente.

Una quarantina di minuti e tutti tornarono in casa, parlottando ed urlando cose ed io chiusi gli occhi, facendo finta di dormire. Non avevo intenzione di parlare, non era il mio modo di gestire le cose ed ero stanca di dover dimostrare costantemente qualcosa a qualcuno, di dovermi spingere oltre e per forza comunicare qualcosa anche quando non me la sentivo e l'unica cosa a cui tenevo era stare in silenzio da sola.

Sentì il materasso piegarsi vicino ai miei piedi.
C'era il profumo dolce di Sarah e il suo tocco delicato che mi accarezzava sopra il piumone.
"Grazie" sussurrai con gli occhi ancora chiusi e lei non disse niente, capendo completamente di cosa avessi bisogno.
Rimase ancora qualche minuto prima di alzarsi ed andarsene e nel momento in cui uscì dalla camera un "Amen" diffuso negli speaker della camera sbarrai gli occhi.
In quel posto si poteva avere qualche cazzo di minuto in solitudine senza la voce di dio in diffusione nella casa?
Era esasperante.
"Amen vuoi dirmi cos'è successo" non era neanche una domanda.
Mi misi a sedere e con la faccia completamente priva di qualsiasi emozione risposi: "ho vomitato."
"Quello me l'hanno detto ma cos'è successo?"
Chiusi gli occhi un secondo.
Non avevo bisogno di una seduta con una falsa psicologa che aveva preso la certificazione su un sito online americano, avevo solo bisogno di stare da sola e sopratutto zitta.
"Non mi sono sentita bene" misi le braccia conserte contro il petto e guardai dritto davanti a me, verso il muro bianco e azzurro.
Dovevo per forza aprire il cuore a questa sconosciuta per continuare ad avere un posto in quella scuola?
"È per la coreografia?"
No Einstein è perché continuate a spingermi sempre contro qualcosa che con tutta la forza che possiede mi lancia dentro i bidoni della monnezza.
"È per tutto" replicai, "per la coreografia, per i vestiti, per questa continua pressione che sento addosso e" mi voltai verso la telecamera, "lo so che sono io che, per tutti, sto solo piagnucolando ma non sono così forte, capisci? Non posso affrontare tutto e tutto insieme e non adesso che sono circondata sempre da persone sconosciute, da microfoni e telecamere. Io non mi sento io, non sono dentro di me in questi giorni e oltre a non appartenermi devo anche far finta di essere in grado di mettermi le calze a rete o rappare e sentirmi dire sempre che parto malfidente. Non so Maria, ora sono solo stanca."
Avrebbe trovato mille cose da dirmi e avrebbe trovato mille modi per farmi capire che stessi sbagliando ancora e solo io, nessun altro, che non c'era niente di sbagliato nello spingersi oltre perché la vita era molto più complicata delle prove che mi stavano imponendo loro che io fossi stupida a lamentarmi per quelle bricioline di dolore ma non aveva idea di quello che avevo passato nella vita e non era una scusa per chiudersi e piangersi addosso ma dopo tutto avevo bisogno solo di stare in silenzio e pensare, da sola, senza lo psicologo dei fessi.
Non ero a mio agio ed era dovuto a me e io lo sapevo ma loro non facevano nulla per farti stare meglio, aggiungevano solo altre pietre ai miei macigni.
"Se tutti ti diciamo che puoi farlo è perché puoi. È semplicemente così."
Abbassai lo sguardo sul mio piumone bianco mentre sentivo la sua voce roca replicarsi nelle casse.
"Io, la tua insegnante, tutti quelli che lavorano dietro questa macchina se ti dicono che puoi fare qualcosa è perché puoi farlo e tu sei così...stupida da non credere in te ma puoi credere in noi che vediamo tutto quello che sei e devi smetterla di mettere in dubbio tutto, capito? Se non sei a tuo agio quella è la porta, Amen, se credi di non essere all'altezza, vattene. Nessuno ti sta legando al letto, sei libera Amelia, a te la scelta. Puoi affrontare le cose, rimboccarti le maniche e smetterla di puntare i piedi a terra come una bambina oppure puoi continuare ad auto commiserarti."

Paris Latino - Mida Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora