Gatorade

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Febbraio 2026

Giulia si stende a terra e chiude gli occhi, provando – con dei respiri profondi – a calmare quel malessere che le sta decisamente complicando la vita.
Si porta una mano sull'addome, appena sotto al seno, in corrispondenza dello stomaco. In questi ultimi giorni non sta digerendo niente di quello che mangia, e Giulia è certa che sia quell'influenza che sta girando e che hanno preso anche sua madre e suo padre.
«Giulia! Ti senti bene?» le chiede timidamente Martina, una ragazza che si è unita recentemente al corpo di ballo di Amici.
«Sisi, ho solo un po' di bruciore di stomaco.» con uno sforzo immenso si alza e si mette di fronte allo specchio. «Sei pronta?» le chiede e si sposta di profilo per farsi la coda.
«Si. Dobbiamo solo aspettare Francesca.» Martina le si avvicina e insieme aspettano la ragazza.
«Eccomi ragazze! Pronte?» esclama la ballerina latina ottenendo un cenno di assenzo dalle altre due che si mettono in posizione.
Provano e riprovano, finché improvvisamente Giulia si ferma.
«Ragazze, vi dispiace fare una pausa? Non mi sento bene!» chiede poi e con il viso bianco bianco e una mano premuta sulla bocca scappa in bagno a vomitare. Quando torna in sala si ritrova davanti solo Francesca. «Eccomi, scusate ma stavo proprio male. Martina?» chiede poi guardandosi intorno.
«L'ho mandata a provare le altre coreografie...» Francesca le rivolge un sorriso strano mentre si siede a terra. «Che ne dici se ci sediamo e parliamo un po'?» le chiede poi.
«Va bene... ma è successo qualcosa?» con un sospiro preoccupato si siede a terra.
«È quello che vorrei sapere da te!» esclama l'altra preoccupata.
«Che stai dicendo?» la romana la guarda stranita, senza riuscire a capire cosa intenda.
«Sono preoccupata per te Giulia!»
«Ma non importa! È solamente qualche settimana che non sto benissimo!» questa stupida e banale influenza si sta protraendo fin troppo, mettendo a dura prova la pazienza di Giulia.
«E cosa hai?»
«Lo stesso virus che hanno avuto i miei genitori... anche se a me sta durando di più.» ammette tra sé e sé.
«Ma in che cosa consiste questo virus?» chiede Francesca sorridendo, quasi emozionata, suscitando stranezza e stupore in Giulia.
«Ma guarda è strano... è iniziato con la nausea e ora mi stanno passando quelle ma mi è rimasto il bruciore di stomaco costante. E poi sono sempre stanca! Dovrò prendermi qualche integratore.» stappa la bottiglietta e beve il Gatorade, come a confermare quello che ha appena detto.
«Vacci piano con quella roba...» mormora la ragazza scrutandola seria. «Giuli ma ti sei fidanzata?» continua poi all'improvviso.
«No perché?» le guarda dubbiosa.
«Perchè se tu lo fossi stata ti avrei detto che il tuo virus si risolve nel giro di qualche mese.» un'espressione ovvia si dipinge sul volto della donna, mentre Giulia è sempre più confusa.
«Non ti sto seguendo! Che c'entra l'essere fidanzata con un virus?!»
«C'entra che anch'io ho avuto quel virus!» afferma Franci sorridendo.
«Ah si? E come hai risolto?» chiede la romana.
«Ho aspettato 9 mesi e poi l'ho chiamata Jasmine!»
«Ma sei pazza?» esclama la piccoletta, prima di scoppiare a ridere! «Non scherzare, per favore!» mormora terrorizzata smorzando la sua risata in un attimo. Lei non può essere assolutamente essere incinta. «Sarebbe una catastrofe.» chiude gli occhi angosciata.
«Ma se hai detto che non sei fidanzata...? Di che ti preoccupi? Sarà qualche intolleranza...» cerca poi di tranquillizzarla Francesca. Anche lei si è resa conto che la ragazza è terrorizzata.
«Sarebbe una catastrofe! Non capisci! Sarebbe la fine del mondo!» Giulia si dispera infilando le dita nei capelli, mentre la preoccupazione e il terrore le attanagliano lo stomaco.
«Sei stata con qualcuno...?» chiede dolcemente, timorosa di essere invadente. Improvvisamente le balena in testa l'idea che la sua ipotesi, fino ad allora espressa quasi per scherzo, possa rivelarsi più che giusta.
«Si. Ma non avremmo dovuto, non dovremmo.» si dispera ulteriormente.
«Io ho questo in borsa...» Francesca tira fuori un test di gravidanza e glielo porge guadagnandosi un'occhiata piuttosto incuriosita da parte della piccoletta. «Ne tengo sempre uno in casa per ogni evenienza... settimana scorsa ho fatto un test e quindi l'ho appena ricomprato.»
«Ma io non so nemmeno farlo.» prende la scatolina e la scuote in modo isterico. La paura la sta paralizzando, il respiro si accelera nello stesso momento in cui i suoni le giungono ovattati. Le lacrime le percorrono il volto, incapace di dire o fare qualunque cosa. In questo momento avrebbe bisogno di un abbraccio, il suo abbraccio. Ma lo sa anche lei, quell'abbraccio non le appartiene più, non nel modo in cui lo vorrebbe.
«Giulietta... stai calma! Va tutto bene tesoro.» si lascia stringere dalle braccia di Francesca senza sentire realmente il calore di quell'abbraccio.
«È semplice da fare Giuli... guarda.» la più grande apre la scatolina e tira fuori il test. «Fai pipì qua sopra.» le indica il bastoncino sotto al cappuccio. «Lo richiudi e poi aspettiamo insieme tre minuti.» le rivolge un sorriso con l'intento di tranquillizzarla, invano.
«Mi sento una stupida.» Giulietta gonfia le guance e rilascia lentamente l'aria incamerata.
«Non sei una stupida. Hai solo paura.» Francesca le accarezza i capelli con quel sorriso caldo e gentile, tipico di lei.
«Allora vado...» la romana prende un respiro profondo, e con un coraggio che non sa minimamente da dove tira fuori, prende il test e corre al bagno. Segue le istruzioni di Francesca e piangendo posa il test sul lavandino del bagno degli studi quando sente bussare.
«Giulia sono io. Posso entrare?» sussurra Francesca. Non ottiene risposta, ma un semplice clic e la porta si apre. «Hai preso il tempo?»
«Ho cronometrato con il telefono... ma guarda tu perché per me sono passate ore.» singhiozza disperata. Se quel test fosse positivo dovrebbe scendere definitivamente a patti con il fatto che sarebbe sola. Non ci sarebbe un padre per questo bambino, perché sicuramente la odierebbe ancora di più. Penserebbe sicuramente che l'ha fatto di proposito, per incastrarlo e questo è l'ultima cosa che vuole!
«Giulietta... è il momento.» mormora Francesca.
«Guarda tu... io non ci riesco.» continua a piangere, sconfortata e priva di forze, come se qualcuno gliele avesse risucchiate nel giro di qualche attimo.
«Giù...» mormora l'altra con tono tremolante.
«Dillo...» risponde la moretta, improvvisamente consapevole che dentro di se c'è qualcuno.
«È positivo Giulia! Aspetti un bambino.» sussurra con la voce emozionata.
«È la fine del mondo.» si dispera e le ginocchia le cedono, facendola cadere a terra.
«Nono! Qua no Giù, andiamo.» Francesca la fa alzare immediatamente e la accompagna nel loro camerino, adesso libero per fortuna libero.
«Non avremmo dovuto, e questo bambino non dovrebbe esserci.» si dispera, e senza nemmeno rendersene conto posa le sue mani sul grembo.
«Giulia, un bambino è sempre una bella cosa, forse inaspettato, ma ti garantisco che è bellissimo diventare mamma. E poi, non devi decidere ora. Prima forse dovresti parlare con il suo papà.»
«Suo padre sicuramente non lo vorrà, ed io non so nemmeno che cosa devo fare.» chiude gli occhi e si lascia andare sullo schienale del divano. «Cosa devo fare?» chiede disperata.
«Non devi prendere una decisione ora!» le due ragazze continuano a sorriderle amorevolmente, per cercare di calmarla.
«Ma poi perché dici che il padre sicuramente non lo vorrà? Concedigli almeno il beneficio del dubbio, no?» prova a dirla l'altra. Non sa chi sia il padre di questo bambino, ma si fida di Giulia e sa che non può essere una cattiva persona.
«Lui sta con un'altra! E io sono finita ad essere quello che ho sempre odiato! Una fottuta ruota di scorta!» le lacrime continuano a scorrerle sulle guance, mentre il sentimento di odio che prova per se stessa cresce di attimo in attimo.
«Con un'altra?»
«Si. E a volte penso che non dovrei accontentarmi di qualche attimo in cui ho l'illusione di essere il centro del suo mondo.»
«Scusa se te lo chiedo, ma è Francesco? Il ballerino nuovo con cui hai legato?» Francesca posa una mano sulla spalla alla piccola e la accarezza.
«Francesco? No, oddio no. Siamo solo ottimi amici.» sospira e all'improvviso il suo telefono squilla. «Puoi guardare tu chi è? Non ne ho la forza.»
«Si.» l'altra prende il suo telefono. «Giulia... è un messaggio.»
«Chi è e cosa dice?» chiede.
«Il messaggio dice: Domani sono ospite ad Amici, ti aspetto dalle 18 in poi all'appartamento. Mi fermo fino a dopodomani.» sospira. «Il mittente credo tu lo sappia.» le riconsegna l'iPhone prendendosi qualche attimo per decidere se chiederglielo direttamente oppure no. «Giulia... è di Giovanni?» alla fine opta per una domanda diretta, sperando di non risultare invadente.
«Sono una cretina, vero?» ride amaramente. «Del resto chi, se non una cretina, continua ad elemosinare quel poco di apparente amore da parte del suo ex nei ritagli di tempo?»
«Non dire così. Non sei una cretina solo per essere ancora innamorata di lui.»
«Sai, l'altro giorno scrollando su Instagram mi è venuto uno spezzone di quell'intervista che facemmo per Witty appena usciti dal programma... e mi è venuto spontaneo chiedermi quand'è che ha smesso di guardarmi con quello sguardo. All'improvviso abbiamo smesso di ridere insieme. Io continuavo a ridere, e lui lo stesso, ma mai insieme.»
«Dovresti dirglielo comunque, questo bambino l'avete fatto insieme.» si prende qualche attimo, come a ponderare le parole. «Lui si merita di saperlo e poter scegliere, e tu ti meriti di non essere da sola.» le snocciola questa verità, quasi fosse un dogma, una verità senza possibilità di ribattuta.
«Adesso cosa faccio?» porta le gambe al petto e si rannicchia, con la testa tra le ginocchia.
«Manca poco alle 18... se vuoi ti accompagno all'appartamento, così almeno ci parli.»
«Tu dici?»
«Prima glielo dici, prima ti sentirai più leggera, fidati.»
«Io non ho nemmeno 24 anni...» si districa i capelli con le mani. Lei si sente poco più che una bambina, e ha una carriera davanti, per non parlare di Giovanni. In realtà non si preoccupa più di tanto per la sua carriera, alla fine potrebbe anche riuscire ad ottenere ciò che vuole, ma l'idea di rovinare lui, questo non può assolutamente permetterselo. Potranno essersi lasciati per svariati motivi, ma Giulia è consapevole di amarlo così tanto che continuerebbe ad anteporre la sua felicità di fronte alla propria.
Del resto lo sanno tutti, non le è mai venuto difficile, preoccuparsi prima di lui, e poi di se stessa.
«Sono sicura che insieme prenderete la decisione più giusta.» le risponde l'altra. «Ma sono certa che, qualora ce ne fosse bisogno, anche se io non credo, saprai essere forte abbastanza da riuscirci anche senza di lui.»
«Davvero potresti accompagnarmi?» sussurra all'improvviso in preda ad un coraggio che risulta sconosciuto persino a lei.
«Certo.»
«Ho il tempo di farmi una doccia?» le sussurra.
«Vai pure, ti aspetto qua.»

Rannicchiata sul divano, in posizione fetale, è così che Sangio trova Giulia quando mette piede nell'appartamento. La trova rannicchiata tra quelle piccole ed accoglienti mura che li nascondono dal mondo, e la cosa gli appare subito strana. Di solito quando si vedono lì Giulia non è mai così spenta.
«Giulia?» la richiama sottovoce, timoroso che si sia addormentata dopo una giornata estenuante di lavoro.
«Ehi.» mormora terrorizzata la piccoletta, sedendosi di scatto su quel divano che negli ultimi tempi è stato spesso testimone di un qualcosa che non spetterebbe più a nessuno dei due.
«Pensavo dormissi...» la guarda prima di accendere la luce e guardarla in faccia. «Cos'è successo?» si preoccupa immediatamente.
«È successo che non mi sarei dovuta accontentare di essere la tua scopata sicura quando passi per Roma. Non avrei dovuto accettare di arredare questo appartamento fingendo che fosse una casa solo nostra.» urla scoppiando a piangere.
«Di che stai parlando Giulia?» le risponde con lo stesso tono. «Ne abbiamo già parlato! Ed io ti ho messo subito le cose in chiaro.» continua poi, sulla difensiva, sentendosi improvvisamente attaccato. E si sa, quando Giovanni si sente accusato non riesce ad attuare niente di diverso dal comportamento che ha appena riversato sulla piccoletta che piange disperata sul divano del loro appartamento.
«Infatti la colpa non è tua! La colpa è solo mia! Sono io che continuo a fidarmi di te e a darti tutta me stessa. Ho continuato a darti fin troppo! Ho continuato a darti qualcosa che non ti appartiene più!» vorrebbe urlarle Giulia queste parole, ma le escono strozzate, quasi sussurrate, ma non si rende conto che questo ha fatto ancora più male al vicentino che ha di fronte.
«Giulia, io non ti sto seguendo più! Vuoi che smettiamo di vederci?» le chiede nascondendo il timore dietro ad un tono spavaldo. Se si ritrovano in questo appartamento ogni volta che la vita glielo permette è perché va ad entrambi. Di certo non è perché lui l'ha obbligata! Di questo ne è convinto il ragazzo, o almeno è ciò che vuole credere, per il suo benessere psico–fisico.
«È tardi smettere di vedersi ora! Il danno è fatto!» si porta le mani tra i capelli – disperata – e posa la testa sulle ginocchia.
«Che danno Giù?» emette un grugnito di frustrazione. Non è abituato a non capire quello che le passa per la testa.
«Mi dispiace.» si scusa improvvisamente, come se quello che le sta succedendo fosse solo una sua responsabilità.
«Ma di cosa?!»
«Sono incinta!» esclama all'improvviso. Non voleva dirglielo così, in realtà nella sua testa si era preparata un giro di parole, ma le è uscito di getto, quasi come se le fosse stato impossibile trattenersi ancora.
«Che cosa?» le chiede sconvolto, improvvisamente certo di aver capito male. Non può averlo detto davvero.
«Sono incinta.» afferma di nuovo, questa volta sussurrando.
Giovanni si siede sul tavolino di vetro che hanno comprato da mettere di fronte al divano senza riuscire a dire nemmeno una parola.
Incinta. Bambino.
Sono queste le uniche cose che stanno riecheggiando nella sua testa confusa e spaventata.
Giulia incinta. Giulia incinta di un bambino. Giulia incinta del suo bambino!
Sono tante le domande che gli stanno affollando la mente, dalle più complicate alle più semplici. Vorrebbe chiederle se sta bene, come si sente, se anche lei sente un terrore che le attanaglia lo stomaco ma le parole che escono dalla sua bocca sono forse le più brutte che un uomo possa dire. «Sei sicura che sia mio?»

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Buonasera a tutti! Scusatemi per l'immenso ritardo! Vi auguro buon natale e prometto di fare di tutto per riuscire ad aggiornare a breve!
P.s.: tutto ciò che è stato scritto è solo frutto della mia fantasia. Io non sono in alcun modo a conoscenza delle questioni private dei protagonisti.
Buona serata, e fatemi sapere che ne pensate!
Bacioni a tutti

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